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New feed & food

  • 28 ottobre 2024
  • Autore: Redazione VeSA
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L’industria dell’allevamento degli insetti come fonte di alimentazione è iniziata circa una decina di anni fa, quando l’interesse mondiale per l’utilizzo degli insetti come alimento e mangime è aumentato, sia in campo pubblico che privato. A tutt’oggi esistono nel mondo grandi aziende che gestiscono sistemi di allevamento industriale in grado di produrre quotidianamente tonnellate di insetti. in risposta a due principali questioni di forte impatto sociale: il rapido incremento della popolazione globale prevista, tra l’altro, intorno al 2050 in 9.74 bilioni di persone (1) e il grande tema del cambiamento climatico e della sostenibilità degli allevamenti.

La crescita esponenziale della popolazione mondiale richiede un intervento urgente per aumentare la produzione alimentare e mantenerla in linea con la domanda di espansione (2). Allo stato attuale, infatti, la produzione alimentare potrebbe non soddisfare la richiesta vista la quantità di terre coltivabili non sufficiente a sostenere le crescenti esigenze di approvvigionamento di risorse alimentari.

Questa situazione è inoltre ulteriormente esacerbata dal cambiamento climatico, dalla mancanza di acqua e dalla povertà (3).

Di conseguenza, l’attenzione mondiale sulla produzione alimentare si è spinta necessariamente verso alternative rappresentate da nuovi sistemi di produzione che possano essere contraddistinti da economicità, rispetto dell’ambiente, adattabilità ai cambiamenti climatici e sostenibilità (4).

L’alternativa più promettente in tal senso è attualmente rappresentata dall’allevamento di insetti. L’entomofagia è una pratica comune in molte parti del mondo e sono circa 2.100 le specie di insetti consumate come alimento in oltre 110 paesi (4). Nell’ Unione Europea i Reg. (UE) 2023/5, Reg. (UE) 2023/58, Reg. (UE) 2021/1975 e Reg. (UE) 2022/169 hanno autorizzato l’immissione in commercio per l’alimentazione umana di farine e/o insetti tal quali essiccati o congelati appartenenti alle specie Acheta domesticus (grillo domestico), Alphitobius diaperinus (verme minore della farina), Locusta migratoria (cavalletta) e Tenebrio molitor (larva gialla della farina). Anche in campo zootecnico, la normativa sull’impiego di insetti per la produzione di mangimi destinati ad animali da compagnia e d’allevamento, ha visto negli ultimi anni notevoli sviluppi. 

Dal punto di vista nutrizionale, tra gli insetti, l’allevamento dei grilli ha suscitato il maggior interesse e le specie il cui allevamento è consentito ai fini della produzione di mangimi sono il grillo domestico (Acheta domesticus), il grillo tropicale (Gryllodes sigillatus) e grillo silente (Gryllus assimilis); questi risultano un’importante fonte di proteine contenendone dal 55% al 73%, di lipidi (dal 4,30% al 33,44% della sostanza secca) e di acidi grassi polinsaturi (PUFA) pari al 58% del totale. Inoltre i grilli commestibili contengono una quantità apprezzabile di macro e micro elementi naturali quali calcio, potassio, magnesio, fosforo, sodio, ferro, zinco, manganese e rame. Non trascurabile è la presenza di vitamine del gruppo B e vitamine A, C, D, E, e K (4).

Per quanto riguarda l’impatto ambientale, l’allevamento di grilli sembra essere più ecologico per via della bassa emissione di gas serra, basso consumo di acqua e mangime, e della scarsa necessita di terreno per l’allevamento rispetto a quello richiesto, al contrario, dall’allevamento del bestiame. Tutte queste caratteristiche, nutrizionali e gestionali, rendono prezioso l’utilizzo dei grilli tal quali o in forma di farine come ingredienti di mangime per gli animali (5) ancor più se si tiene conto del fatto che sono in grado di fornire elevati quantitativi di proteine di alto valore biologico con cicli di allevamento rapidi.

Sia gli insetti vivi o trattati (insetto morto a qualsiasi stadio di accrescimento sottoposto a un trattamento, quale ad esempio disidratazione, essiccazione, fermentazione, frantumazione, congelamento, surgelazione ecc., diverso dai metodi di trasformazione di cui al Reg. (UE) 142/2011) che le PAT (proteine animali trasformate) di insetto sono materie prime per mangimi elencate nel Reg. (UE) n. 68/2013 e vengono così definite:

  • invertebrati terresti: invertebrati terrestri, o loro parti, in tutti gli stadi di vita, diversi dalle specie patogene per l’uomo o per gli animali; trattati o non trattati, ad es. allo stato fresco, congelato, essiccato;
  • PAT: proteine animali ottenute interamente da materiale di categoria 3 e trattate, conformemente all’allegato X, capo II, sezione 1, del Reg. (UE)  n. 142/2011 in modo da renderle adatte all’utilizzazione diretta come materie prime per mangimi o a qualsiasi altra utilizzazione negli alimenti per animali, ecc.

Pertanto gli insetti utilizzabili come mangimi non devono appartenere a specie patogene, non devono essere riconosciuti come vettori di patogeni per l’uomo, per gli animali o per le piante e devono rispettare criteri ambientali per la salvaguardia delle specie autoctone. Gli insetti sono inoltre soggetti al rispetto dei criteri microbiologici e dei limiti di contaminanti e sostanze indesiderabili previsti dalla normativa comunitaria per le materie prime per mangimi.

Gli insetti utilizzati vivi come mangime, non rientrando nella definizione di PAT, non ricadono nel divieto previsto dal Reg. (UE) n. 999/2001 che non consente la somministrazione di PAT agli animali da allevamento, escludendo gli animali da pelliccia e da compagnia, e lascia allo Stato Membro la decisione di permettere l’uso di insetti vivi per alcuni animali (fermo restando il divieto di somministrazione ai ruminanti). Allo stato attuale, quindi, secondo la circolare del Ministero della Salute DGSAF 0011399-p-05/05/2017 e della più recente del 06/09/2023 è ammessa sul territorio nazionale l’utilizzo di insetti vivi per l’alimentazione di animali da compagnia o di animali non allevati per la produzione di alimenti, quali quelli ornamentali, da pelliccia, da zoo o da laboratorio o per usi diversi da quelli alimentari ma anche per l’alimentazione di animali d’allevamento, restringendo tale possibilità alle specie per cui è già ammesso l’utilizzo della PAT, ovvero pollame, suini e pesci di acquacoltura. Per le stesse categorie di cui sopra, è ammesso anche l’utilizzo di insetti trattati, diversi dalle PAT, ad esempio gli insetti essiccati.

Alla luce delle recenti esigenze, la Commissione europea ha intrapreso un iter di modifica degli allegati I e IV del Reg. (CE) 999/2001 e degli allegati X, XIV e XV del Reg. (UE) 142/2011, finalizzato ad ammettere l’uso di proteine animali trasformate (PAT) nell’alimentazione di animali da allevamento a ben specifiche condizioni di trasformazione, stoccaggio, trasporto e utilizzo, e nell’ottica di consentire l’uso di proteine animali per l’alimentazione di animali produttori di alimenti sono stati pubblicati il Reg. (UE) 2017/893 e il Reg. (UE) 2021/1372 che disciplina l’utilizzo di proteine trasformate derivate da insetti e i mangimi composti che le contengono per l'alimentazione degli animali d'acquacoltura, per l’alimentazione del pollame e dei suini.

Queste nuove fonti proteiche rappresentano un’ottima alternativa da utilizzare nella produzione di mangimi tanto che i mangimi composti che le contengono risultano essere più economici rispetto agli attuali di origine esclusivamente vegetale, i quali rappresentano circa il 70% del costo della produzione animale (6)

Studi recenti hanno dimostrato che il mangime composto contenente farina di grillo  può sostituire per un 5-15% la farina di pesce o la farina di soia senza alcun effetto negativo sul consumo del mangime da parte dei broiler, sull’aumento di peso o sull’efficienza di conversione del mangime (7).

Inoltre, la sostituzione della componente proteica vegetale del mangime per broiler   con quella di origine insettivora, determina un aumento di amminoacidi essenziali   nella carne di pollo (8). Oltre al valore nutrizionale il mangime a base di insetti    potrebbe avere un ulteriore vantaggio nel migliorare il gusto finale dei prodotti a      base di carne (9).

In questo quadro di novità e grandi aspettative intorno all’allevamento di questi animali, si inserisce l’apertura del primo allevamento di grilli nella Provincia di Ancona. È stato infatti recentemente assegnato il codice univoco di registrazione del nuovo allevamento e la contestuale registrazione ai sensi del Reg. (UE) 2005/183. Secondo quanto riportato dalla circolare del ministero della Salute DGSAF 0011399-p-05/05/2017, gli operatori che allevano insetti ai fini dell’alimentazione animale, sono operatori del settore dei mangimi che producono un prodotto primario (materia prima trattata con solo trattamento fisico, derivata dall’allevamento) e pertanto ricadono nell’obbligo di registrazione di cui all’art. 9 del Reg. (UE) 183/2005 per l’attività di cui all’art. 5.1 dello stesso. Sono soggetti inoltre al rispetto dei requisiti di igiene e alle altre condizioni previste per gli operatori primari del settore dei mangimi, nonché agli obblighi generali di cui al Reg. (CE) 178/2002.

Per quanto riguarda ulteriori registrazioni/riconoscimenti, la normativa impone:

  • la registrazione  ai sensi del Reg. (UE) 2009/1069 qualora lo stabilimento produca farina di grillo ottenuta da insetti trattati; per insetto trattato si intende, infatti, un insetto morto a qualsiasi stadio di accrescimento sottoposto a un trattamento quale ad esempio disidratazione, essiccazione, fermentazione, frantumazione, congelamento, surgelazione ecc., diverso dai  metodi di trasformazione di cui al Reg. (UE) 142/2011, allegato IV capo III  e come tali sono considerati sottoprodotti di categoria 3;
  • il riconoscimento ai sensi del Reg (UE) 2009/1069 qualora lo stabilimento utilizzi un metodo di trasformazione di cui al Reg. (UE) 142/2011, allegato IV capo III.

La nota del Ministero della Salute DGSAF del 06/09/2023, inoltre, fornisce ulteriori dettagli su caratteristiche strutturali e gestionali dell’allevamento di insetti che comprendono caratteristiche strutturali degli stabilimenti, gestione degli animali, trasporto, personale/operatori, alimentazione degli insetti, raccolta degli insetti, gestione igienica del substrato esausto ecc.

In particolare l’attività appena nata prevede una gestione dell’allevamento che comprende:

Fase di riproduzione: in questi ambienti saranno alloggiati animali nella loro fase ‘matura’ destinati all’accoppiamento e alla produzione di uova;

Fase di allevamento: ambienti dedicati, dopo la nascita, all’accrescimento degli animali fino al raggiungimento della taglia ottimale

Fase di trasformazione: fasi di lavorazione ai fini della trasformazione in farina per essere destinata ai mangimifici.

In conclusione, quindi, anche nel nostro territorio si osserva una attenzione verso nuove realtà produttive e sfide che i grandi temi come aumento della popolazione, cambiamento climatico, ricorso a risorse alternative stanno proponendosi a livello globale.

 

Autore: Dr.ssa Martina Moriconi

 

Referenze.

1) United Nations.World Population Prospects 2019. (2019) Available online at: https://population.un.org/wpp/

2) Belluco S, Losasso C, Maggioletti M, Alonzi CC, Paoletti MG, Ricci A. Edible insects in a food safety and nutritional perspective: a critical review. Compr Rev Food Sci Food Saf. (2013) 12:296–313. doi: 10.1111/1541-4337.12014)

3) Food Security Information Network. 2019 Global Report on Food Crises: Joint Analysis for Better Decisions. Rome; Washington, DC: Food and Agriculture Organization (FAO); World Food Programme (WFP); and International Food Policy Research Institute (IFPRI) (2019). Available online at: https://www.fsinplatform.org/report/global-report-food-crisis

4) Magara H.J.O., Niassy S., Ayieko M.A., Mukundamago M., Egonyu J. P., Tanga C.M., Kimathi E. K., Ongere J. O., Fiaboe K. K. M., Hugel S., Orinda M. A., roos N. and Ekesi S. (2021) Edible crickets (orthoptera) around the world: distribution, nutritional value, and other benefits-A review. Front. Nutr. 7:537915.

doi: 10.3389/fnut.2020.537915

5) Halloran A, Hanboonsong Y, Roos N, Bruun S. Life cycle assessment of cricket farming in north-eastern Thailand. J Clean Prod. (2017) 156:83– 94. doi: 10.1016/j.jclepro.2017.04.017).

6) Van Huis A, Van Itterbeeck J, Klunder H,Mertens E, Halloran A, Vantomme P. Edible insects: Future prospects for food and feed security. Rome: Food and Agriculture Organization of the United Nations (2013). p. 187. Available online at: http://www.fao.org/docrep/018/i3253e/i3253e14.pdf).

7) Wang D, Zhai SW, Zhang CX, Bai YY, An SH, Xu YN. Evaluation on nutritional value of field crickets as a poultry feedstuff. Asian-Australas J Anim Sci. (2005) 18:667–70. doi: 10.5713/ajas.2005.667)

8) Abdul Razak I, Yusof HA, Engku AEA. Nutritional evaluation of house cricket (Brachytrupes portentosus) meal for poultry. In: 7th proceedings of the Seminar in Veterinary Sciences;27 February–March 2. Selangor (2012). p. 14–18.)

9) Schiavone A, Cullere M, De Marco M, Meneguz M, Biasato I, Bergagna S, et al. Partial or total replacement of soybean oil by black soldier fly larvae (Hermetia illucens L.) fat in broiler diets: effect on growth performances, feed choice, blood traits, carcass characteristics and meat quality. Ital J Anim Sci. (2017) 6:93–100. doi: 10.1080/1828051X.2016.1249968)

 

 

 

 

 

                                                                                                                                            

 

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