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CORSO DI FORMAZIONE INTERNO SIAPZ AV2 - "PIANO NAZIONALE BENESSERE ANIMALE E IMPLICAZIONI DERIVANTI DALLA CONDIZIONALITÀ" ANCONA 11 E 13 NOVEMBRE 2019

  • 5 dicembre 2019
  • Autore: Redazione VeSA
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Nei giorni 11 e 13 novembre scorsi si è tenuto presso la sede dell’AV2 di Ancona un Corso di formazione per tutto il personale del Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dal titolo “Piano nazionale Benessere Animale e implicazioni derivanti dalla condizionalità” al quale hanno partecipato in qualità di docenti la Dr.ssa Carnevali, il Dr. Flamini, la Dr.ssa Grilli e come referente organizzativo la Dr.ssa Pieroni. Nel corso sono state affrontate le tematiche del P.N.B.A. e della condizionalità, il ruolo del Veterinario aziendale (VA), il funzionamento del sistema ClassyFarm e la stesura del manuale GMP negli allevamenti. Nello specifico è stato preso in considerazione l’allevamento suinicolo, anche alla luce delle indicazioni del Ministero della Salute relativamente alla classificazione del rischio sulla base della morsicatura della coda e delle nuove check list per la valutazione del benessere a disposizione sia del Veterinario aziendale che del Veterinario ufficiale. Ai sensi del D.M. 7 dicembre 2017 il Veterinario aziendale deve essere un libero professionista, iscritto all’Ordine dei Medici Veterinari, che ha seguito uno specifico corso di formazione ed inserito nell’elenco nazionale dei VA  gestito dalla FNOVI. Inoltre, non deve avere conflitti di interesse e deve essere stato incaricato formalmente da parte dell’allevatore. Il professionista ricopre un ruolo chiave in quanto si pone come interfaccia tra l’allevatore e l’Autorità competente e fornisce un apporto non trascurabile al funzionamento del sistema ClassyFarm. Quest’ultimo infatti, ha la finalità di classificare gli allevamenti sulla base del livello di rischio rilevato appunto dal Veterinario aziendale in autocontrollo e durante il controllo ufficiale migliorando la programmazione e l’organizzazione delle ispezioni. Seppure ClassyFarm sia stato elaborato per la raccolta di informazioni relative alla biosicurezza, benessere animale, parametri sanitari e produttivi, alimentazione animale, consumo di farmaci antimicrobici e lesioni rilevate al macello nei suini, ruminanti e avicoli, al momento risulta operativo soltanto per la raccolta dei dati in merito al taglio della coda negli allevamenti di suini. Infatti, la Commissione Europea nel 2017 aveva richiesto a tutti gli Stati Membri di adottare dei Piani di azione per prevenire la morsicatura della coda dei suini allevati ed evitare il ricorso sistematico alla caudotomia, al fine di garantire il pieno rispetto di quanto previsto dalla Direttiva 2008/120/CE. L'Italia, in collaborazione con il Centro di Referenza per il benessere animale (C.Re.N.B.A.), ha messo appunto per il triennio 2018-2020 il “Piano di azione nazionale per il miglioramento dell’applicazione del D.lgs. 122/2011: misure particolari finalizzate alla prevenzione del ricorso al taglio delle code ed a assicurare la disponibilità del materiale di arricchimento ambientale” (nota DGSAF 15340 del 22/06/2018)

Tale piano prevedeva:

  • Entro il 31/12/2018 la compilazione da parte dell’allevatore con il supporto del Veterinario aziendale/Veterinario di fiducia di una specifica check list “Valutazione del rischio taglio coda” in tutti gli allevamenti da ingrasso e da riproduzione in cui viene attuato lo svezzamento.
  • A partire dal 01/01/2019 la messa in atto delle misure correttive e migliorative, nel caso in cui fossero emerse delle criticità dalla compilazione della C.L. e l’introduzione di piccoli gruppi di suini con coda integra da sottoporre a monitoraggio per l’eventuale insorgenza di episodi di morsicature.

Da gennaio 2019, i VA accreditati possono compilare la C.L. sopramenzionata direttamente nell’applicativo ClassyFarm; quest’ultimo attraverso l’elaborazione delle schede di valutazione e relativi cronoprogrammi, consente una ricognizione informatizzata degli allevamenti che ricorrono alla pratica del mozzamento della coda e calcola il livello di rischio di morsicatura per ogni singola realtà aziendale. Individuare i potenziali fattori stressanti, siano essi di natura strutturale o gestionale, alla base di tale comportamento ed adottare delle misure migliorative rappresentano il primo passo per iniziare ad interrompere la pratica oramai consolidata in tutta l’Unione Europea della caudectomia. Di grande utilità sono le “Linee guida per la prevenzione del taglio della coda nell’allevamento suino dallo svezzamento all’ingrasso” elaborate dal C.Re.N.B.A, nelle quali vengono affrontati i potenziali fattori in grado di aumentare il rischio della morsicatura delle code (es. materiali esplorabili, aree di decubito, pulizia degli animali, confort termico e qualità dell’aria, stato di salute, spazio disponibile, accesso agli alimenti ed acqua ecc.). Tali linee guida rappresentano un valido ausilio sia per il Veterinario Aziendale che Ufficiale per la corretta compilazione delle C.L. di propria competenza. A tal proposito nel corso di formazione, sono state visionate le C.L. redatte dai Veterinari Aziendali per il territorio dell’Area Vasta 2 ed inserite in ClassyFarm; è stato anche illustrato il funzionamento dell’applicativo per quanto riguarda la lettura dei feedback del sistema e l’interpretazione dei risultati. Inoltre, si è discusso della versione aggiornata della C.L. per il controllo ufficiale effettuato sia nell’ambito del P.N.B.A. che ai fini della condizionalità. In particolare, sono state evidenziate le novità rispetto alla precedente versione come ad esempio la presenza per ogni quesito di un’interpretazione facente riferimento alla normativa o alle Linee guida, l’aggiunta del giudizio facoltativo di “ottimale”, la richiesta della % di mortalità/anno per i settori riproduzione/svezzamento/ingrasso, la presenza di domande sugli indicatori “animal based” (ABMs)  ed infine la nuova modalità di registrazione del controllo nell’apposito applicativo di VETINFO.

Particolare attenzione è stata rivolta alla stesura negli allevamenti del manuale di corretta prassi aziendale cosiddetto G.M.P. Nonostante infatti la loro adozione da parte degli operatori del settore alimentare (OSA) sia una scelta volontaria, come stabilito dal Regolamento CE 852/2004 e ribadito dalle sue linee guida applicative del 2010, nonché dai regolamenti CE 853/2004 e CE 183/2005,  va sottolineata l’importanza del loro utilizzo per facilitare gli operatori stessi nell’osservanza degli obblighi normativi. A tale scopo, in particolare l’operatore/allevatore che opera a livello di produzione primaria e delle operazioni associate (trasporto, magazzinaggio e manipolazione dei prodotti primari sul luogo di produzione, compreso il trasporto degli animali vivi) deve rispettare i requisiti generali e specifici in materia di igiene degli alimenti e dei mangimi, in materia di tracciabilità e rintracciabilità degli stessi e tenere registrazioni relative alle misure adottate per il controllo dei pericoli in modo appropriato e per un periodo di tempo adeguato a commisurato alla tipologia e alle dimensioni dell’allevamento. In particolare le necessarie registrazioni riguardano la natura e l’origine degli alimenti somministrati agli animali; i prodotti medicinali veterinari o le altre cure somministrate agli animali, con le relative date e periodi di sospensione; l’insorgenza di malattie che possono incidere sulla sicurezza dei prodotti di O.A.; i risultati di tutte le analisi effettuate su campioni prelevati da animali o altri campioni prelevati a scopi diagnostici, che abbiano rilevanza per la salute umana e su tutte le segnalazioni pertinenti sui controlli effettuati su animali o prodotti di O.A. Tali registrazioni devono essere conservate e messe a disposizione delle A.C. e degli operatori che ricevono i “prodotti”.

A livello nazionale, il Ministero della Salute, in collaborazione con AIA (Associazione Italiana Allevatori) e ANAS (Associazione Nazionale Allevatori Suini) ha approvato manuali di corretta prassi aziendale per alcune specie animali tra cui bovini da latte e da carne, ovi-caprini, cunicoli e suini. L’utilizzo di questi manuali “ufficiali” tuttavia, non trova riscontro nella pratica, almeno nella realtà dei piccoli e medi allevatori marchigiani .

Ciononostante, tenendo conto delle indicazioni dettate dalla normativa vigente, considerando la fattispecie degli allevamenti presenti nel territorio e applicando la flessibilità enunciata nella Comunicazione 2016/C/278/01, il Servizio Igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche dell’Area Vasta 2, sta promuovendo e incoraggiando da diverso tempo la predisposizione di manuali di corretta prassi aziendale da parte degli allevatori detentori di allevamenti di maggiore consistenza, compreso quelli suinicoli. A tale scopo è stato elaborato un schema, revisionato di pari passo con l’aggiornamento normativo, che rappresenta una linea guida da utilizzare da parte dell’allevatore per la realizzazione del proprio manuale di corretta prassi.

Nella seconda giornata del corso è stata condotta una prova in campo in un allevamento suinicolo da riproduzione ed ingrasso, situato nel territorio dell’Area Vasta 2, finalizzata al controllo del benessere animale. In tale occasione il personale del servizio IAPZ ha avuto modo di compilare la C.L. ufficiale e confrontarsi al fine di uniformare il più possibile le valutazioni degli ispettori.

In conclusione il Corso di formazione, che ha previsto delle lezioni frontali ed una esercitazione pratica, ha rappresentato una preziosa occasione per approfondire il ruolo e le responsabilità della figura del Veterinario aziendale, il funzionamento e gli obiettivi del sistema ClassyFarm, la tematica del taglio della coda nell’allevamento suinicolo e l’importanza delle stesura dei manuali G.M.P. A tal proposito si ritiene necessario continuare come A.C. il lavoro di sensibilizzazione, in particolare per la specie suinicola, per far comprendere come la predisposizione del G.M.P. con il supporto del Veterinario aziendale, comprensivo di procedure, descrizioni, registrazioni specifiche, proporzionate e commisurate al proprio allevamento, possa rappresentare un prezioso strumento per valorizzare la propria azienda e classificarla ad un livello di rischio inferiore.

 

Autori: Dott.ssa Claudia Grilli - Dott.ssa Cristina Carnevali

    

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