Infezioni Correlate all’Assistenza e Uso di Antibiotici: L’Allarme dell’ECDC per le Strutture Sanitarie Europee
Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) rappresentano una minaccia crescente per la salute pubblica in Europa, colpendo milioni di pazienti ogni anno. Secondo l’ultimo rapporto del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), pubblicato il 5 maggio 2025, circa 4,3 milioni di pazienti ricoverati negli ospedali dell’UE/SEE contraggono almeno un’infezione durante la degenza ospedaliera.
I dati della sorveglianza costituiscono un quadro preoccupante
L’ECDC ha coordinato la quarta indagine di prevalenza puntuale (HALT-4) nelle strutture di assistenza a lungo termine (LTCF) tra il 2023 e il 2024. L’obiettivo era stimare la prevalenza delle ICA e l’uso di antimicrobici, nonché valutare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni .
In Italia, uno studio nazionale condotto nel 2022 su 15 LTCF ha rilevato una prevalenza di ICA del 2,54%, con il COVID-19 come infezione più frequente (30,3%). L’uso di antimicrobici era presente nel 3,02% dei residenti, con la ceftriaxone come antibiotico più prescritto.
I dati regionali degli ospedali italiani
In regione Lombardia, un’indagine del 2022 su 28 ospedali ha evidenziato una prevalenza di ICA del 10,1%, con infezioni del sangue, urinarie e respiratorie tra le più comuni. Il 42,1% dei pazienti riceveva terapia antimicrobica sistemica, con un uso significativo di antibiotici appartenenti alle classi “Watch” e “Reserve” secondo la classificazione dell’OMS .
In Piemonte, la prevalenza delle ICA era dell’8%, con un uso di antibiotici ridotto al 40% rispetto al 42,8% del 2016. Si è osservato un aumento dell’uso di amoxicillina e una diminuzione dei fluorochinoloni, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR).
Le implicazioni per la Salute Pubblica
Le ICA causano più decessi in Europa rispetto a qualsiasi altra malattia infettiva sotto sorveglianza dell’ECDC. Ogni giorno, 1 paziente su 15 negli ospedali e 1 residente su 24 nelle LTCF ha almeno un’ICA. In totale, si stimano 8,9 milioni di ICA ogni anno in Europa.
È allarmante che solo nel 53% delle ICA ospedaliere e nel 19% di quelle nelle LTCF sia identificato il microrganismo responsabile. Inoltre, un terzo dei batteri associati alle ICA è resistente agli antibiotici, complicando ulteriormente il trattamento.
Prevenzione e Controllo: Una Priorità
Secondo l’ECDC, più della metà delle ICA è prevenibile attraverso misure efficaci di prevenzione e controllo delle infezioni (IPC). Interventi come l’igiene delle mani e la disinfezione ambientale possono ridurre il rischio di morte da infezioni resistenti agli antimicrobici di oltre il 50% e diminuire le complicanze a lungo termine di almeno il 40%.
In Italia, il PNCAR 2022-2025 promuove un approccio “One Health” per contrastare l’antimicrobico-resistenza, includendo sorveglianza, prevenzione delle ICA, uso appropriato degli antibiotici e formazione del personale sanitario.
Conclusioni
I dati dell’ECDC sottolineano l’urgenza di rafforzare le politiche di prevenzione delle infezioni e l’uso prudente degli antimicrobici. È fondamentale che cittadini e consumatori siano informati e coinvolti in queste tematiche, poiché la sicurezza dei pazienti e la sostenibilità del sistema sanitario dipendono anche dalla consapevolezza e dalla collaborazione di tutti.
Per approfondire, è possibile consultare il rapporto completo dell’ECDC:
👉 Point prevalence survey of healthcare-associated infections and antimicrobial use in European long-term care facilities


Le infezioni associate all'assistenza sanitaria (ICA) rappresentano una minaccia per i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine (LTCF) in Europa. Sebbene la prevalenza delle ICA nelle LTCF sia inferiore rispetto agli ospedali per acuti, esse sono comunque motivo di preoccupazione. Alcune ICA possono essere trattate facilmente, ma altre possono avere un impatto serio sulla salute individuale.
Secondo un'indagine condotta in Europa nel 2023-2024:
• Il 3,1% dei residenti delle LTCF presenta almeno un'ICA associata alla struttura.
• I tipi più comuni di infezioni sono quelle del tratto urinario, del tratto respiratorio e della cute, rappresentando l'86% dei casi.
• Di questi casi, il 20% ha avuto un risultato microbiologico positivo.
• È stato riscontrato che il 23% delle infezioni nelle LTCF campionate erano resistenti agli antibiotici di primo livello. Le fonti evidenziano che molte infezioni rilevate nelle LTCF sono resistenti agli antimicrobici e che gli antimicrobici continuano a essere prescritti eccessivamente.
• Il 4,1% dei residenti ha ricevuto almeno un trattamento antimicrobico.
• Per quanto riguarda il motivo della prescrizione, il 68,8% è per trattamento e il 29,1% per profilassi. Le infezioni del tratto urinario sono il motivo principale per il trattamento (68,5%) e la profilassi (41,8%).
Le sfide relative al personale e alle politiche di prevenzione e controllo delle infezioni (PCI) nelle LTCF includono:
• 1 struttura su 5 non ha un medico responsabile del coordinamento delle pratiche e delle politiche.
• 1 struttura su 5 non ha personale con formazione in PCI.
• 1 struttura su 7 non ha accesso a consulenze esperte esterne in materia di PCI.
• 3 strutture su 5 non hanno un comitato per la PCI.
Relativamente alle pratiche di PCI e sorveglianza:
• La disponibilità di protocolli scritti non sempre garantisce la loro messa in pratica da parte del personale.
• La percentuale di LTCF con protocolli scritti per l'igiene delle mani è l'81%, per i cateteri urinari l'84%, e per MRSA/MDRO il 94%.
• I programmi di sorveglianza per le ICA sono presenti nel 32,9% delle LTCF, per i microrganismi resistenti agli antimicrobici nel 31,3%, e per il consumo di antimicrobici nel 24,2%.
• Per quanto riguarda l'igiene delle mani, il metodo più frequente è il sapone e l'acqua (39%), seguito dalla soluzione a base alcolica (30%).
• Il 18% delle strutture non ha organizzato formazione sull'igiene delle mani nell'anno precedente.
• Il 82% non ha un monitoraggio e feedback regolari sull'igiene delle mani.
• Il consumo mediano di soluzione a base alcolica è di 4,9 litri per 1.000 giorni-residente, inferiore rispetto agli ospedali per acuti.
Le raccomandazioni per migliorare la situazione includono:
• Garantire la disponibilità di personale con formazione in PCI.
• Garantire competenze fondamentali per i professionisti della PCI.
• Garantire la disponibilità di consulenze esperte in PCI, allocare risorse adeguate alla formazione in PCI e promuovere la consapevolezza.
• Promuovere l'adozione di test diagnostici per ottimizzare il trattamento.
• Garantire che il personale delle LTCF responsabile dell'assistenza infermieristica abbia accesso migliorato e tempestivo ai risultati microbiologici.
• Migliorare le pratiche di prescrizione antimicrobica razionalizzando l'uso di antimicrobici per la profilassi, specialmente per le infezioni del tratto urinario.
• Dare priorità alla disinfezione delle mani a base alcolica, implementare sistemi di controllo qualità e sorveglianza, monitoraggio e feedback regolari.
PCI: Prevenzione e controllo delle infezioni
LTCF: Long term care facilities