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Resistenza ai carbapenemi nella catena alimentare

Resistenza ai carbapenemi nella catena alimentare

Gli antibiotici, cruciali per combattere le infezioni batteriche, stanno diventando meno efficaci a causa della capacità dei batteri di sviluppare meccanismi di difesa. Un aspetto particolarmente preoccupante è la comparsa e la diffusione di batteri resistenti anche agli antibiotici “di ultima risorsa”, come i carbapenemi.

EFSA ha prodotto un report che approfondisce proprio questo tema, focalizzandosi sulla presenza di Enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE) nella catena alimentare all’interno dell’Unione Europea (UE) e dell’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA).

I carbapenemi sono antibiotici ad ampio spettro utilizzati per trattare infezioni batteriche gravi nell’uomo, e la resistenza a questi farmaci rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica a livello globale.

 Le infezioni resistenti ai carbapenemi sono spesso associate ad ambienti legati all'assistenza sanitaria, e sono difficili da curare, con possibili esiti sfavorevoli.

Il report pubblicato da EFSA rappresenta un aggiornamento di una precedente valutazione del 2013 sull'argomento. Da allora, diverse ricerche hanno segnalato la presenza di CPE nella filiera alimentare europea.

L’obiettivo principale del lavoro svolto è di analizzare i dati più recenti (dal 2013 ad oggi) per comprendere meglio le fonti e le modalità di diffusione di questi batteri resistenti negli animali destinati alla produzione alimentare, nei prodotti derivati e nell’ambiente di produzione.

Cosa emerge principalmente da questa analisi?

Presenza Confermata: I CPE sono stati rilevati nella catena alimentare europea a partire dal 2011 e la loro presenza sembra essere in aumento

Diverse Fonti: Questi batteri resistenti sono stati isolati da varie matrici, tra cui animali destinati alla produzione di alimenti (in particolare suini), carne e, in misura minore, in alimenti di origine non animale e nell'ambiente di produzione.

Meccanismi di Resistenza: La resistenza ai carbapenemi è principalmente dovuta alla produzione di enzimi chiamati carbapenemasi. I geni che codificano per questi enzimi, come blaVIM, blaOXA-48-like e blaNDM, sono stati identificati nei batteri isolati.

Diffusione Genetica: La diffusione di questi geni di resistenza è facilitata da elementi genetici mobili come i plasmidi, che possono trasferirsi tra diversi tipi di batteri.

Potenziale Rischio per l'Uomo: Sebbene non sempre sia facile stabilire un collegamento diretto, la presenza di CPE nella catena alimentare solleva preoccupazioni riguardo al potenziale trasferimento della resistenza dagli animali all’uomo. In alcuni casi, plasmidi simili sono stati trovati sia in batteri animali che umani.

Monitoraggio Attivo: L’Unione Europea ha implementato sistemi di monitoraggio della resistenza antimicrobica nei batteri zoonotici e commensali provenienti da animali destinati alla produzione alimentare.

Misure di Controllo: I paesi UE/EFTA hanno messo in atto piani di controllo e misure di contenimento per prevenire l’introduzione e la diffusione di CPE nella filiera alimentare. Questi includono spesso indagini epidemiologiche per tracciare la fonte dei batteri resistenti

In sintesi, il documento dell’EFSA fornisce un quadro dettagliato sulla situazione attuale della presenza e della diffusione di batteri resistenti ai carbapenemi nella catena alimentare europea. Comprendere questa problematica è fondamentale per adottare strategie efficaci volte a proteggere la salute pubblica e preservare l’efficacia degli antibiotici per le future generazioni.

La ricerca continua è cruciale per identificare i fattori di rischio e i meccanismi di trasmissione, al fine di implementare misure di prevenzione e controllo mirate.

 

Leggi l'opinione scientifica di EFSA

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Tag: AMR
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Alessandro BaiguiniAlessandro Baiguini

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