INTRODUZIONE
L’esame ispettivo della selvaggina cacciata, viene posto, dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017 “Definizione dei livelli essenziali assistenziali” nell’allegato 1 “Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica”, Area di intervento E “ Sicurezza alimentare – Tutela della salute dei consumatori” come attività di sorveglianza sulla macellazione e lavorazione della selvaggina, intesa come controlli sulla macellazione degli animali e sulla selvaggina destinata al consumo umano, prestando Controlli Ufficiali sulle varie attività, adottando provvedimenti conseguenti, con rendicontazione e report informativi ai cittadini, operatori sanitari ed istituzioni.
Il Regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 marzo 2017
“relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari”disciplina l’esecuzione dei controlli ufficiali e delle altre attività ufficiali effettuate dalle autorità competenti degli Stati membri per verificare la conformità alla normativa, in relazione agli alimenti la sicurezza alimentare, l’integrità e la salubrità, in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione di alimenti, comprese le norme volte a garantire pratiche commerciali leali e a tutelare gli interessi e l’informazione dei consumatori.
Nell’articolato del Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/627 della Commissione del 15 marzo 2019 -che stabilisce modalità pratiche uniformi per l'esecuzione dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano in conformità al regolamento (UE) 2017/625, viene stabilito chi e come vengono effettuati i controlli ufficiali sugli alimenti di origine animale destinati al consumo umano, ispezione della selvaggina selvatica compresa.
Nella Regione Marche nel novembre del 2002 veniva rilevata la prima positività per M. bovis in un cinghiale abbattuto in attività venatoria, alle pendici del Monte San Vicino, nel territorio del Comune di Matelica. Da allora la curva delle positività, in un primo momento caratterizzata da un andamento altalenante, ha poi iniziato a salire dando luogo a degli scatti verso l’alto piuttosto marcati.
In parallelo ai riscontri rilevati in sede di attività ispettiva della selvaggina, si sono rilevati anche focolai di tubercolosi bovina in diversi allevamenti siti nelle zone interessate dalle positività riscontrate nei selvatici.(Tutte riferibili allo stesso genotipo di M. bovis SB 0120 VNTR 3.3.5.3.3 QUBS/MIRU 10.4.4.4.3.6.5) .
Considerate le circostanze la Regione Marche nel 2013 ha emanato il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 156 del 05 settembre 2013, atto a rafforzare le misure di contenimento, ed impartire regole più rigorose nelle misure di controllo ufficiale.
Forse mai come oggi il controllo ufficiale applicato nell’esame della selvaggina cacciata, ha raggiunto livelli cosi elevati.
Dal 2001 sui seguenti 8 Comuni: Matelica, San Severino Marche, Pioraco, Fiuminata, Sefro, Castelraimondo, Gagliole, Esanatoglia, tutti insistenti nell’Ambito Territoriale di CacciaMC1,l’attività de Servizio di Igiene degli Alimenti di Origine Animale, ASUR Marche Area Vasta 3 Macerata ha ispezionato circa 12600 cinghiali abbattuti in attività venatoria, nelle diverse modalità, collettiva in braccata, girata e singola in selezione, (grafico n.1)
Sono risultati interessati da lesioni riconducibili ad infezione tubercolare, 531 capi (Grafico n. 2)
Grafico n. 2
All’accertamento diagnostico di laboratorio, teso a verificare la presenza del M. bovis, sono risultati positivi 166 capi. (Grafico n. 3)
Grafico n. 3
Nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2014 il numero di capi con lesioni e dei capi risultati positivi al M. bovis, è rimasto piuttosto basso e costante, negli ultimi 5 anni hanno subito un notevole incremento, mentre gli abbattimenti hanno seguito un andamento più regolare.(grafici 4-5-6)
Grafico n. 4
Grafico n. 5
Grafico n. 6
Le visite ispettive degli animali cacciati, vengono effettuate il giorno successivo all’abbattimento, presso le case di caccia, per evitare lo spostamento di notevoli masse di materiale potenzialmente infetto e contaminante, ed avere le possibilità di visionare le carcasse in tempo reale. I capi sono identificati con fascetta numerata posta subito dopo l’abbattimento, sul tendine di Achille, le carcasse sono disposte all’interno delle celle frigorifere, con le frattaglie appese tra le due mezzene dello stesso animale .
Si inizia con l’esame documentale, verificando:
- ispezione della testa con particolare riferimento ai linfonodi retrofaringei, cervicali e mandibolari
- ispezione del polmone e dei linfonodi peribronchiali e mediastinici
- ispezione del fegato e dei linfonodi periportali
- esame delle pleure e del peritoneo parietale, presenza di aderenze
- verifica stato di nutrizione, eventuale presenza cachessia e/o di edemi generalizzati
- verifica che la morte non sia dovuta a cause diverse dalla caccia
- presenza di tumori o ascessi diffusi
- artriti, vecchie fratture, presenza di parassiti
- alterazioni del colore, della consistenza e dell’odore della muscolatura
- altri accertamenti ritenuti necessari quali: tagli, sezionamenti, ispezioni ed eventuali prelievi per campionamenti.
Viene in seguito fatto il prelievo di un frammento di muscolo diaframmatico in base a quanto previsto dal Regolamento (UE) 1375/2015 per la ricerca della trichinella.
Per l’esiguo numero di capi, che vengono inoltrati presso il Centro di Lavorazione della selvaggina, si procede secondo i dettami del Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/627.
RISULTATI
Nella stagione venatoria 2019/20, in attività venatoria sono stati abbattuti ed esibiti a visita 1019 capi, come di seguito riportati nella tabella n.1:
Tabella n. 1
Su 1019 animali abbattuti il 7.6% risulta essere interessato da lesioni riferibili ad infezione tubercolare, il 5.8% risulta positivo all’esame batteriologico, tra i capi con lesioni nel 76.7% dei casi e stato isolato il M. bovis. Il 49% degli animai abbattuti erano maschi il 51% femmine.( Grafico n. 7)
Grafico n. 7
Gli animali all’interno delle classi di età sono stati divisi per sesso
- Sotto 12 mesi sono 192 capi il 18.8% con 76 maschi 116 femmine
- Tra 12 e 24 mesi sono 290 capi il 28.5% con 146 maschi 144 femmine
- Tra 24 e 36 mesi sono 303 capi il 29.7% con 138 maschi 165 femmine
- Oltre 36 mesi sono 234 capi il23% con 140 maschi 94 femmine.
(Grafico n. 8)
Grafico n. 8
Sono stati interessati da abbattimenti di capi positivi, sette comuni su otto pari al 92% del territorio come da grafico n. 9
Grafico n. 9
Tra i capi con lesioni ci sono 48 maschi (62.4%) e 29 femmine (37.6%), 48 capi sotto i 36 mesi (62.4%) e 29 animali sopra i 36 mesi (37.6%). (Grafico n. 10)
Grafico n. 10
Tra i capi positivi al batteriologico per M. bovis, ci sono 35 maschi (59.4%) e 24 femmine (40.6%), 42 animali sotto i 36 mesi (71.2%) 17 capi sopra i 36 mesi (28.8%).( Grafico n. 11)
Grafico n. 11
Tra gli animali sotto i 36 mesi ci sono 42 positivi su 48 con lesioni 87.5%, tra i capi sopra i 36 mesi i positivi sono 17 su 29 il 58.6%.
Tabella n. 2 Animali con lesioni riferibili ad infezione tubercolare, negativi all’esame batteriologico:
Tabella n. 2
Tra gli animali con lesioni riferibili ad infezione tubercolare, negativi all’esame batteriologico, ci sono 5 femmine (28%) e 13 maschi (72%), 6 animali sotto i 36 mesi (33%) e 12 capi sopra i 36 mesi (67%).
Tabella n. 3 Capi positivi:
Tabella n. 4 Animali positivi al batteriologico per M. bovis anche in sede polmonare