Secondo una stima orientativa e largamente approssimata, nel territorio nazionale sarebbero presenti non meno di 300.000-500.000 cinghiali.
Nella Regione Marche risulta presente diffusamente e stabilmente soprattutto lungo la fascia collinare ed appenninica.
Dopo il picco negativo della popolazione raggiunto dalla specie negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, quando scomparve sul versante adriatico della penisola, il cinghiale, a partire dagli anni ’60, ha iniziato una nuova crescita della popolazione con un progressivo ampliamento dell’areale che lo ha portato alla odierna situazione di ampia diffusione e consistenza numerica.
A determinare ciò hanno concorso alcuni dei fattori responsabili dell’esplosione demografica della specie anche nel resto d’Europa.
Il recupero del bosco in zone precedentemente utilizzate per l’agricoltura e la pastorizia, il progressivo spopolamento di vaste aree di media montagna sia a livello alpino che, soprattutto, a livello appenninico e la conseguente diminuzione della persecuzione diretta, hanno contribuito, in buona misura, a determinare il fenomeno.
Non meno importante si è rivelata la massiccia introduzione di cinghiali, inizialmente operata con soggetti catturati all’estero e, successivamente, con animali prodotti in allevamenti nati e sviluppatesi progressivamente in diverse regioni italiane.