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Il controllo dei molluschi in mare

  • 18 marzo 2013
  • Autore: Redazione VeSA
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Come viene realizzato il controllo in mare?

I Medici Veterinari ed i Tecnici della Prevenzione, appartenenti ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aree Vaste costiere dell' ASUR Marche eseguono i campionamenti di cozze e di vongole direttamente in mare, nelle zone storicamente approvate per la pesca professionale di questi molluschi, anche in in collaborazione con gli operatori del settore alimentare coinvolti, previa stipula di apposita convenzione, come previsto dal Decreto Dir. P.F. Veterinaria e Sicurezza Alimentare n.190/VSA del 13/11/2009 Piano di sorveglianza delle zone di produzione e stabulazione dei molluschi bivalvi vivi ai sensi del reg. CE 854/04“


Il Monitoraggio dei mitili

I prelievi hanno di norma cadenza settimanale  nei mitili e nell’acqua di mare, per la ricerca di alghe e biotossine algali, bimestrale per le determinazioni batteriologiche (Escherichia Coli e Salmonella) e semestrale per le analisi chimiche (Piombo Cadmio e Mercurio) nei soli molluschi.

Vengono effettuati, per i banchi naturali, negli stessi punti individuati, in passato, come rilevanti, fin dalla fase preliminare di classificazione delle aree di produzione dei molluschi bivalvi vivi, eventualmente integrati alla luce delle indicazioni ottenute dai piani di sorveglianza  elaborati dei servizi veterinari costieri
 
Questo ha permesso di realizzare un archivio “storico” di dati, prodotti dall’analisi dei campioni di molluschi prelevati nel corso degli anni.

Il monitoraggio presso gli allevamenti di mitili che attuano il sistema “a trecce” viene invece effettuato raccogliendo cozze pronte per il consumo umano, in punti diversi dell’allevamento ed in ciascuna “resta”  (cioè la “calza” che scende in mare e contiene i molluschi).

Per eseguire il campionamento si tirano in barca più trecce (lunghe circa 4 metri ciascuna).
Da ognuna vengono prelevati mitili dalla parte terminale della “resta”, a metà, e dalla porzione di treccia vicino alla superficie marina.
In alternativa, le reste, divise in tronconi da un taglio trasversale, vengono inserite nella macchina “sgranatrice”, la quale, mediante un movimento rotativo in una tramoggia semiconica, assicura il distacco l’uno dall’altro dei singoli molluschi e la separazione dei soggetti sottomisura, mediante il passaggio su un vaglio a griglia vibrante ed il completo mescolamento del prodotto proveniente dalla singola resta.

Gli esemplari, così selezionati, concorrono alla formazione del campione, per un peso totale di circa 4 chili.
Vengono posti, per l’invio al laboratorio, in un sacco di rete riportante, su apposito cartellino, la data, il luogo e la firma dell’esecutore del campione stesso.
Il campione viene posto in un contenitore termico refrigerato, che lo protegge da sbalzi termici ed ulteriori eventuali contaminazioni.

Per i banchi naturali è necessaria l’immersione di un subacqueo, che distacca direttamente dallo scoglio la quantità di cozze (circa 4 kg.) necessaria per la formazione del campione.
In questi stessi punti viene eseguito anche il campionamento dell’acqua marina, utilizzando un apposito retino a maglie piccolissime (20 micron), in grado di raccogliere acqua ed alghe eventualmente presenti in essa.

I campioni così ottenuti, scortati dal relativo verbale di prelievo vengono consegnati ai rispettivi laboratori di riferimento, (Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche per i molluschi e Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche- A.R.P.A.M.- per l’acqua di mare).


 Il Monitoraggio delle vongole

Le vongole vivono naturalmente su fondali sabbiosi in vicinanza della costa.
Per questo il loro campionamento è possibile solo utilizzando lo strumento professionale in uso sulle barche che effettuano la pesca professionale delle vongole, la c.d. “Turbosoffiante”.

Gli stessi Consorzi dei pescatori di vongole mettono a disposizione degli operatori sanitari una delle loro imbarcazioni, per la raccolta dei campioni.

La pesca delle vongole viene effettuata calando sul fondale marino l’apposito “rastrello”, (in gergo “il ferro”), che trascinato dalla barca a ritroso per un certo tempo (circa 10 minuti), raccoglie le vongole, strisciando sul fondo come un rastrello.

Le “strisciate” del rastrello vengono effettuate entro zone di mare prefissate ed idonee alla pesca delle vongole.

Per ciascuna zona vengono fatte due “strisciate”, parallele alla linea di costa, una dove l’acqua ha una profondità compresa fra i 3 ed i 6 metri e una dove ha una profondità fra i 6 ed i 9 metri.

Issato nuovamente a bordo, il rastrello riversa in una tramoggia le vongole e quant’altro raccolto sul fondo del mare.

Dalla tramoggia, il pescato passa in un vagliatore rotante che separa i molluschi in base alla dimensione raggiunta, permettendo così di reimmettere in mare quelli di piccole dimensioni, cioè al di sotto della misura commerciale.

Anche in questo caso si raccolgono vongole di taglia idonea al consumo, per formare un campione di circa 4 chili, che poi viene confezionato con le modalità già descritte per le cozze.


Analogamente ai mitili, i campioni di vongole vengono inviati alle sezioni territoriali dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche dove vengono effettuate le analisi di laboratorio per le determinazioni batteriologiche e chimiche, mentre i campioni di acqua marina vengono consegnati ai laboratori A.R.P.A.M. dove verranno sottoposti alle medesime analisi previste per il monitoraggio dei mitili.

Guarda alcune immagini del monitoraggio dei mitili e il monitoraggio delle vongole a mare, disponibili anche fra i documenti allegati al presente articolo

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Ultima modifica:19 marzo 2013

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