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FAO/WHO impatto dell’alimentazione animale sulla sicurezza degli alimenti

  • 6 marzo 2008
  • Autore: Redazione VeSA
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A seguito del meeting di esperti della FAO (Food And Agriculture Organization) e della WHO (World Health Organization) svoltosi a Roma nell’ottobre del 2007, è stato pubblicato il rapporto sull’impatto dell’alimentazione animale sulla sicurezza degli alimenti.

Il rapporto, a seguito dell’analisi sullo stato attuale delle conoscenze in materia di sicurezza dei mangimi e delle ricadute sulla sicurezza degli alimenti di origine animale, suggerisce come, a fronte di un numero considerevole di potenziali pericoli in costante aumento, sia necessario un approccio basato sulla valutazione e sulla gestione del rischio in modo da prevenire i pericoli connessi con l’alimentazione animale piuttosto che intraprendere contro-misure successive all’individuazione del  problema.

Le valutazione sulla sicurezza dei mangimi riguarderà pertanto i pericoli che possono mettere a rischio la salute degli animali come primi consumatori di mangimi, i pericoli derivanti dall’ingestione da parte dell’uomo di residui attraverso gli alimenti di origine animale nonché i pericoli a cui potrebbero essere esposti i lavoratori addetti alla preparazione di mangimi addizionati con additivi e/o farmaci.

I pericoli più importanti identificati dal gruppo di esperti sono:

Sostanze chimiche: diossine, dibenzofurani, PCB diossino-simili per le quali si suggerisce un aumento di controlli in particolare nelle farine di pesce, nei mangimi minerali e nei foraggi esposti a contaminazioni.


Micotossine: aflatossina B1, da ricercarsi in particolare nei cereali ed in particolare nel mais prestando attenzione  all’alimentazione degli animali lattiferi e sensibilizzando gli allevatori sul fatto che gli animali alimentati con mangimi contaminati non presentano sintomi di tossicità da micotossine.


Metalli pesanti: arsenico, cadmio, mercurio e piombo per i quali gli esperti individuano le fonti ed i tessuti animali dove avviene la bio-accumulazione.


Farmaci veterinari: che possono essere presenti a seguito di contaminazione crociata in mangimi destinati ad animali produttori di alimenti per uso umano che sono stati prodotti dopo la produzione di mangimi medicati sulla stessa linea di produzione nel mangimificio, o (anche se questa via non è molto significativa) in mangimi contenenti ingredienti derivati da animali che presentano residui di farmaci, o ancora a seguito di uso illegale di farmaci nell’alimentazione animale che porta alla presenza di residui nelle carni, nel latte e nelle uova.
E’ stata inoltre suggerita la possibilità di presenza di residui di antibiotici nei prodotti di distilleria a seguito dell’uso degli stessi per il controllo della contaminazione microbica durante il processo di fermentazione.


Pesticidi organoclorurati:  che possono accumularsi nelle carni degli animali destinati al consumo umano.


Pericoli microbiologici: che originano da pascoli contaminati e dalla somministrazione agli animali di farine proteiche (vegetali e/o animali). Tra i patogeni vengono elencati: la brucella di cui è nota la possibilità di trasmissione agli animali con i foraggi contaminati e successiva eliminazione con il latte, le salmonelle per le quali i mangimi potrebbero essere un importante fonte di contaminazione  degli animali e di conseguenza dell’uomo.
Il gruppo ritiene tuttavia che sono necessari ulteriori approfondimenti per stabilire l’importanza dei mangimi nella trasmissione di malattie.


Endoparassiti: alcuni endoparassiti degli animali come Echinococcus, Toxoplasma gondii, Cisticercus e Trichinella  possono in particolari stati del loro ciclo di sviluppo contaminare i mangimi.


Piante tossiche: anche se gli effetti tossici e la potenziale presenza di principi tossici nel latte e nelle carni sono ben documentati, sono carenti i dati sui limiti massimi che possono residuare nei prodotti di origine animale (LMR), sulla  quantità giornaliera ingeribile e su altri parametri.

Il gruppo ha poi affrontato gli aspetti relativi ai controlli analitici suggerendo l’utilizzo di metodi veloci  e poco costosi di screening per una prima valutazione di conformità dei mangimi alla normativa ed ha poi posto l’attenzione sulla possibilità di ricorrere a metodi alternativi rispetto a quelli standardizzati limitatamente per piccoli numeri di combinazioni analita-matrice.

L’importanza dell’adozione, da parte degli operatori del settore dei mangimi e da parte delle autorità, degli standards ufficiali del Codex Alimentarius è stata ribadita con l’annuncio della pubblicazione IFIF/FAO: “Manual of good practices for the feed industries”  che sarà disponibile nel corso del 2008.

E’ stata sottolineata l’importanza della condivisione delle conoscenze e della possibilità di accedere a molte informazioni tramite internet su di alcuni siti specifici come: Animal Feed Resources Information System (AFRIS) e International Portal on Food Safety, Animal and Plant Health
Alla luce di quanto trattato, il gruppo ha concluso che degli standards internazionali per i residui di sostanze indesiderabili presenti negli alimenti di origine animale dovrebbero basarsi sull’approccio della “tolerable daily intake” (TDI) ( n.d.r.= assunzione giornaliera tollerabile)  ed ha formulato diverse raccomandazioni in materia di sicurezza dei mangimi .

 

Fonte : Vet Journal  http://www.evsrl.it/vet.journal/approfondimento.php?codnotizia=2900

 

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