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Funghi epigei e ipogei spontanei

  • 10 febbraio 2006
  • Autore: Redazione VeSA
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I Funghi epigei spontanei … si possono mangiare?

Non sempre ciò che è bello è buono, questo vale soprattutto se si parla di funghi. Infatti alcune specie di funghi che sembrano ottime per forma ed aspetto non sono affatto commestibili, a differenza di altre che parrebbero di scarso pregio e valore.
Non tutti sanno che alcuni funghi eduli hanno un sosia non commestibile o addirittura tossico o velenoso mortale, per cui è molto facile sbagliare, soprattutto se si è inesperti.

Per evitare questi errori dovuti a inesperienza e/o superficialità nella raccolta degli esemplari, si devono tenere presenti alcune regole quando si va alla ricerca dei funghi e inoltre, se necessario, ci si deve rivolgere a personale esperto.

Si deve anche tenere presente che spesso i funghi sono chiamati con nomi popolari (nome volgare) e in alcuni casi il nome usato in una zona per un fungo commestibile, può indicare, in un’altra zona, un fungo velenoso.
Per evitare equivoci, è opportuno, anche a livello locale, usare e diffondere il nome scientifico che indica il genere e la specie.
A tale proposito anche i presunti “esperti di paese” non sono attendibili.

Gli stessi funghi commestibili richiedono determinate attenzioni: raccogliere esemplari interi e in buon stato di conservazione, cuocerli in maniera adeguata, non abusare nel consumo.

Ogni anno in Italia nel periodo di maggiore raccolta dei funghi si verificano numerosi episodi di intossicazione.
Questo è uno dei principali motivi per cui sono nati gli Ispettorati Micologici.

Tutte le Aziende Sanitarie in base alla Legge 352/93 e DPR 376/95 hanno istituito, presso i S.I.A.N. dei Dipartimenti di Prevenzione delle Zone Territoriali dell’ASUR, delle funzioni di controllo micologico pubblico , per effettuare  il riconoscimento ed il controllo dei funghi epigei spontanei, ove opera personale formato ai sensi del DM 686/96, in possesso della qualifica di Micologo, ottenuta dopo corso teorico-pratico, superamento di esame finale ed iscrizione al “Registro Nazionale dei Micologi”.

Il compito principale è quello di verificare e certificare la commestibilità dei funghi, sia di quelli destinati alla vendita, sia di quelli destinati al consumo diretto da parte del singolo cittadino che li ha raccolti.

In pratica l’Ispettore Micologo riconosce, classifica e certifica i funghi; vigila nelle varie fasi del commercio dei funghi; è di supporto ai Medici Ospedalieri in caso di intossicazione da funghi.

Ad ogni singola richiesta di prestazione l’ispettorato micologico del S.I.A.N. rilascia appropriata certificazione con indicato il genere e la specie del fungo; tale certificazione è gratuita per i privati cittadini mentre è soggetta a tariffario regionale, in misura di 0,60 euro/kg di funghi, nel caso di commercializzazione e vendita.

Inoltre negli Ispettorati micologici dei Dipartimenti di Prevenzione, ci si occupa anche di funghi essiccati, conservati o comunque preparati.

Per conoscere gli orari e le sedi dove si effettua il controllo micologico, si possono contattare telefonicamente le singole Zone Territoriali.

CONDIZIONI PER LA RACCOLTA: 

Il Tesserino di abilitazione

In base alla Legge Regionale 25 luglio 2001 n. 17, nella Regione Marche, per poter raccogliere funghi epigei spontanei, è necessario essere in possesso di un tesserino di abilitazione rilasciato previa partecipazione a corsi formativi, organizzati dalle Comunità Montane ove esistenti o dalle Province per il restante territorio.

L’ Articolo n.7 della medesima legge definisce le modalità di realizzazione dei corsi formativi.

Il  tesserino di abilitazione è valido per tutto il territorio della Regione.
Oltre al possesso del suddetto tesserino il raccoglitore è tenuto al pagamento di un importo quale permesso di raccolta, in misura variabile a seconda della durata del permesso stesso.

Autori:

Componente   -   Redazione Distribuita e Direttore Editoriale

Ultima modifica: 9 novembre 2009

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