Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità (è riuscito a dimostrare per la prima volta scientificamente, che i virus dell’influenza aviaria a bassa patogenicità sono in grado di infettare l’uomo.
Il lavoro scientifico, che uscirà il 1 ottobre p.v. sul Journal of Infectious Diseases, è già disponibile ondine sul sito della rivista.
Ricercatori italiani dell’ ISS hanno analizzato 983 campioni di sangue prelevati da addetti al settore avicolo di regioni del Nord Italia colpite, tra il 1999 ed il 2003, da epizozie di influenza aviaria causate da virus a bassa patogenicità. Sette soggetti, esposti al virus H7N3 a bassa patogenicità, sono risultati sieropositivi per questo sottotipo.
Secondo la dott.ssa Donatelli - virologa dell’ISS e principale autore dello studio -
“ La trasmissione all'uomo, pur in assenza di sintomi clinici, potrebbe creare le condizioni ideali per lo scambio di segmenti genici tra virus influenzali aviari ed umani, favorendo la comparsa di un nuovo virus influenzale potenzialmente patogeno per l'uomo e facilmente trasmissibile mediante trasmissione interumana".
"Questo non significa che il passaggio dall'animale all'uomo sia certo e imminente" - prosegue la dott.ssa Donatelli - "anzi i virus influenzali aviari, per le loro caratteristiche antigeniche, patogenetiche e di specificità dell'ospite, sono scarsamente capaci di replicarsi nell'uomo. Prova ne è che l'H5N1, pur circolando dal 1997 nelle regioni del Sud-Est Asiatico, non ha ancora subito modificazioni tali da renderlo facilmente trasmissibile all'uomo.Tuttavia, il nostro studio invita a non abbassare la guardia e a migliorare i piani di sorveglianza dell'influenza aviaria nelle specie animali suscettibili, anche in presenza di infezioni da virus aviari a bassa patogenicità".
"Riteniamo che, alla luce delle evidenze da noi riportate, per prevenire fenomeni di riassortimento genetico tra virus influenzali umani ed aviari, sia da ribadire la necessità della vaccinazione antiinfluenzale per le categorie di lavoratori esposti al contagio come già indicato nelle circolari ministeriali degli ultimi anni. L'Italia infatti è stato il primo paese europeo ad inserire i lavoratori del settore avicolo tra le categorie per le quali è raccomandata la vaccinazione antiinfluenzale annuale".