CHE COS’E’?
La Malattia Vescicolare del suino (MVS) è una malattia infettiva e contagiosa causata da un virus che colpisce i suini e che può causare ingenti danni economici poiché la norme comunitarie e nazionali prevedono gravi restrizioni commerciali sia per gli animali vivi che per i prodotti derivati .
Si tratta comunque di una malattia che non si trasmette in alcun modo agli uomini né direttamente né attraverso i prodotti alimentari derivati.
Fu osservata per la prima volta in Lombardia nel 1966 in un allevamento industriale di suini all’ingrasso e venne diagnosticata inizialmente come afta epizootica finché ricerche più approfondite permisero di identificare l’agente causale in un Enterovirus.
Quando si manifesta nella sua forma clinica si possono osservare: ipertermia, zoppia e lesioni vescicolari localizzate principalmente sui cercini coronali, sul grugno e a volte anche sulla cute.
Non è clinicamente differenziabile dall’afta epizootica, dalla stomatite vescicolare e dall’esantema vescicolare.
CHI LA PROVOCA ?
L’agente eziologico è un
virus ad RNA monocatenario, appartenente alla famiglia
Picornaviridae, genere
Enterovirus, sprovvisto di envelope e molto resistente nell’ambiente esterno.
Esistono ceppi virali a diversa virulenza.
Caratteristiche di resistenza del virus
Temperatura
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Preservato dalla refrigerazione e dal congelamento, inattivato a 56°C /1 ora
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pH
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Stabile a grandi variazioni di pH (2-12)
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Disinfettanti
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Inattivato dall'idrossido di sodio (2%), idrossido di potassio (2%), glutaraldeide. Per la disinfezione del personale possono essere utilizzati agenti ossidanti, iodofori acidi, in combinazione con i detergenti
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Sopravvivenza
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Resistente alla fermentazione e all'affumicamento. Può rimanere nel prosciutto per 180 gg, negli insaccati per più di 1 anno, e negli involucri intestinali trattati per più di 2 anni
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Il suino viene considerato l’unico animale che in natura manifesta sintomatologia clinica. Sperimentalmente è stata infettata anche la pecora.
COME SI DIFFONDE ?
Nell’ambito degli allevamenti la trasmissione avviene soprattutto per contatto di suini sensibili con suini malati; nei liquami della porcilaia il virus può persistere oltre 4 mesi e sopravvivere a lungo anche nei prodotti alimentari di origine suina; i salami, le ghiandole endocrine egli intestini sono sorgente di virus MVS.
Nel prosciutto di Parma esso è stato riscontrato fino a 180 giorni dalla preparazione, sia nel muscolo che nel midollo osseo e nel grasso.
Si deve inoltre considerare che la malattia può decorrere in forma in apparente,cioè senza sintomi clinici ; vi sono quindi animali portatori del virus, non riconoscibili clinicamente, che possono diffondere l’infezione.
L’epidemiologia della Malattia Vescicolare è condizionata dalla elevata resistenza dell’agente eziologico nell’ambiente esterno. Gli animali infatti, si possono infettare sia per contatto diretto con gli animali infetti che con l’ambiente o gli alimenti o oggetti contaminati. Anche i mezzi di trasporto possono contribuire alla diffusione dell’infezione.
Nel 2001 e nel 2002 sono stati segnalati focolai di malattia in Italia, dove è in corso un piano di eradicazione.
Nel 2008 il virus è stato individuato in Umbria, Toscana, Lazio e Abruzzo, ed al momento la situazione epidemiologica italiana è ancora in evoluzione. Sono in corso rigorosi accertamenti per stabilire il numero preciso di focolai della malattia.
COME SI SVILUPPA ?
Il virus può penetrare nell’ospite recettivo per via cutanea, dalle tonsille, attraverso la mucosa intestinale. Vi è una prima moltiplicazione virale nel punto d’ingresso, poi il virus , attraverso il sistema linfatico raggiunge il sangue e si ha viremia, della durata di 2 – 3 giorni.
Il virus si localizza in molti organi e tessuti fra cui anche la cute e le mucose, dove si sviluppano le lesioni vescicolari che compaiono dopo un periodo variabile di 3 – 11 giorni dal contagio. L'agente eziologico manifesta una spiccata affinità per l’epitelio del cercine coronario, della lingua, delle labbra, del grugno, ma anche per il miocardio e per i vasi sanguigni del sistema nervoso centrale.
QUALI SINTOMI PROVOCA ?
Il periodo d’incubazione può variare da 2 a 7 giorni; va ricordato che, da un punto di vista clinico, la MVS non si distingue dall’afta epizootica né dalle altre malattie vescicolari del suino (stomatite vescicolare ed esantema vescicolare) e che, negli ultimi anni, la malattia ha quasi sempre avuto un decorso sub clinico , cioè senza sintomi osservabili.
Quando la MVS si manifesta nella sua forma classica si ha ipertermia che, in genere, non dura più di 5 giorni. Le uniche lesioni macroscopiche rilevabili sono
vescicole di varie dimensioni, localizzate lungo il cercine coronario, negli spazi interdigitali, sui capezzoli, nella cavità buccale, sulla lingua e sul grugno.
A volte le lesioni podali sono così gravi da comportare la caduta degli unghielli.
Raramente si osservano sintomi nervosi come: atassia, maneggio, convulsioni e paralisi.
QUALI SONO LE LESIONI ANATOMO-PATOLOGICHE ?
Dopo la morte dell’animale si possono rilevare:
- Lesioni macroscopiche: sulla cute e sulle mucose sono presenti lesioni vescicolari a diversi stadi evolutivi. In genere le lesioni più gravi sono a livello degli arti e possono comportare anche la perdita degli unghielli.
- Lesioni istologiche: oltre alle tipiche lesioni cutanee e mucosali, a livello del sistema nervoso centrale si può rilevare infiltrazione linfocitaria perivascolare e flogosi a carico della neuroglia. Nel miocardio possono essere presenti piccoli focolai di necrosi con infiltrazione di neutrofili.
COME SI FA DIAGNOSI ?
Non esistono segni clinici patognomonici (cioè specifici della malattia).
Come già detto,la Malattia Vescicolare del suino non è clinicamente differenziabile dall’afta epizootica, dalla stomatite vescicolare e dall’esantema vescicolare con le quali va sempre fatta una Diagnosi differenziale.
Per tale motivo il sospetto di malattia, specie quando si manifesta per la prima volta in un territorio, deve essere considerato come sospetto di afta.
Per potere differenziare queste patologie è necessario ricorrere al laboratorio.
Uno degli elementi che però può contribuire ad individuare la malattia in causa, è la verifica delle specie animali colpite. Queste malattie vescicolari hanno infatti un diverso spettro d’ospite:
Afta epizootica: artiodattili domestici e selvatici
Malattia Vescicolare: suino
Stomatite Vescicolare: cavallo, bovino, suini domestici e selvatici, procione, cervo, uomo
Esantema Vescicolare: suino, specie acquatiche
Diagnosi di laboratorio:
Per poter effettuare la diagnosi di laboratorio devono essere prelevati i seguenti campioni:
- Epitelio dalle vescicole non ancora rotte o appena rotte
- Fluido vescicolare
- Sangue prelevato da animali febbrili, con anticoagulante (EDTA)
- Feci di animali con sintomatologia e asintomatici
- Campioni di sangue non trattato per gli esami sierologici
Diagnosi diretta
Queste prove di laboratorio permettono di evidenziare la presenza dell’antigene del virus
L’identificazione virale viene effettuata utilizzando le seguenti tecniche diagnostiche:
ELISA
E’ una ELISA sandwich che nella diagnosi di routine ha sostituito la fissazione del complemento.
PCR
Evidenzia la presenza di una sequenza del genoma virale. E’ un test rapido (48 ore) molto sensibile.
Diagnosi indiretta
Le tecniche sierologiche di riferimento sono:
- prova di Virus Neutralizzazione (VN) che è la prova sierologica di riferimento. Questa prova ha lo svantaggio che per la sua esecuzione richiede colture cellulari e di conseguenza per gli esiti sono necessari 2-3 giorni.
- Elisa competitiva, è una prova rapida facilmente standardizzabile. Una piccola percentuale di sieri (circa 1%) di animali mai esposti al virus della malattia vescicolare può dare esito positivo a questo test. Mediante un’Elisa trapping è possibile differenziare le classi anticorpali: IgM, IgG.
Ciò consente di definire l’età dell’infezione (infezione recente, infezione remota).
COME SI PUO’ PREVENIRE ?
Profilassi sanitaria
La Malattia Vescicolare del Suino è una malattia della ex Lista A dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (
OIE ), soggetta a denuncia obbligatoria a livello nazionale ed internazionale, la sua presenza in un territorio può provocare gravi restrizioni commerciali sia per gli animali vivi che per i prodotti derivati.
La malattia è presente sul territorio nazionale e sono attualmente in corso piani di eradicazione.
Quando si evidenziano focolai, tutti gli animali presenti nell’azienda (malati, infetti, sospetti d’infezione e di contaminazione) devono essere abbattuti e distrutti.
Si deve poi procedere con le operazioni di pulizia e disinfezione previa distruzione dei materiali e prodotti contaminati.
Considerata l’elevata resistenza dell’agente eziologico nell’ambiente, prima del ripopolamento dell’azienda è necessario introdurre e poi testare gli animali sentinella. Contemporaneamente alle operazioni di estinzione nella sede del focolaio, devono essere rintracciati e distrutti gli animali ed i prodotti che erano stati spostati dall’azienda infetta prima del sequestro dell’allevamento, per verificarne lo stato sanitario. L’agente eziologico, come già riportato, è un virus molto resistente nell’ambiente e, di conseguenza, tutte queste operazioni di pulizia e disinfezione devono essere particolarmente accurate.
Profilassi vaccinale
E’ vietata la vaccinazione.
Fonti:
1998- Trattato di malattie infettive degli animali domestici- Renato Farina, Franco Scatozza- UTET
Ultimo aggiornamento 29 Ottobre 2008
Per gli operatori sanitari interessati si comunica che è possibile effettuare il download della modulistica e del manuale operativo per MVS collegandosi al sito del Centro Nazionale di Referenza per le malattie vescicolari ( CERVES) - IZS della Lombardia e dell'Emilia-Romagna al seguente indirizzo internet http://62.149.198.83/cerves/login.php