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Lo zilpaterolo

  • 4 dicembre 2008
  • Autore: Redazione VeSA
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Lo zilpaterolo è un agonista beta-2- adrenergico di terza generazione approvato in alcuni Stati extraeuropei come farmaco veterinario promotore della crescita nei bovini e vietato nella UE .

In Italia dal 2009 tale sostanza è stata introdotta tra quelle che saranno ricercate nell’ambito del Piano Nazionale Residui.
Negli Stati in cui è autorizzato, il prodotto viene somministrato nel mangime ad un dosaggio di 6-8 g di zilpaterolo cloridrato per tonnellata di mangime, con un conseguente assunzione che va da 60 a 90 mg di principio attivo capo/giorno negli ultimi 20-40 giorni prima della macellazione.
Negli Stati in cui son autorizzati farmaci contenenti zilpaterolo il tempo di sospensione per tali prodotti è di tre giorni.
I beta-2- agonisti sono sostanze usate come broncodilatatori nell’uomo e negli animali, che a dosi superiori possono avere un effetto anabolizzante.
I risultati che si ottengo con la somministrazione dello zilpaterolo sono un incremento del tasso di aumento di peso, un miglioramento della conversione alimentare e l’ottenimento di carcasse piu’ magre.
Gli animali sottoposti a trattamento con zilpaterolo cloridrato possono mostrare un incremento nella frequenza respiratoria e un elevato livello di creatinafosfochinasi e di creatinina.
Negli animali trattati con zilpaterolo si ha una diminuzione del tessuto adiposo sottocutaneo senza alterazione della marezzatura (tessuto adiposo intramuscolare). Inoltre la carcassa ha, in seguito alla carenza di glicogeno dovuta la trattamento ormonale, una non ottimale acidificazione. Infine si ha l’appiattimento della cresta tracheale dovuta all’azione ormonale sulle cellule muscolari lisce che si rilassano soprattutto a livello dell’albero bronchiale.
Gli effetti tossici acuti che tali ormoni provocano se vengono assunti dall’uomo sono: palpitazioni cardiache, tremori muscolari , tetania, ed emicranie severe. I residui si concentrano maggiormente nel fegato degli animali.
La genotossicità e la carcinogenicità sono gli effetti tossici cronici che rappresentano un ulteriore motivo che ha indotto il legislatore europeo a vietare l’impiego di tale prodotto negli animali. .I soggetti più a rischio sono i bambini, i cardiopatici e le donne incinte.
I metodi che meglio permettono di rilevare la presenza di zilpaterolo nelle urine degli animali trattati sono l’ELISA, l’HPLC, e la cromatografia liquida MS/MS.
Alcuni studi condotti in nazioni in cui il prodotto è somministrato legalmente agli animali hanno accertato che al trattamento consegue uno scadimento della tenerezza e della palatabilità delle carni.
 
 
Ultima modifica 3 dicembre 2008
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