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Resistenza agli antibiotici dello Staphylococcus aureus : valutazione congiunta EFSA-ECDC-EMEA

  • 24 giugno 2009
  • Autore: Redazione VeSA
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L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA)  , il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)   e l'Agenzia europea per i medicinali (EMEA)   hanno pubblicato il 16 giugno scorso una relazione scientifica congiunta sullo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) negli alimenti e negli animali da allevamento e domestici.

Il problema dell’antibiotico resistenza è considerato molto seriamente dalle Autorità Europee e quello del MRSA rappresenta una preoccupazione che ha portato allo sforzo congiunto delle Agenzie europee, con l’intento di fornire indicazioni utili alla riduzione della diffusione di patogeni non sensibili all’azione dei comuni agenti antinfettivi.

Gli esperti scientifici EFSA e ECDC, in risposta ad una richiesta della Commissione europea, sono giunti a concludere che  suini, vitelli  e polli da allevamento  sono spesso portatori asintomatici di un ceppo specifico di MRSA detto CC398.

Tuttavia, pur sussistendo la possibilità di una contaminazione degli alimenti da MRSA, allo stato attuale non vi sono prove che l'ingestione o la manipolazione di cibi contaminati possa aumentare i rischi per la salute umana.

Anche le persone a contatto con animali vivi portatori del ceppo CC398 di MRSA potrebbero essere a rischio di infezione  Tale ceppo particolare di MRSA  è stato associato nell'uomo, anche se di rado,  a serie infezioni cutanee e dei tessuti molli, a polmonite e a intossicazione del sangue.

 Tuttavia anche gli animali da compagnia possono contrarre un'infezione da MRSA in cui i batteri vengono trasmessi prima dall'uomo all'animale e poi  viceversa.

Per la prevenzione particolare importanza assumono le  misure igieniche di base, in particolare lavarsi le mani prima e dopo il contatto con gli animali e, se possibile, evitare il contatto diretto con secrezioni nasali, saliva e ferite.
Il trasporto di animali ed il contatto fra animali vivi e uomo sono probabilmente fattori importanti nella trasmissione dell'MRSA, per questo  le misure di controllo più efficaci saranno quelle attuabili al livello degli allevamenti.

L'Agenzia europea per i medicinali (EMEA)  sottolinea come  un uso prudente degli antimicrobici negli animali deve rimanere una misura indispensabile e raccomanda  di monitorare la somministrazione di queste sostanze agli animali per individuare eventuali fonti di utilizzo superfluo nonché  di evitare l’impiego negli animali di farmaci di ultima linea destinati al trattamento dell'MRSA nell'uomo,  al fine di mantenerne l’efficacia  in quest'ultimo.

Uno degli aspetti trattati nel rapporto scientifico congiunto EFSA-ECDC- EMEA   è quello relativo alle conseguenze derivanti dall’uso di antimicrobici negli animali da reddito e in quelli da compagnia in relazione al rischio di colonizzazione od infezione con MRSA.

Di seguito riportiamo una sintetica traduzione del documento "Joint scientific report of ECDC, EFSA and EMEA on meticillin resistant Staphylococcus aureus (MRSA) in livestock, companion animals and food."

Bestiame

  • Come nel caso della somministrazione di antimicrobici nell’uomo, anche in questo caso il rischio è quello dell’emergenza e della diffusione del CC398 ( il ceppo di MRSA più frequentemente associato allo stato di portatore asintomatico negli animali destinati alla produzione alimentare in allevamenti intensivi).
     
  • Studi molecolari suggeriscono l’ipotesi che la co-selezione derivante dall’uso di agenti non beta-lattamici probabilmente contribuisce all’alta prevalenza del CC398.
     
  •  Il monitoraggio del consumo di antimicrobici in medicina veterinaria è carente in molti Paesi. Tale monitoraggio è richiesto per fornire evidenza addizionale alla relazione causale che vi è tra il consumo degli antimicrobici e l’occorrenza del MRSA CC398

Cavalli

  • Molti ospedali veterinari sarebbero ad alto rischio e le infezioni post-chirurgiche potrebbero portare ad epidemie.
  •  Anche in questa specie l’uso massiccio di antimicrobici rappresenta un fattore di rischio per la diffusione del MRSA

Animali da compagnia

  • La contaminazione con MRSA può portare ad una colonizzazione, all’infezione specialmente dopo interventi chirurgici, alla trasmissione inter-umana (proprietari, veterinari) e tra altri animali da compagnia.
     
  • Al pari di quanto rilevato dall’epidemiologia umana anche per gli animali da compagnia è evidente che l’uso di antimicrobici rappresenta un fattore di rischio per la diffusione dell’MRSA.

Il rapporto prosegue con l’elencazione di una serie di opzioni di gestione degli animali coerenti con l’intento profilattico che mira a ridurre la diffusione del MRSA.

Sulla base delle estrapolazioni derivanti dalla medicina umana, la biosicurezza e la riduzione della pressione selettiva da antimicrobici sono fondamentali nel limitare la diffusione del MRSA nel mondo animale.
Le misure di igiene come la disinfezione delle mani ed un’adeguata cura delle ferite sono essenziali.

Ai fini della sorveglianza, la registrazione degli antimicrobici utilizzati deve essere scrupolosa con l’indicazione della specie animale trattata e della posologia, anche per valutare l’efficacia dell’intervento terapeutico.
 
Deve essere presa in considerazione l’ipotesi di limitare l’uso di agenti microbici particolari e nuovi, destinandoli unicamente alla medicina umana. Per tali sostanze non sono stabiliti limiti massimi residuali e persiste il divieto di utilizzo per la cura degli animali destinati alla produzione di alimenti.

Anche l’uso negli animali da compagnia e nei cavalli non destinati alla produzione alimentare è in discussione, a causa del rischio di sviluppo di una resistenza nei confronti di tali agenti e di conseguente diffusione di batteri resistenti all’uomo.

Bestiame

  •  L’uso massiccio di antimicrobici a scopo profilattico rappresenta un importante fattore di rischio per la diffusione del MRSA, tuttavia i dati sono ancora scarsi.
     
  • Considerando l’occorrenza del CC398 nei diversi stati Membri della UE, l’approccio deve essere integrato al fine di rendere le strategie di controllo e la sorveglianza efficaci.
     
  •  Misure di biosicurezza che limitino la diffusione verso, da e fra gli allevamenti devono essere documentate e investigate al fine di dimostrarne l’efficacia e l’effetto nel lungo termine. Anche i commerci devono essere monitorati al fine di evitare la trasmissione.

Cavalli e animali da compagnia

  • Misure d’igiene rigide e la quarantena sono necessarie per ovviare alle epidemie negli ospedali per animali.
     
  • Devono essere adottate strategie che riducano il rischio di infezioni ospedaliere, anche da MRSA. Una delle componenti di tali strategie è la limitazione dell’uso di antimicrobici in relazione agli interventi chirurgici.

Persone in contatto con gli animali

  • Al fine di produrre linee guida gestionali adeguate è necessaria una stretta collaborazione tra esperti di medicina umana e veterinari, associata ad un’educazione appropriata.
     
  • Le misure di riduzione del rischio per limitare la diffusione del MRSA tra gli animali devono prendere in considerazione le persone in contatto con gli animali.

Sommario e traduzione, a cura dell’autore, del documento congiunto ECDC,EFSA ed EMEA  “Joint scientific report of ECDC, EFSA and EMEA on meticillin resistant Staphylococcus aureus (MRSA) in livestock, companion animals and food “

Leggi il documento originale in inglese

Fonte: Comunicato stampa  EFSA 

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Ultima modifica: 23 giugno 2009

 

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