Sostanzialmente immutato rispetto agli anni precedenti è stato inviato alle Regioni il Piano nazionale di sorveglianza per l’influenza aviaria 2010.
Gli obiettivi riproposti sono quelli di individuare la presenza del virus, nei suoi sottotipi H5 e H7, negli allevamenti industriali e rurali, di individuare quali siano le zone a rischio di introduzione della patologia, in base a densità di popolazione avicola e analisi territoriale, e sviluppare infine un sistema d’allerta efficace a barriera della trasmissione dalle popolazioni selvatiche.
Praticamente tutte le tipologie d’allevamento vengono coinvolte dal piano, ne sono escluse solo le quaglie da carne ed i boiler, in conseguenza della breve vita produttiva.
I fattori di rischio sui quali ci si basa per la scelta delle aziende da campionare sono le tipologie d’allevamento, in particolare chi produce all’aperto, chi ricovera animali di età diversa, di specie diversa o di lunga vita produttiva. In riferimento al territorio si dovranno considerare pericolosi gli allevamenti che utilizzano acque di superficie e quelle collocate in particolari aree, esempio quelle umide, o poste sulle rotte migratorie dei selvatici.
Ogni regione deve provvedere ad organizzare campionamenti casuali su di un numero di allevamenti che garantisca l’individuazione di un gruppo positivo se la prevalenza è superiore o uguale al 5%, con un livello di confidenza del 95% (che sale al 99% se si tratta di aziende che producono tacchini, oche, anatre e riproduttori di quaglie).
Il piano riporta il numero di allevamenti da testare in base alla valutazione quantitativa delle aziende attivate nelle diverse regioni. Nello specifico, in caso di oche e anatre si deve provvedere ad effettuare 40-50 prelievi ematici per struttura che ospita oche, anatre e riproduttori di quaglie, 10 negli altri casi e 5 in ogni capannone, in caso di aziende che si avvalgono di più edifici.
Lo stesso dicasi per gli eventuali prelievi effettuati in sede di macellazione.
Si prevede inoltre, nella seconda parte del piano, un programma di sorveglianza sui volatili selvatici, specie svernanti e di passo, nonché di quelle nidificanti nel nostro territorio, che può svilupparsi sia in modalità attiva (avicoli vivi e cacciati) che passiva (recupero delle carcasse).
Il piano si completa con i dati relativi alle vaccinazioni effettuate in Italia e con i moduli per gli inoltri dei campionamenti ai competenti Istituti Zooprofilattici.
Leggi il Piano di monitoraggio nazionale influenza aviaria - anno 2010
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Ultima modifica:1 febbraio 2009