Emanato il Decreto del Dirigente della P.F. Veterinaria e Sicurezza Alimentare n° 42 del 02/03/10 che recepisce e applica,a livello regionale, il Piano Nazionale di lotta nei confronti dell’Influenza Aviare, in particolare nei confronti dei sierotipi a più alta patogenicità, l’H5 e l’H7.
Nell’anno trascorso e all’inizio del 2010, a seguito dell’attività di rintraccio di partite di provenienza extraregionale, presso aziende commerciali e di svezzamento marchigiane, sono state rilevate positività e aperti focolai di influenza a bassa patogenicità (LPA).
L’esperienza maturata, gli studi e le considerazioni epidemiologiche scaturite da questi casi, hanno permesso di adeguare le direttive nazionali alle esigenze regionali, ed armonizzarle alla reale situazione locale.
Il controllo e la messa in atto delle norme di biosicurezza, di cui alla Delibera di Giunta n. 2175 del 2002, consentono di guardare con una certa tranquillità agli allevamenti industriali intensivi, la cui frequenza di monitoraggio viene sensibilmente diminuita, passando dalla cadenza mensile nel primo e terzo quadrimestre, all’attuale semestralità.
Il piano impegna le U.U.O.O. Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche, nella verifica del rispetto delle norme di biosicurezza previste in tutti gli allevamenti avicoli industriali, per prevenire l’introduzione di possibili agenti virali anche tramite mezzi di trasporto, personale, mangimi, attrezzi, ecc..
In allegato al piano è stata inoltre predisposta la seguente modulistica dedicata:
- check list (disponibile in formato word) che permetterà di standardizzare le attività di controllo. Tale check list è già stata utilizzata e quindi validata dal personale della Zona Territoriale 11 di Fermo.
- scheda di accompagnamento campioni - monitoraggio sierologico
Tra le strutture da sottoporre ai campionamenti, a cura delle U.U.O.O. di Sanità Animale, l’attenzione si rivolge, invece e soprattutto, ai commercianti ed agli svezzatori, realtà che sono spesso sfuggite ai controlli e ai prelievi, ove l’elevata movimentazione e la promiscuità di specie di diversa età e categoria li rende gli ambienti, attualmente, a più alto rischio di introduzione virale.
Le novità nel monitoraggio si estendono anche alle aziende in cui si trovano richiami vivi, per i possibili contatti con avifauna selvatica, e agli animali da carne a lunga vita produttiva quali capponi e razze di polli pesanti, che possono avere contatti con la filiera avicola rurale, recentemente interessata dalla diffusione di virus influenzale a bassa patogenicità.
Infine viene considerata la sorveglianza presso gli allevamenti avicoli rurali, che può riguardare sia strutture commerciali (di consistenza inferiore ai 250 capi) che da autoconsumo, i cui controlli sono stati distribuiti in base a criteri che tengono conto dei collegamenti con i focolai di influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI) di altre regioni, alla vicinanza di aree geografiche a rischio di contatto con migratori selvatici e per uniformare la numerosità campionaria tra le varie zone territoriali.
In data 19 marzo 2010 il piano è stato presentato ai Servizi di Sanità animale delle Zone territoriali ASUR Marche in occasione di un incontro svoltosi presso la PF Veterinaria e sicurezza alimentare - Servizio Salute della Regione Marche.
I materiali presentati nel corso della riunione dalla Dr.ssa Anna Duranti del Centro Epidemiologico Regionale Veterinario ( CERV) sono disponibili per gli operatori sanitari che accedono con le proprie credenziali di accreditamento ( Userid e password) al seguente link:
Incontro su Piani di sorveglianza nella Filiera Avicola e revisione dell’anagrafe zootecnica - Ancona 19 marzo 2010
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Ultima modifica: 22 marzo 2010