X
GO

Pubblicato dall’EFSA il report sulle zoonosi – anno 2009

  • 9 giugno 2011
  • Autore: Redazione VeSA
  • Visualizzazioni: 2618
  • 0 Commenti

La direttiva 2003/99/CE  prevede che gli Stati membri della UE raccolgano i dati sull'incidenza di zoonosi, agenti zoonotici, resistenza agli antimicrobici, popolazioni animali ed epidemie di origine alimentare.

L’EFSA esamina i dati ricevuti e pubblica annualmente delle relazioni sintetiche in collaborazione
con l’ European Centre for Disease Prevention and Control  (ECDC) che analizza i dati forniti sulle infezioni nell’uomo causata da agenti zoonotici.

Dall’ analisi delle relazioni fornite si evincono i trend epidemiologici di infezione nonché i patogeni maggiormente coinvolti nei casi di infezione dell’uomo.

Il  22 marzo 2011 è stata pubblicata la relazione per l’anno 2009 “The European Union Summary Report on Trends and Sources of Zoonoses, Zoonotic Agents and Food-borne Outbreaks in 2009 “


L’Italia ha inviato la propria relazione con le informazioni documentate relative agli animali, gli alimenti, i mangimi e le epidemie di origine alimentare.

Nel rapporto italiano sono pubblicati i dati relativi a:

Salmonellosi

I piani di controlli nei boiler e nelle galline ovaiole hanno permesso di rilevare la presenza di salmonella con antibiotico- multiresistenza ( prevalentemente fluorchinoloni e cefalosporine di terza generazione).

Campilobatteriosi

Non esiste a livello nazionale un piano di campionamento per il monitoraggio delle contaminazioni degli animali o degli alimenti.
Alcuni studi mostrano che la carne di pollame è uno dei maggiori veicoli di trasmissione dell’infezione all’uomo.
Il cane risulta essere un reservoir per l’infezione da campylobacter spp.
Anche C. jejuni e C. coli di origine bovina sono spesso resistenti a fluorchinoloni e macrolidi.

Listeriosi

Il numero delle notifiche relative a listeriosi in Italia è inferiore alla media UE, anche se il trend degli ultimi 5 anni ha dimostrato di essere in aumento come nel resto dell’Europa.
I dati sulla listeriosi negli animali non vengono raccolti.
Di seguito i dati relativi al riscontro di L.monocytogenes nei prodotti pronti al consumo:
prodotti a base di carne (17.8%), prodotti a base di pesce (13.4%) e prodotti di gastronomia (8.6%)
Il latte alla stalla ha mostrato un tasso di contaminazione (1.5 %) simile al dato riscontrato nel 2008. Lo stesso discorso vale per i formaggi con un tasso di contaminazione del 5.4 %.
I vegetali risultano contaminati nel 14, 3 % dei casi, mentre i dati relativi ai campionamenti ambientali indicano positività nell’1.3% dei casi.

Infezioni da E. coli

Non essendo una malattia denunciabile l’infezione da E.coli è comunicata su base volontaria.
Vi è un osservatorio circa i casi di sindrome uremico emolitica in funzione sin dal 1988 ed il trend risulta essere stabile e riportabile ai casi verificatesi nel 2007 e 2008, quando si ebbe un certo incremento imputabile al consumo di latte fresco non pastorizzato. I casi sono circa 30-40 l’anno.
I dati relativi alle infezioni intestinali sono troppo scarsi per essere analizzati anche per il fatto che sono molto pochi i laboratori che effettuano  la ricerca dei coli VTEC.

Tubercolosi e malattie da micobatteri

Nel report sono indicate le aree ufficialmente indenni e quelle che stanno acquisendo tale status.
Il sistema di monitoraggio è basato su intradermoreazione e  visita post-mortem.
Le aree endemiche sono Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e recentemente (2007 e 2008) alcuni nuovi episodi di comparsa dell’infezione si sono avuti in Valle d’Aosta, Sardegna, Provincia Autonoma di Trento.

Brucellosi

In Campania, Calabria, Puglia e Sicilia l’infezione è endemica, mentre in altre Regioni la brucellosi è sporadica e ristretta a poche mandrie. Il latte e i prodotti a base di latte sono le fonti per la diffusione del patogeno all’uomo.
B. abortus e B. melitensis sono importanti cause di zoonosi che possono colpire prevalentemente categorie di lavoratori a contatto con gli animali ( allevatori, macellatori, veterinari).
E’ importante che vengano riportati anche i casi riferibili a brucellosi dei suini e dei suidi selvatici, anche se i casi segnalati riguardano B.suis 2, che non dovrebbe essere patogena per l’uomo.

Yersiniosi

Rara in Italia, l’infezione è conseguente al consumo di carne suina poco cotta e di latte non pastorizzato. L’incidenza è sconosciuta per il fatto che non sono raccolti i dati circa il grado di contaminazione degli alimenti e degli animali.
Y.enterocolitica viene isolata in carne suina, bovina ed ovina, preparazioni di gastronomia, carne macinata. La prevalenza nei vegetali è molto bassa.
Non avviene la distinzione tra ceppi patogeni e non patogeni nel caso di isolamento di Y.enterocolitica. O:3 e O:9 che rappresentano  i sierotipi maggiormente isolati in Italia.

Trichinellosi

Dal 1959, quando la ricerca delle trichine in Italia è diventata obbligatori, il riscontro del parassita è stato raro (27 casi in suini allo stato brado), che indica una prevalenza pari a 0,0000054% ( su 510 milioni di animali macellati).
Vi sono indicazioni per abbassare la guardia nei confronti degli animali allevati in condizioni controllate, mentre andrebbe mantenuto il controllo nelle produzioni all’aperto, rurali e nella cacciagione.

Echinococcosi

Echinococcus granulosus sensu stricto, E. equinus e, E. ortleppi e ceppi suini sono i predominanti in Italia, negli animali allevati, nei cani, negli animali selvatici ( cinghiali e lupi maggiormente) e nell’uomo.
E. multilocularis è stato descritto nelle volpi.
Nell’uomo si ha un numero di casi di 1.3/100.000 persone.

Toxoplasmosi

Negli ultimi 20 anni in Italia come negli altri Paesi sviluppati si è registrato un calo nel numero di episodi di toxoplasmosi. Tale situazione è da ascriversi probabilmente alle migliori condizioni igieniche e all’utilizzo della catena del freddo nella preparazione e conservazione degli alimenti.
Siccome non sempre i casi di toxoplasmosi acuta sono notificati è difficile individuare una correlazione tra la diffusione della malattia negli animali e l’infezione nell’uomo.
E’ in atto un programma di screening degli animali, sia selvatici che domestici, al fine di definire il grado di diffusione della malattia tra gli stessi.
Non essendo in atto un sistema per le notifiche dei casi di toxoplasmosi la diffusione dell’infezione in Italia è sottostimata.

Rabbia

Nel  2009 sono stati rilevati  68 casi di rabbia (35 in Friuli e 33 in Veneto), tra cui  62 volpi, 1 tasso, 1 cervo, 3 cani e un asino.

In collaborazione con Slovenia e Austria le Autorità Italiane hanno disposto misure profilattiche per il contenimento della diffusione dell’infezione quali la vaccinazione obbligatoria degli animali di proprietà e degli erbivori domestici a rischio di infezione, divieto di caccia con i cani, incremento della sorveglianza passiva e incremento della vaccinazione orale delle volpi.


Il rapporto nazionale si conclude con l’informazione circa specifici indicatori sulla resistenza antimicrobica


Leggi la relazione dell’Italia per l’anno 2009 ( in inglese)  


Maggiori informazioni qui
http://www.efsa.europa.eu/it/reportingonzoonoses/zoonosescomsumrep.htm

 

Autore   

Ultima modifica: 9 giugno 2011
 

Stampa
Tag:
Valutazioni:
Nessuna valutazione

Redazione VeSARedazione VeSA

Altri articoli di Redazione VeSA

Contatta l'autore

Contatta l'autore

x