Recentemente la Commissione UE ha diffuso una nota informativa per sensibilizzare sui possibili rischi derivanti dal consumo carni scure di granchio ed ha emanato il Regolamento n. 420 del 29 aprile 2011 che modifica il regolamento (CE) n. 1881/2006 che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari.
Con tale nuovo regolamento si specificano , tra l’altro, le parti dei crostacei da analizzare per la verifica del rispetto del livello massimo di cadmio.
Infatti, dai monitoraggi eseguiti nel 2009-2010, la Commissione ha rilevato nelle carni scure di granchio livelli variabili e a volte elevati di cadmio (Cd),un metallo pesante che contamina l’ambiente sia per cause naturali, sia in conseguenza di processi industriali e agricoli.
I granchi possono contenere elevate quantità di cadmio negli organi e tessuti del cefalotorace, la parte centrale del corpo dell’animale.
Tale porzione, detta “carne scura di granchio” per il colore marrone-verdastro, comprende gli organi digestivi (epatopancreas) dove si accumula la maggior parte del contaminante, mentre le carni bianche, contenute nelle zampe e nelle chele, presentano generalmente livelli bassi di cadmio.
Nella maggior parte degli Stati UE si consumano solamente le zampe e le chele del granchio, ma in alcuni paesi i consumatori mangiano anche la "carne scura" che, se assunta regolarmente, potrebbe esporre ad assorbimento di elevati livelli di cadmio.
Per la popolazione generale, ad eccezione dei fumatori, la fonte principale di esposizione al cadmio è rappresentata dagli alimenti. Nell’organismo umano il cadmio, elemento nefrotossico, si accumula maggiormente nel rene e nel fegato.
Per evitare quanto più possibile un’inaccettabile esposizione dei consumatori al cadmio derivante dal consumo di carne scura di granchio, il Ministero della salute ha pubblicato il 27 giugno 2011 una nota informativa atta a scoraggiarne o limitarne il consumo.
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Ultima modifica: 19 luglio 2011