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Balsamia vulgaris

  • 11 aprile 2012
  • Autore: Redazione VeSA
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Balsamia vulgaris  Vittadini
Nome volgare: tartufo dell’aglio

 
 
 
Classe: Ascomycetes
Ordine:Pezizales
Famiglia: Helvellaceae
Genere: Balsamia
 
Carpoforo: ipogeo, a volte affiora sul terreno, di forma rotondeggiante-allungata, bitorzoluta, consistente, dimensioni di circa 2-4 cm..

Peridio: di colore rosso-ruggine, non liscio ma costituito da piccolissime verruche tondeggianti e separabili e più scure del fondo.

Gleba: da biancastra a giallina, costituita da tante cavità labirintiformi che formano tante cellette.

Aroma: inizialmente gradevole ma a maturità diviene penetrante e sgradevole.

Microscopia: spore lisce, ialine, cilindriche, contenenti tre guttule di cui quella centrale più grossa, dimensioni 28-30 x 13-13,5 micron. Gli aschi sono claviformi, peduncolati e contengono 8 spore.

Glossario

Habitat: cresce ipogeo nell’humus, in terreni argillosi, dove di solito cresce il Tuber magnatum, si trova quasi tutto l’anno ma per lo più dall’autunno fino alla primavera, in simbiosi con querce, salici, pioppi, faggi, castagni, noccioli, ecc. in numerosi esemplari, abbastanza comune.

Commestibilità: non commestibile, provoca sindrome gastroenterica se consumato crudo.

Osservazioni: si caratterizza per l’odore pronunciato, che ricorda quello dell’aglio, l’aspetto della gleba al taglio costituita da numerose cellette vuote, le spore grandi, lisce, cilindriche.
Esemplare della foto raccolto da TdP/micologo Stefano Cavalli.
 
Bibliografia:
-         I funghi delle pinete delle zone mediterranee – Adler Zuccherelli
-         I tartufi del Piceno – Alberto Mandozzi
-         I funghi dal vero – volume 7 – Bruno Cetto
-         Velenosi e commestibili – Manuale macro-microscopico delle principali specie – Mirko Illice, Oscar Tani, Adler Zuccherelli
 
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