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Residui di Prodotti Fitosanitari negli alimenti: i risultati del controllo ufficiale relativi all’anno 2012

  • 18 novembre 2014
  • Autore: Redazione VeSA
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La Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della salute ha pubblicato la "Relazione sul controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti - dati anno 2012"

Il programma annuale di controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti fa riferimento al Decreto Ministeriale 23 dicembre 1992, che definisce i piani annuali di controllo sui residui dei prodotti fitosanitari, al Regolamento CE 882/2004 relativo ai controlli ufficiali e al Regolamento (CE) 396/2005 riguardante la fissazione dei livelli massimi di residui (LMR) negli alimenti, armonizzati nei Paesi dell’Unione europea.
 
Tali limiti sono fissati tenendo conto di tutte le categorie di consumatori compresi i gruppi vulnerabili, i bambini e i vegetariani e comprende tutte le diete esistenti in Europa. I valori di LMR sono stati fissati secondo una valutazione fatta dall’EFSA usando modelli di calcolo del rischio acuto e cronico, e per ogni sostanza attiva sono stati presi in considerazione i parametri tossicologici più critici in modo da effettuare una valutazione del rischio più conservativa per il consumatore.

Il riferimento normativo per le modalità di prelievo è il Decreto Ministeriale 23 Luglio 2003, di attuazione della Direttiva Comunitaria 2002/63/CE

Il D.M. 23 dicembre 1992, prevede un programma dettagliato di attuazione dei controlli in ambito regionale e delle Province autonome, con l’indicazione tra l’altro del numero minimo e del tipo di campioni da analizzare. La ripartizione dei campioni per ogni Regione e Provincia autonoma è calcolata in base ai dati sul consumo e sulla produzione degli alimenti interessati.

Tale programma nazionale è integrato dal piano coordinato comunitario pluriennale (2012-2013-2014), di cui al Regolamento UE 1274/2011, per la quale attuazione il Ministero della salute ha emanato degli indirizzi operativi alle Regioni, stabilendo il numero di campioni da prelevare per le tipologie di alimenti previste da tale regolamento, le modalità di prelievo, le modalità di raccolta dei risultati dei controlli.

Le analisi per la ricerca di residui di prodotti fitosanitari vengono effettuate dai Laboratori del controllo ufficiale: Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (A.R.P.A.)/Presidi Multizonali di Prevenzione (P.M.P.), Laboratori di Sanità Pubblica (L.S.P.) e Istituti Zooprofilattici Sperimentali (I.Z.S.).

La Relazione sul controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti anno 2012 fornisce un quadro sia generale che di dettaglio sui risultati conseguiti e fornisce indicazioni sulle azioni future da intraprendere ad ogni livello istituzionale per migliorare e rafforzare ulteriormente il sistema di controllo ufficiale nazionale sui residui dei prodotti fitosanitari, per assicurare adeguati livelli di sicurezza alimentare.

I dati del controllo ufficiale sono utilizzati anche dall’Istituto Superiore di Sanità per ricavare una stima dell’assunzione giornaliera dei residui di prodotti fitosanitari con la dieta in Italia.

Per l’anno 2012 i dati del programma nazionale di controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti vegetali mostrano che il numero dei campioni analizzati è pari al 101% di quelli previsti, con il superamento del numero minimale previsto dal Piano Nazionale, fissato dal D.M. 23 dicembre 1992, mentre la distribuzione dei campioni tra le diverse matrici non sempre rispetta la distribuzione prevista.
In merito ai risultati del piano coordinato comunitario sono aumentati gli analiti esaminati e tutte le tipologie di alimenti sono state esaminate, anche se per alcune tipologie di alimenti non è stato raggiunto il numero minimale di campioni previsto dal Regolamento UE 1274/2011.

Nella Relazione per l’anno 2012 vengono diffuse le elaborazioni dei risultati analitici sull’ortofrutta, sui cereali, su alcuni prodotti trasformati, quali olio e vino, costituenti importanti della dieta italiana e mediterranea, le elaborazioni riguardanti i baby food, quelle relative ad altri prodotti (trasformati di frutta, ortaggi, cereali, le spezie, i semi, ecc.), i risultati del piano coordinato comunitario, di cui al Regolamento UE 1274/2011, i prodotti di origine biologica e alcuni alimenti di origine animale.
I baby food o i prodotti trasformati, le spezie, le farine, ed altri, sono stati campionati anche se non previsti tra gli alimenti del piano nazionale, fissato dal D.M. 23 dicembre 1992, proprio al fine di garantire una maggiore tutela non solo dei consumatori ma anche delle fasce più vulnerabili quali i bambini e i vegetariani.

Relativamente ai risultati, si nota che nel corso dell’anno 2012 sono stati analizzati complessivamente 8.294 di campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari. Di questi soltanto 33 sono risultati superiori ai limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, con una percentuale di irregolarità molto contenuta, pari all’0.4%, ben al di sotto della media europea (1,6%).

Tuttavia, anche se alcuni campioni non superano i limiti stabiliti dal Regolamento (CE) 396/2005, e pertanto non presentano rischio per il consumatore, 20 campioni sono stati valutati non conformi al Regolamento (CE) 1107/2009 per la presenza di un principio attivo non contenuto in prodotti fitosanitari autorizzati in Italia.

Rispetto all’anno 2011 le irregolarità nei campioni si sono mantenute in percentuale costanti, ma comunque in diminuzione rispetto agli anni precedenti.

Analizzando i vari prodotti, il 99,5% dei 5.934 campioni di frutta e ortaggi sono risultati regolari e, di questi, il numero di campioni privi di residui è pari a 3.670 (61.8%) e il numero di campioni con residuo entro il limite legale è pari a 2.234 (37.7%).

Confrontando i dati relativi al 2012 con quelli degli anni precedenti, risulta evidente come la percentuale di irregolarità negli ortofrutticoli abbia subito un progressivo decremento, passando dal 2,3% del 1995 allo 0,5 % del 2012.

Relativamente al livello di esposizione della popolazione italiana con la dieta, le stime di assunzione elaborate indicano che i residui dei singoli pesticidi ingeriti ogni giorno dal consumatore rappresentano una percentuale molto modesta dei valori delle dosi giornaliere accettabili delle singole sostanze attive e molto al di sotto del livello di guardia preso come riferimento per assicurare la qualità igienico-sanitaria degli alimenti.

Inoltre, una particolare attenzione è rivolta all’esame dei campioni di ortofrutticoli contenenti più principi attivi, che dall’elaborazione dei dati del 2012 risultano essere complessivamente 1.115, pari al 18,8% del totale dei campioni analizzati.

Relativamente ai risultati nazionali su cereali, oli e vino, su 1.051 campioni analizzati, 2 sono risultati non regolamentari, con una percentuale pari allo 0,2%. Considerando i campioni regolamentari, risulta che i campioni privi di residuo sono stati il 78.5%, quelli monoresiduo il 12.9%, i multiresiduo il 8.6%.

Sono stati, inoltre, esaminati 82 campioni di baby food (tutti con residui assenti) e 1.227 campioni di altri prodotti, tra i quali alimenti di origine animale (86,2% con residui assenti, 13,7% con residui inferiori ai limiti e 0,1% con residui superiori ai limiti di legge).

Infine, una parte dei prodotti campionati sono di origine biologica, in totale 321 campioni. Nessun campione è risultato presentare residui al di sopra dei limiti stabiliti dal Regolamento (CE) 396/2005
Tuttavia, 5 campioni (un campione di pere, un campione di pane, un campione di farina di frumento, un campione di prugne trasformate e un campione di altre erbe essiccate) sono risultati non conformi al Regolamento (CE) 834/2007 e s.m.i. per la presenza di residui non consentiti nei prodotti biologici.


Autore : Dott. V.Calvaresi
 

Data di pubblicazione 18/11/2014

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