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Amanita phalloides

  • 12 aprile 2006
  • Autore: Redazione VeSA
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Amanita phalloides (Vaillant ex Fries)

Nome volgare : Amanita falloide, Tignosa velenosa

 

Rappresentazione grafica del fungo

Etimologia: dal latino phallus = fallo, per la sua forma nel primo sviluppo


Classe: Basidiomycetes
Ordine: Hymenomycetales
Famiglia: Amanitaceae
Genere: Amanita


Cappello:diametro 5-15 cm., prima emisferico poi convesso infine pianeggiante; colore variabile dal verde-giallastro al verde-brunastro; è percorso radicalmente da fibrille innate; la cuticola è completamente asportabile, il margine è liscio.

Lamelle: bianche, fitte, libere al gambo, intercalate da lamellule.

Gambo: 6-12 x 1-2 cm., slanciato, bianco, decorato da bande o zebrature trasversali, con base ingrossata, dapprima pieno poi farcito.
Anello: bianco, membranoso, supero o pendulo.
Volva: bianca, membranosa, a forma di sacco che avvolge la base del gambo.

Carne: bianca, odore nullo che diventa sgradevole quando il fungo è maturo.

Spore: 8-11 x 7-9µm., bianche in massa, ovoidali, lisce, amiloidi, da osservare con reattivo di Melzer.

Glossario

Habitat: è un fungo simbionte, molto comune, che cresce a gruppi anche di numerosi esemplari, nei boschi di latifoglie in particolare querce, carpini, castagni, faggi, nel periodo umido estivo ma soprattutto autunnale.

Commestibilità: velenoso mortale. Provoca la sindrome falloidea; anche minime quantità possono condurre alla morte. La latenza dei sintomi varia da 6 a 24 ore.

Osservazioni:  è una delle 3 specie di Amanita che sono mortali. Esiste anche la A.phalloides var. alba che è in tutto identica alla A.phalloides ma completamente bianca. Allo stadio immaturo si presentano esternamente come un uovo, tutto bianco, racchiuso dal velo generale, con la parta basale più allargata e la parte superiore più stretta (la forma contraria dell’A. caesarea o ovulo buono).
Questo fungo è responsabile ogni anno degli avvelenamenti più gravi che avvengono nel nostro Paese. Ciò è dovuto a varie cause: le amatossine distruggono le cellule epatiche che sono il bersaglio; la grande diffusione e abbondanza sul territorio nazionale; la variabilità cromatica del cappello; la possibilità di confusione con funghi commestibili.
N.B. E’ importante effettuare la raccolta corretta di tutti i funghi, in particolare non bisogna tagliare il gambo con il coltello, perché in questi casi si lascerebbe la base del gambo e quindi anche la volva nel terreno e non ci si accorgerebbe che si tratta di una Amanita.
 

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