Le acque minerali sono disciplinate dal Capo I del D. Lgs n.176 del 08.10.2011 (attuazione della Direttiva 2009/54/CE). Il giudizio di accettabilità di un’acqua minerale è subordinato al rispetto dei limiti previsti dal DM 10.02.2015. In caso di “non accettabilità” si adottano provvedimenti urgenti per la tutela della salute pubblica, come la sospensione dell’imbottigliamento e della commercializzazione e il ritiro delle partite poste in commercio. Riguardo le denunce all’autorità sanitaria e giudiziaria, i sequestri da effettuare a tutela della salute pubblica e le revisioni di analisi, si osservano, in quanto compatibili, le norme vigenti in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande. Viene inoltre verificata la conformità della composizione analitica rispetto a quanto dichiarato in etichetta, nei limiti delle tolleranze previste dalle circolari del Ministero della Sanità n.17/91 e 19/93.
Le acque di sorgente sono disciplinate dal Capo II del D. Lgs n.176 del 08.10.2011; come le acque minerali debbono avere il requisito di purezza e non possono subire trattamenti di disinfezione, ma non possono riportare in etichetta eventuali proprietà favorevoli alla salute. Per le acque di sorgente si segnala che nel D. Lgs. 176/2011, a differenza del D. Lgs. 339/1999, è specificato con maggiore chiarezza che la valutazione delle caratteristiche organolettiche, fisiche, fisico-chimiche e chimiche deve essere effettuata secondo i criteri contenuti nel D. Lgs. n.31 del 02.02.2001 e smi, mentre la valutazione delle caratteristiche microbiologiche va effettuata secondo quanto previsto dall’art.9 del D. Lgs. 176/2011 per le acque minerali.
Situazione attuale
La Regione ha il compito di rilasciare l’autorizzazione all’utilizzo e imbottigliamento delle acque minerali e di sorgente. I Servizi SIAN delle AAVV svolgono attività di vigilanza igienico-sanitaria attraverso ispezioni e prelevamento di campioni alle sorgenti (prelievo effettuato da personale tecnico ARPAM), presso gli stabilimenti di imbottigliamento e alla distribuzione; le analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche vengono poi effettuate nei laboratori di ARPAM.
In base alla normativa vigente vengono effettuati controlli periodici:
1) Alla captazione: controlli chimici e microbiologici stagionali, con contestuale ispezione delle opere di captazione, opere di adduzione, zone di protezione igienica, depositi di accumulo, stabilimento di imbottigliamento.
2) All'impianto di imbottigliamento e ai depositi di produzione: controlli chimici e microbiologici almeno una volta al mese sul prodotto finito prelevato alla linea di imbottigliamento, con contestuale controllo del rispetto delle norme igieniche del personale, delle operazioni di imbottigliamento e dei locali, dei registri di cui al DM 16.07.1941 e della conformità delle etichette.
3) Ai depositi di distribuzione: controlli chimici e microbiologici almeno una volta al mese per le acque minerali prodotte sul territorio regionale.
Le analisi utilizzate per il rinnovo delle etichette vengono di norma effettuate ogni 5 anni. Le imprese annualmente devono condurre analisi complete sia chimiche che microbiologiche su tutte le sorgenti e sull’eventuale miscela ai fini dell’autocertificazione inerente la conferma del riconoscimento.
I campionamenti vengono effettuati alla presenza dell’autorità sanitaria competente per territorio che redige il verbale di prelevamento.
Tabella 1: numero e distribuzione degli stabilimenti di imbottigliamento presenti nelle Marche
Area Vasta
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n. stabilimenti
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1
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2
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Val di Meti-Drink Cup (acqua di sorgente)
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2
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2
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Togni (Genga e Fabriano)
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3
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5
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Roana-Nerea
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4
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4
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S.a.g.m.a.-Hostbrook (loc. Tenna e loc. Tre Ponti)
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5
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0
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Tot.
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13
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I controlli straordinari e/o occasionali
I controlli straordinari sono prevalentemente quelli effettuati in seguito alle anomalie riscontrate sulle acque da parte dei consumatori che segnalano e consegnano i campioni ai vari organi di controllo e vigilanza.
Le confezioni che mostrano evidenti anomalie (cattivo odore e sapore, presenza di materiale estraneo, manomissioni della confezione o altro) sono presentate ai laboratori, di solito, dai Nuclei Carabinieri per la Sanità, da normali Stazioni dei Carabinieri e dalle Aziende sanitarie.
In caso di sospette tossinfezioni alimentari o di avvelenamenti, campioni vengono consegnati anche dai sanitari ospedalieri del pronto soccorso.