L’uomo da millenni alleva le api per ottenere il miele e gli altri prodotti dell’alveare. Anticamente per ottenere il miele l’uomo distruggeva l’alveare e depredava le api del loro miele. Ben presto però si accorse che questo modo di fare non giovava né alle api (ovviamente) né a lui perché ogni volta che aveva bisogno di miele doveva trovare un alveare da distruggere. Si sviluppò quindi un concetto di apicoltura razionale che permetteva all’uomo di allevare le api come già faceva con le altre specie animali.
Oggi l’apicoltura è una attività zootecnica a tutti gli effetti, e proprio per questo motivo sono state emanate delle leggi che ne regolamentano la conduzione.
Infatti il censimento degli alveari era un obbligo degli apicoltori fin dal 1927 con il Regio Decreto n.614 e già dal 1954 nel Regolamento di Polizia Veterinaria D.P.R. n.320/54, tra le malattie soggette ad obbligo di denuncia, comparivano alcune malattie delle api. Quindi oltre a controllare le produzioni dell’alveare le A.S.L. svolgono controlli anche sulle api ed in particolare monitorizzano le patologie degli apiari e l’utilizzo di sostanze farmacologicamente attive e verificano l’igiene dell’apiario.
Gli apicoltori, in base al D.Lvo 336/99 (oggi sostituito dal D.Lvo 158/06) e alla Legge 313/2004, devono registrare i propri alveari, indipendentemente dal loro numero. Si devono quindi registrare gli alveari anche nel caso di produzioni limitate che forniscano miele solo per il consumo familiare.
Infatti la registrazione degli apiari è uno strumento di fondamentale importanza nello studio delle malattie delle api.
Gli apiari devono essere denunciati presso le A.S.L. del territorio di competenza anche per il tramite dei Consorzi Apistici Provinciali e delle associazioni degli apicoltori operanti nel territorio.