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ANISAKIDOSI

  • 5 febbraio 2016
  • Autore: Redazione VeSA
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L’Anisakis è il parassita più frequente nelle specie ittiche* di interesse commerciale pescate nei nostri mari; nell’uomo può causare una zoonosi  (malattia trasmissibile dagli animali all'uomo) denominata anisakidosi o anisakiasi.


 

Distribuzione:

In base alle attuali conoscenze nessuna area di pesca marittima può essere considerata esente da anisakidi (fonte: Scientific Opinion on risk assessment of parasites in fishery products-EFSA)

La distribuzione di Anisakis nei mari italiani varia a seconda delle zone e delle specie ittiche.

Diversi studi scientifici riportano la presenza del parassita nel Mare Adriatico centrale, con percentuali di 3,1% per sardine e 4,1% per alici (fonte: Appunti di scienza-Anisakis- IZSVE).

Ciclo del parassita:

Anisakis si ritrova allo stadio adulto nell’intestino dei grossi mammiferi marini (balene, delfini), dei leoni marini, delle foche e degli uccelli che si nutrono di pesci.

Le uova rilasciate in acqua dai mammiferi maturano e le larve infettano dei piccoli crostacei, i quali vengono ingeriti dagli ospiti intermedi come pesci e cefalopodi.

Nei pesci le larve, che misurano da 15 a 30 mm, si localizzano sulle sierose di fegato, ovaio, stomaco ed intestino, dove tendono a incistarsi e ad assumere una caratteristica forma a spirale.

A causa di un’eviscerazione tardiva o di un’infestazione massiva del pesce, dopo la pesca i parassiti possono migrare nelle carni del pesce.

Modalità di trasmissione:

L’uomo è un ospite accidentale del parassita, e si infetta consumando pesce crudo o poco cotto parassitato.

I mutati comportamenti alimentari degli ultimi anni, con un maggiore consumo di prodotti ittici crudi (sushi, carpacci, ecc.), hanno determinato un aumento dell’insorgenza di questa parassitosi nell’uomo.

Il periodo in cui il numero di casi di anisakidosi è maggiore è il tardo autunno e l’inverno.

Sintomi: dolori addominali, nausea, vomito, distensione addominale, diarrea, feci con muco e sangue, febbre lieve.

Sono anche descritti casi di reazioni allergiche a seguito di ingestione di larve di Anisakis, con  orticaria e prurito e meno frequentemente episodi anafilattici.

Le probabilità che si verifichino reazioni allergiche sono legate per lo più al consumo di pesce infetto con larve vive. Non è ancora del tutto chiaro come e in che misura gli allergeni dell’Anisakis possano scatenare reazioni allergiche, ma il rischio di allergia è ritenuto più elevato per i prodotti ittici contenenti larve di Anisakis vive rispetto a quelli che contengono larve morte. Le reazioni allergiche all’Anisakis comprendono gastroenterite e sintomi di natura reumatologica e dermatologica (fonte: Scientific Opinion on risk assessment of parasites in fishery products-EFSA)

 

* Il Ministero della salute con Decreto del Ministro della salute 17 luglio 2013 ha stabilito l'obbligo di apporre un cartello negli esercizi in cui sono offerti in vendita al consumatore  finale pesci e cefalopodi freschi, sul quale devono essere indicate in modo da essere facilmente visibili le informazioni minime per un corretto impiego. In particolare il cartello deve riportare: “In caso di consumo crudo, marinato o non completamente cotto il prodotto deve essere preventivamente congelato per almeno 96 ore a – 18 °C in congelatore domestico contrassegnato con tre o più stelle


Per saperne di più:

IZSVe- Prodotti della pesca-Parassitosi- Video

Appunti di scienza-Anisakis- IZSVE

CDC-Anisakiasis


Autore: Dr.ssa Simona Martino

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