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West Nile Disease

  • 6 giugno 2010
  • Autore: Redazione VeSA
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Encefalomielite tipo West Nile (West Nile Disease)

La “West Nile Disease” (W.N.D.) è una malattia infettiva virale trasmessa dalle zanzare (in particolare zanzare del genere Culex) che interessa gli animali e l’uomo. (Il virus è stato isolato anche nelle zecche ma il loro ruolo come vettori è da chiarire).
L’agente infettante, che fa parte del gruppo degli Arbovirus e appartiene alla famiglia Flaviviridae genere Flavivirus e al complesso antigenico delle encefaliti giapponesi, sopravvive in natura tramite la realizzazione di un ciclo che coinvolge gli uccelli (soprattutto passeriformi), i quali rappresentano il “serbatoio” del virus, e gli insetti vettori.
Occasionalmente l’uomo e gli altri animali (in particolare il cavallo) si infettano a seguito della puntura di zanzare infette ma essi sembrano non rappresentare, a differenza degli uccelli, un pericolo di diffusione ulteriore dell’infezione, in quanto la presenza del virus nel sangue è di breve durata e non abbastanza elevata da permettere agli insetti di ritrasmettere il virus (uomo e cavallo sono considerati cioè “ospiti a fondo cieco”).

La malattia ha quindi un’incidenza stagionale legata all’attività degli insetti.
Altre vie di trasmissione come trasfusioni di sangue, trapianti d’organo, via transplacentare, esposizione professionale sono state accertate nell’uomo.
Nell’uomo, nell’80% dei casi di infezione, non si hanno sintomi, mentre nel restante 20% la malattia si presenta in forma febbrile simil-influenzale con mal di testa, mialgie, esantema, ingrossamento dei linfonodi. 
In una certa percentuale di casi (1/150 casi di infezione) si può avere la forma grave con encefalomielite che può avere decorso fatale soprattutto negli anziani.

Nel cavallo i sintomi sono legati alla encefalomielite (debolezza, atassia, paralisi e morte in circa il 36-40% dei casi delle forme nervose).
Anche negli uccelli si possono avere encefalomielite, miocardite e morte.
A causa dell’aspecificità dei sintomi clinici, la diagnosi di infezione da virus WN è esclusivamente di laboratorio.

Perché ci interessiamo di West Nile Disease?

Perché quella che era considerata una malattia esotica (fu scoperta in Africa nel 1937) oggi si è diffusa nelle zone temperate del nostro emisfero (Italia compresa) con diversi focolai nel corso degli anni che, in alcuni casi, hanno provocato vittime tra le persone.
Nel 1998 in Toscana (Padule di Fucecchio) si ebbe il primo focolaio Italiano che interessò solo i cavalli (14 casi clinici accertati con 6 soggetti morti) anche se a distanza di anni gli addetti alla custodia degli animali coinvolti nel focolaio risultano siero positivi alla W.N.D.

In occasione dei recenti focolai di WND verificatisi  nella Regione Emilia –Romagna si è registrato, nel Comune di Medicina (Provincia di Bologna) il primo caso umano di malattia in Italia, confermato dal laboratorio dell’Istituto superiore di sanità di Roma, in una  signora ultraottantenne ricoverata all’ospedale di Imola per una meningoencefalite e attualmente in via di guarigione. ( Fonte: comunicato stampa della Regione Emilia –Romagna del 3 ottobre 2008 )

 

Come è arrivato il virus nel nostro emisfero ed in Italia?

L’ipotesi più probabile è che sia stato introdotto dagli uccelli migratori con viremia in atto provenienti dall’Africa, i quali hanno trasmesso, durante le soste in zone umide dell’Italia e tramite le zanzare ornitofile, il virus agli uccelli stanziali (nidificanti), creando così le condizioni per un ciclo che, grazie al passaggio dell’agente infettante da una generazione all’altra di zanzare, potrebbe diventare permanente in una certa zona (endemico).

In Italia, a seguito del focolaio del 1998, è stato adottato nel tempo, tramite una serie di Ordinanze Ministeriali, un Piano di sorveglianza nazionale in ambito veterinario e ultimamente, con  il Decreto 29 novembre 2007 del Ministero della Salute, "Approvazione del Piano di sorveglianza nazionale per la encefalomielite di tipo West Nile "(West Nile Disease) pubblicato nella G.U. n. 36 del 12-2.2008, è stato riproposto un nuovo Piano di Sorveglianza. 

Nel 2008 a  seguito  del riscontro di diversi casi di encefalomielite di tipo West Nile nei cavalli nel Nord Italia è stato emanato, con l’ Ordinanza Ministeriale 5 nov. 2008, un piano di sorveglianza straordinaria per la regioni Lombardia, Emilia e Veneto.

Nel 2009 visto il riscontro di altri casi clinici nei cavalli, con Decreto 15 Settembre 2009, sono state estese le misure dell’ O.M. 5 nov. 2008 a tutto il territorio nazionale.

Nel piano vengono individuate delle aree di studio, (un’area a circolazione virale, un’area di sorveglianza esterna all’area ACV e delle aree a rischio nel resto del territorio nazionale) sparse su tutto il territorio nazionale, che per le loro caratteristiche ambientali (zone umide, paludose, ricche di uccelli acquatici e ad alta densità di insetti vettori) possono essere considerate idonee all’introduzione e propagazione del virus.

All’interno di queste aree i Servizi Veterinari delle ASL attuano il piano di sorveglianza che si basa essenzialmente sulla sorveglianza dell’avifauna selvatica attraverso la valutazione delle cause di morte degli uccelli rinvenuti morti e tramite controlli sierologici e virologici da eseguirsi soprattutto su  corvidi, anatidi , limicoli  e su uccelli appartenenti a specie sinantropiche (gazze, taccole, piccioni etc).

Anche negli insetti, per i quali viene attivato un dettagliato piano di catture, verrà ricercato il virus, ma solo nel caso di positività nell’uomo e negli animali.

Nei cavalli ed in gruppi di polli adeguatamente posizionati in vicinanza delle zone a maggior concentrazione di uccelli selvatici migratori (rete di “ polli sentinella”), vengono ricercati gli anticorpi contro l’agente della malattia.

Tale piano permette di attivare un sistema di allerta rapido necessario per eventuali provvedimenti in caso di presenza del virus nell’area di sorveglianza.

Anche nella Regione Marche, con Decreto del Dirigente della P.F. Veterinaria e sicurezza alimentare n. 67 del 14/03/2008, è stato adottato il Piano regionale di sorveglianza della West Nile Disease, successivamente aggiornato  con  Nota Dirigente P.F. Veterinaria e Sicurezza Alimentare prot.B/2-52/352619 del 03/06/10  "
Piano di sorveglianza della West Nile Disease per l'anno 2010".

La zona posta tra le province di Ancona e di Macerata, lungo la foce del fiume Musone, denominata Sentina, è l’area individuata per l’attuazione del piano.

Infatti è ritenuta a maggior rischio per le sue caratteristiche ecologiche ed ambientali, presentando le condizioni necessarie per la moltiplicazione dei vettori della malattia ed è inoltre punto di sosta degli uccelli migratori ritenuti responsabili dell'introduzione del virus.
I Servizi Sanità Animale dei Dipartimenti di Prevenzione delle Zone Territoriali – ASUR n. 5 (Jesi), n.7 (Ancona), n.8 ( Civitanova Marche ) e n. 9 (Macerata )sono incaricati di svolgere, in collaborazione con l’I.Z.S. Umbria e Marche,gli interventi previsti per la realizzazione del piano di sorveglianza, che è, al momento, in corso di attuazione.

La sorveglianza nella popolazione umana, prevista nella O.M. 4/4/2002, è definita dalla Circolare del Ministero della Salute del 18/09/2002.
La prevenzione della malattia nell’uomo si basa essenzialmente sulla lotta alle zanzare (insetticidi, bonifica ambientale) e nell' applicazione di misure di protezione individuale contro gli insetti mentre per gli animali, oltre alla lotta contro i vettori, sono disponibili (non in Italia) dei vaccini.

Autori dell'articolo: Direttore editoriale e Componente della redazione Distribuita ASUR Marche

Ultimo aggiornamento 6 giugno 2010

 

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