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Zoonosi da virus Usutu

  • 23 settembre 2010
  • Autore: Redazione VeSA
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Il virus Usutu appartiene al complesso delle encefaliti giapponesi della Famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus.

A questa famiglia appartengono altri importanti agenti zoonotici quali il virus dell’encefalite giapponese, dell’encefalite di Saint Louis, la febbre gialla, il virus dell’encefalite da zecche, il virus Dengue e, non ultimo per importanza data la sua diffusione negli ultimi anni, il virus West Nile, agente dell’encefalomielite West Nile.

Sono tutti virus trasmessi da vettori, principalmente zanzare, e come tali vedono il loro ciclo collegato alla presenza/assenza di questi ultimi. In generale riconoscono una specie ospite, generalmente uccelli, nella quale causano una blanda o addirittura assente sintomatologia clinica, mentre altre fungono da ospiti incidentali e come tali possono essere più o meno resistenti o sensibili all’infezione, con possibilità di originare episodi di malattia conclamata.

Il virus Usutu, il cui nome deriva da quello di un fiume in Swaziland, è stato isolato per la prima volta da zanzare della specie Culex neavei in Sudafrica nel 1959 e da allora è stato descritto in molti Paesi dell’Africa sub-Sahariana.

Le zanzare del genere Culex sembrano essere i principali vettori dell’infezione ed in particolare la zanzara della specie Culex perfuscus sembra ricoprire un ruolo importante in questi Paesi.

Altre specie di vettori da cui è stato isolato il virus sono Mansonia africana nella Repubblica Centro-Africana e Coquilletidia aurites in Uganda.

Nell’uomo, il virus è stato isolato per la prima nel 1982 nella Repubblica Centro-Africana; il paziente mostrava sintomatologia febbrile e rush cutaneo.


All’inizio degli anni 2000 il virus fa la sua prima comparsa in Europa centrale, in Austria, dove è stato riscontrato in merli (Turdus merula), in allocchi di Lapponia (Strix nebulosa) e in rondini (Hirundo rustica) trovati morti.

Al tavolo anatomo-patologico gli uccelli mostravano congestione epatica e splenica con vari gradi di necrosi multifocale acuta ed enterite sieromucoide.
Le uniche lesioni a livello nervoso erano presenti nei rapaci dove si evidenziavano encefaliti caratterizzate da aree multifocali di neuronofagia e microgliosi.

Il ceppo virale isolato in Austria mostrava similitudini con il ceppo Africano e il coinvolgimento di rondini confortava l’ipotesi di trasmissione virale attraverso le migrazioni di rondini o altri grandi migratori ed il successivo passaggio a popolazioni locali di zanzare.


Dopo diverse segnalazioni in Austria, Ungheria, Svizzera, il virus fa la sua comparsa anche in Italia nel 2006, vicino Milano, dove viene isolato per la prima volta in un allocco di Lapponia e successivamente in una coppia di civetta capogrosso (Aegolius funereus) e in un merlo catturati sempre nella stessa zona.

Anche in questi casi le principali lesioni macroscopiche risultavano in epato-splenomegalia mentre l’istologia mostrava quadri di encefalite, miocardiopatia e necrosi epatica e splenica.
Il virus mostrava una elevata affinità con il ceppo virale Austriaco dimostrando la possibilità di una lenta trasmissione da questo Paese verso l’Italia attraverso movimenti di uccelli per lo più stanziali che compiono brevi migrazioni.

Nel 2007 e nell’estate del 2008 la presenza del virus Usutu viene svelata attraverso il controllo sierologico di polli sentinella senza mortalità apparente nelle specie selvatiche.

A questi casi negli animali hanno fatto seguito due isolamenti virali in due pazienti donne, una sessantenne in Emilia Romagna, dove nello stesso periodo era in corso una importante epidemia di West Nile, ed una quarantenne di ritorno da un viaggio in Egitto, colpite rispettivamente da meningoencefalite ed encefalite gravi.

Entrambe le pazienti avevano il sistema immunitario compromesso da patologie concomitanti e questo potrebbe aver amplificato l’effetto patogeno del virus che nell’uomo non aveva mai in passato provocato sintomatologia grave.

In uno dei due casi, la sintomatologia nervosa si è evidenziata dopo un trapianto di fegato per cui si sta approfondendo l’ipotesi di trasmissione virale attraverso donazioni di sangue alla paziente.

Leggi anche: 

First human case of Usutu virus neuroinvasive infection, ItalyPecorari M, Longo G, Gennari W, Grottola A, Sabbatini AM, Tagliazucchi S, et al. August-September 2009. Euro Surveill 14:pii=19446.  

“Usutu virus infection in a patient who underwent orthotropic liver transplantation, Italy ", August-September 2009” Cavrini F, Gaibani P, Longo G, Pierro AM, Rossini G, Bonilauri P, et al. Euro Surveill 14:pii=19448.

"Serological Evidence of USUTU Virus Occurrence in North-Eastern Italy"  R. Lelli, G. Savini, L. Teodori, G. Filipponi, A. Di Gennaro, A. Leone, L. Di Gialleonardo, L. Venturi, V. Caporale. Zoonoses and Public Health, Volume 55, Number 7, September 2008 , pp. 361-367(7)

"Emergence of Usutu virus, an African Mosquito-Borne Flavivirus of the Japanese Encephalitis Virus Group, Central Europe " Emerg Infect Dis. 2002 July; 8(7): 652–656. (abstract)
 

"Mosquito-borne viruses in western Europe: a review."   J Vector Ecol. 1999 Jun;24(1):1-39. ( abstract)

 

testo a cura del Dr. G. Jacchia e Dr. G. Filipponi

Ultima modifica 24 settembre 2010

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