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Peste Suina Africana in Europa - Aumentati i controlli

  • 22 settembre 2018
  • Autore: Redazione VeSA
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Peste Suina Africana in Europa - Aumentati i controlli

La peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suini e dei cinghiali, compresi quelli selvatici, altamente letale. Non colpisce gli esseri umani, e, poiché non esistono vaccini e data l’elevata capacità di diffusione, è in grado di mettere in ginocchio interi comparti, quali le produzioni italiane d’eccellenza di prosciutti e salumi, con conseguenze socio-economiche devastanti.

Attualmente l’evoluzione della situazione epidemiologica della peste suina africana in vari Paesi dell’Unione Europea non è favorevole.

La Commissione Europea tenta di arginare il fenomeno disponendo dei vincoli alla spedizione di suini vivi tra Paesi dell’Unione se la situazione epidemiologica locale non lo permette. Nel caso dei suini selvatici vivi la spedizione da tutti gli Stati membri è vietata.

Anche le carni fresche dei suini possono costituire, a determinate condizioni, un possibile rischio di diffusione dell’infezione. Per tale motivo il Ministero della Salute ha raccomandato un’intensificazione dei controlli.

I primi controlli sui suini vivi e sui prodotti derivati saranno effettuati con sequestro delle partite e, in presenza di esito favorevole,  i successivi controlli saranno senza vincolo:

per quanto concerne le carni, per una partita ogni cinquanta per le carni di suino e per una partita ogni cinque per quelle di cinghiale per ciascuna provenienza dai Paesi interessati

per quanto concerne i suini vivi da macello, su tutte le partite in arrivo dai paesi interessati.

In tutti i casi, le autorità competenti locali, in attesa degli esiti degli esami di laboratorio, dovranno garantire una efficace rintracciabilità delle partite sottoposte a controllo e dei prodotti da esse derivati.

Quindi tutte le partite di suini da allevamento e da ingrasso provenienti dai paesi interessati saranno sottoposti ad esami di laboratorio e non sarà possibile la movimentazione dall’allevamento di prima destinazione se non vi sia la certezza che gli animali  siano sani.

Il Centro di Referenza Nazionale delle pesti suine classica e africana (CEREP) ha allestito un protocollo che descrive come le autorità competenti dovranno eseguire i controlli.

Le zone di restrizione per la malattia attualmente individuate

 

Il Ministero ha deciso di divulgare il video realizzato da EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, con l’obiettivo di sostenere una serie di comportamenti corretti e promuovere le giuste precauzioni da adottare:

  • non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale;
  • non portare in Italia prodotti a base di carne suina o di cinghiale, freschi o surgelati, salsicce, prosciutti, lardo da Paesi extra-europei;
  • smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici;
  • non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali;
  • informare tempestivamente i servizi veterinari il ritrovamento di un cinghiale selvatico morto;
  • per i cacciatori: pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia; eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate; evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato;
  • per gli allevatori: rispettare le norme di biosicurezza, in particolare cambiare abbigliamento e calzature quando si entra o si lascia l’allevamento e scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti; notificare tempestivamente ai servizi veterinari sintomi riferibili alla PSA e episodi di mortalità anomala.

 

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