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Un nuovo rischio sanitario per il settore apistico: il “Tropilaelaps”

  • 26 novembre 2025
  • Autore: Redazione VeSA
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Il Tropilaelaps è un acaro, originario dell’Asia, che appartiene alla stessa famiglia della varroa (Artropodi aracnidi), di cui si conoscono quattro specie (T. mercedesae, clareae, doenigerum e thaii), di aspetto e forma molto simili tra di loro e la cui identificazione specifica avviene tramite metodiche di laboratorio.
Attualmente l’Italia come gli altri Paesi Membri dell’Unione Europea risultano indenni da questa malattia esotica ma nell’ottica di una espansione della diffusione dell’acaro dal suo areale asiatico originario verso il continente europeo, è necessaria se non indispensabile una attenta attività di sorveglianza e monitoraggio della parassitosi.

Qual è l’aspetto del parassita?

Rispetto alla Varroa, il Tropilaelaps è molto più piccolo (1 mm x 0,6 mm) e ha una forma allungata con colorazione rossiccia, non mostra dimorfismo sessuale in quanto sia il maschio che la femmina si presentano morfologicamente simili a differenza di quanto si osserva nella varrroa (Fig. 1).

by WOAH Terrestrial Manual 2018: Chapter 3.2.5. – Infestation of honey bees with Tropilaelaps spp.

Un aspetto da tenere in considerazione durante la visita ispettiva delle famiglie, è che l’acaro si muove molto velocemente, altra caratteristica che lo contraddistingue dalla varroa.

Il ciclo biologico di Tropilaelaps, che avviene nelle celle della covata delle api, è simile a quello di Varroa, ma con un ciclo di sviluppo più rapido di circa 6-9 giorni, questa particolarità risulta particolarmente importante in quanto determina una carica parassitaria di molto superiore. Diverse femmine possono infestare una singola cella della covata (quando due o tre acari fondatori infestano la stessa cella di covata, il numero di figli osservato per femmina è 2-3) e le larve che si sviluppano dalle uova, riescono a nutrirsi dell'emolinfa delle pupe di api. Durante la breve fase foretica gli acari vengono trasportati sul corpo delle api adulte ma non sono in grado di alimentarsi, poiché non sono capaci di forare la cuticola dell’insetto, limitandosi quindi a nutrirsi esclusivamente quando sono presenti all’interno della covata.

 

Quali sono i danni che provoca il Tropilaelaps?

In generale i sintomi clinici dell’infestazione da Tropilaelaps spp risultano simili a quelli della sindrome clinica da varroa considerando che l’Apis mellifera risulta più vulnerabile rispetto alle specie asiatiche di api che hanno sviluppato difese comportamenti contro questa infestazione.

L’acaro provoca danni significativi soprattutto alla covata in quanto si nutre dell’emolinfa delle larve e delle ninfe mentre sulle api adulte non riesce a forare la cuticola per cui non possono alimentarsi sui corpi delle api operaie.

 

A livello della covata possiamo osservare:

  • Pupe con macchie scure.
  • Morte di molte larve che possono parzialmente sporgere dalle celle, di colore marrone o marrone chiaro (senza l’aspetto filante tipico della peste americana) e larve secche che determina una covata irregolare, non compatta (a mosaico).
  • Gli opercoli possono essere perforati (opercoli con piccoli fori) come risultato delle attività di pulizia delle api operaie.
  • Cannibalismo su larve o pupe morte di covata opercolata/pupe/api a termine (con la testa che emerge dalla cella, con la ligula estroflessa).

La sottrazione di emolinfa determina la nascita di api adulte con:

  • Debolezza generale con api che strisciano.
  • Ali, zampe e antenne deformate e/o atrofizzate.
  • Addomi rimpiccioliti o deformi.
  • Addome più corto e deforme e pupe con macchie scure.

L’acaro, inoltre, svolge un importante ruolo come vettore nella trasmissione dei virus apistici determinando un ulteriore peggioramento del quadro clinico con presenza di covata irregolare.

Quali sono gli altri parassiti che possono essere presenti in una famiglia di api?

Le famiglie di api possono essere parassitati da altri patogeni simili al Tropilaelaps che da un punto di vista clinico, non rappresentano particolari criticità ma che devono essere presi in considerazione per individuare l’acaro attraverso un esame morfologico:

 

Qual è la distribuzione geografica del Tropilaelaps?

Questi parassiti sono originari dell’Asia, dove parassitano principalmente api giganti nelle regioni tropicali e subtropicali. Attualmente l’Italia e il resto del territorio europeo risultano indenni da questo parassiti ma sono stati segnalati in Russia e in Georgia rispettivamente nel 2021 e nel 2024.

 

Cosa fare in caso di sospetto?

In caso di sospetto bisogna avvertire tempestivamente il servizio veterinario competente per territorio che dispone, quanto prima, tutte le operazioni di raccolta ed invio del campione all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente.

La conferma dell’identificazione dell’acaro viene eseguita dal Centro Nazionale di Referenza per l’Apicoltura che ha sede a Padova presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

E’ necessario, tramite metodiche di laboratorio, pervenire ad una esatta identificazione dell’acaro al fine di distinguerlo da altri parassiti e di approntare, al più presto, tutte le necessarie operazioni di eradicazione.

Quali sono le misure di prevenzione?

La maggior parte dei trattamenti chimici utilizzati contro Varroa è meno efficace contro Tropilaelaps a causa delle differenze biologiche tra i due parassiti: rapido ciclo riproduttivo, costante presenza nelle celle di covata, per cui non è scontato che quanto eseguito per il controllo della varroasi sia efficace anche nei confronti di Tropilaelaps.

Ad oggi le conoscenze sui livelli di efficacia e di resistenza agli acaricidi sono piuttosto limitate a cause delle scarse ricerche in campo, considerando che non esistono farmaci veterinari autorizzati in Italia e nel resto dei paesi europei.

I metodi di prevenzione più efficaci rientrano in tutte quelle attività di buone pratiche apistiche ed in particolare l’interruzione del ciclo della covata con ingabbiamento della regina per 9 giorni e rimozione della covata opercolata.

E’ necessaria una attenta attività di sorveglianza, soprattutto dell’apicoltore, durante l’ispezione in corso delle visite cliniche alle famiglie al fine di individuare prima possibile l’eventuale presenza dell’acaro.

Il Tropilaelaps rappresenta una potenziale minaccia per il territorio europeo?

Quando A. mellifera è infestata da entrambi i parassiti, Tropilaelaps rappresenta la minaccia più grave, in quanto il ciclo vitale più breve rispetto alla Varroa, consente alla popolazione del parassita di moltiplicarsi 25 volte più rapidamente rispetto alla Varroa. Le colonie vengono rapidamente sopraffatte dall’acaro per la velocità di riproduzione e con danni maggiori in un lasso di tempo più breve.

La principale via di diffusione di questo parassita è la fase foretica degli acari femmine che si ritrovano sulle api adulte per cui potrebbe raggiungere territori indenni per cause antropogeniche cioè in seguito a movimentazioni e scambi di materiale apistico da un continente all’altro.

Dato che la sopravvivenza del parassita è fortemente legata alla presenza continua di covata (sopravvive solo pochi giorni sulle api adulte e non sopravvive senza covata per più di sette giorni), nei climi temperati, dove le famiglie per un certo periodo dell’anno non presentano covata, la diffusione dell’acaro è sicuramente rallentata rispetto ad altre aree geografiche dove la covata è presente per tutto l’anno.

Si sottolinea, tuttavia, come il ruolo dei cambiamenti climatici che possono impattare soprattutto nei climi temperati e quindi con una covata presente tutto l’anno, possa potenzialmente determinare una diffusione più rapida anche nei paesi indenni.

Per limitare il rischio di introduzione di questo parassita esotico nell' UE, le disposizioni normative (Reg. (UE) 2016/429; Reg. (UE) 2020/688 e Reg. (UE) 2021/692) prevedono che tutte le importazioni di regine di api e di bombi (provenienti da paesi extra-UE) siano sottoposte a precise regole ed esami di laboratorio per rilevare la presenza di questo parassita.

Un altro aspetto da considerare per una potenziale fonte di introduzione e diffusione degli acari è il trasferimento per foresi sui bombi anche se, secondo la letteratura esistente, Tropilaelaps spp. non è stato ancora rinvenuto nelle colonie di bombi (Bombus spp.) considerando che la Varroa è stata osservata su insetti bottinatori, diversi dalle api, inclusi i bombi (Bombus pennsylvanicus), nonostante la sua incapacità di riprodursi nelle loro colonie.

 

Autore Dr. Vincenzo Langella

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