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Alimentazione e necessità ambientale del capriolo

  • 20 maggio 2008
  • Autore: Redazione VeSA
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Il Capriolo è un ruminante (i "ruminanti" sono quegli erbivori artiodattili che, oltre a possedere un vero e proprio stomaco ghiandolare come altri mammiferi, possiedono altre tre camere o cavità, derivate da estroflessioni o ingrandimento dell’esofago, funzionalmente deputate al deposito e/o predigestione di materiale vegetale ingerito dall’animale), brucatore tipicamente selettivo di alimenti ben digeribili, costituiti, prevalentemente da piante di sottobosco.

E' una specie molto adattabile e può  essere presente sia in terreni boscati , ricchi di copertura, cosi come in zone aperte. Predigile, tuttavia, un alta diversificazione ambientale in poco spazio, con  boschi misti con fitto sottobosco e zone ecotonali  (cioè di  transizione tra ecosistemi diversi, in questo caso bosco-sottobosco e radure aperte).

Infatti i caprioli non si soffermano sempre laddove trovano maggiori quantità di foraggio. Essi si concentrano, in modo particolare, negli ambienti che offrono loro anche copertura, protezione visiva e climatica. Riesce invece a sopravvivere con difficoltà, nel caso di prolungata copertura nevosa  e con manto superiore ai 30-40cm.

Pur essendo adattabile a diversi ambienti, è comunque una specie molto " esigente " sotto l’aspetto nutrizionale.Il capriolo utilizza, come fonte alimentare, la maggior parte delle specie vegetali, però sempre solo le parti più tenere e digeribili. Queste possono essere foglie, radici, frutti o gemme, a condizione che il contenuto in cellulosa sia limitato. Si sposta di pianta in pianta, prendendo, di volta in volta, solo piccoli bocconi. Apprezza, inoltre, particolari sapori, ad esempio quelli di piante ricche di tannini, disdegnate invece da molte altre specie selvatiche
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