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Il controllo della Brucellosi ovi caprina nella Provincia di Pesaro e Urbino per l’anno 2018

  • 25 febbraio 2019
  • Autore: Redazione VeSA
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La Brucellosi ovi-caprina, malattia infettiva contagiosa sostenuta primariamente da un batterio Brucella melitensis, è largamente diffusa in diverse parti del mondo e in particolare nei Paesi del Bacino Mediterraneo.

Molte specie animali sono sensibili alla malattia ma gli ospiti principali sono gli ovi-caprini.

Gli animali infetti possono manifestare un aborto tardivo (3° - 4° mese di gravidanza) spesso con ritenzione della placenta; si registrano anche forme di malattia conclamata.

Oltre alla B. melitensis anche la B. abortus (Bovino) e la B. suis (Suino), raramente la B. canis possono essere trasmesse all’uomo.

Nell’anno 2017 sono stati notificati in Europa 378 casi umani, di cui 99 in Italia.

Nel nostro Paese la malattia persiste in alcuni allevamenti delle Regioni del Sud ed è qui che si registrano la quasi totalità delle persone che contraggono la malattia, caratterizzata da febbre, dolori articolari ed epatosplenomegalie. L’uomo può essere contagiato (antropozoonosi) attraverso:

  • consumo di latte  infetto non pastorizzato / bollito
  • consumo di formaggio con stagionatura inferiore a 75 giorni provenienti da allevamenti infetti
  • contatto diretto con  le secrezioni vaginali, placente, prodotti dell’ aborto di animali infetti.

     

    Il germe è molto resistente e persiste nell’ ambiente esterno per lunghi periodi.

    Grazie ai piani di controllo degli allevamenti in tutta Europa i casi umani sono diminuiti; in Italia  quasi tutte le Regioni del centro nord e la Sardegna hanno acquisito la Qualifica Europea di Regioni Ufficialmente Indenni da Brucellosi ovi-caprina (IZSUM – UOD Osservatorio Epidemiologico UMBRIA).

    La Regione Marche con la Decisione 2005/206 CE ha ottenuto la qualifica Europea di territorio Ufficialmente Indenne.

    Nella nostra regione sono presenti circa n.4061 allevamenti con un numero complessivo di 157.000 capi circa.

    Il Piano Regionale di profilassi, previsto dal Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 264 del 21/12/2009, prevede il controllo biennale di tutti gli allevamenti; fanno eccezione quelli che  producono formaggio con latte crudo (non pastorizzato) o si spostano per la transumanza; in questi casi è previsto il controllo sierologico dei capi annualmente.

    A tutti i capi di età superiore a sei mesi viene prelevato un campione di sangue ed inviato all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche sezione di Pesaro per gli accertamenti di laboratorio (test di fissazione del complemento – test di siero agglutinazione rapida).

    E’ ormai da quasi 15 anni che non vengono segnalati  focolai di Brucellosi in questo territorio.

    Nella Provincia di Pesaro e Urbino sono presenti:

    n.  748 allevamenti ovi-caprini di cui n.23.056 capi ovini e  n.2.149 capi caprini.

    Nell’anno 2018 sono stati controllati complessivamente n. 369 allevamenti  e sono stati prelevati n.12.022 campioni di sangue con esito favorevole.

     

           

    Come previsto dalla normativa regionale e comunitaria tutti gli allevamenti, con i relativi capi identificati individualmente, sono registrati nella Banca Dati Nazionale informatizzata del Ministero della Salute e inseriti nel sistema di controllo.

    Visti gli esiti dei controlli ufficiali effettuati, la provincia di Pesaro e Urbino conferma la Qualifica Europea di territorio ufficialmente indenne. Il consumo di prodotti lattiero caseari provenienti da questo territorio, pertanto, non costituisce per la popolazione un fattore di rischio per Brucellosi.

    Il nuovo piano di profilassi n.327 del 19/12/2018, istituito con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale, prevede per l’anno 2019, vista la situazione epidemiologico favorevole il controllo ogni anno del 25% degli allevamenti.

    Il prelievo di sangue verrà effettuato su tutti i maschi non castrati e sul 25% delle femmine di età superiore ai sei mesi e comunque verranno controllate almeno 50 femmine per allevamento.

    Negli allevamenti con una consistenza inferiore tutti quelli presenti.

     

     

Il Veterinario Dirigente U.O.S

Malattie infettive e Profilassi

        (Dott. Paolo Luzi)

Il Direttore

Servizio Sanità Animale

                               (Dott. Valerio Smilari)

 

 

Nota: Il presente articolo è stato redatto in attuazione della Determina DG/ASUR n.734/2016 nell’ambito del Gruppo della Comunicazione del rischio dell’AV1 - 2018

 

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