X
GO

SORVEGLIANZA VETERINARIA DELLA LEISHMANIOSI CANINA NELLE STRUTTURE DI RICOVERO DELLA PROVINCIA DI ASCOLI PICENO, ANNO 2020

  • 28 dicembre 2020
  • Autore: Redazione VeSA
  • Visualizzazioni: 3259
  • 0 Commenti

La leishmaniosi canina è una malattia parassitaria il cui agente eziologico in Italia è il protozoo Leishmania infantum. Questo, per poter essere infettante, deve compiere una parte del ciclo biologico in insetti vettori, i flebotomi, i quali lo assumono da un animale infetto a seguito del pasto di sangue e poi lo trasmettono a un ospite sano con il successivo pasto di sangue. La leishmaniosi canina, in alcune condizioni, può essere trasmessa anche all’uomo.

Dati epidemiologici: in Europa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che vi siano 2,5-3 milioni di cani infetti di leishmania, con una distribuzione associata alle aree storicamente endemiche (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia e Francia), ma anche con la sempre più frequente segnalazione di focolai isolati e autoctoni in zone precedentemente ritenute indenni come Inghilterra, Svizzera, Germania, Ungheria, Romania, Albania e Serbia. Per quanto riguarda la situazione in Italia, dai dati del Centro di Referenza Nazionale per le Leishmaniosi - C.Re.Na.L risulta che nel 2017 la percentuale media di sieroprevalenza nel cane su tutta la penisola, è stata del 18,65% (Fig. 1) ed in particolare nella macroregione del Nord è stata del 14,21%; nella macroregione del Sud del 32,76 %; nella macroregione del Centro del 7,42% (Fig. 2).

Fig. 1 Leishmaniosi canina: numero di esami sierologici e tasso di positività nelle Regioni Italiane

Fig. 2 Leishmaniosi canina: numero di esami sierologici e tasso di positività nella Macroregione del Centro.

 

Sintomatologia nel cane: il cane è altamente suscettibile al parassita, manifestando una grave sindrome viscero-cutanea in circa il 40% degli animali infettati. La malattia procede con una evoluzione tendenzialmente cronica con deperimento organico e sintomatologia complessa. Di solito il proprietario se ne accorge per la forma cutanea caratterizzata da manifestazioni di tipo eczematose, rarefazione del pelo con desquamazione furfuracea, ipertrofia ungueale. Altri segni clinici riscontrati con maggior frequenza in ordine decrescente sono: linfoadenopatia generalizzata sistemica, pallore delle mucose, perdita di peso, febbre, letargia, anoressia, splenomegalia, insufficienza renale, lesioni oculari, epistassi, artropatie. Le manifestazioni cliniche variano in quanto determinate dalla deposizione di immunocomplessi circolanti. Non esistono terapie risolutive nel cane; comunque, un adeguato trattamento riduce la possibilità per i flebotomi di infettarsi, diminuendo così la possibilità di diffondere la malattia.

Terapia: la diagnosi di certezza e il corretto inquadramento clinico consentono di definire lo stadio al quale si trova l’animale, collocandolo nel gruppo di “esposti”, “infetti”, “malati” o “malati con quadro clinico grave” a cui possono essere aggiunti i soggetti trattati ma refrattari alla terapia o trattati ma che recidivano precocemente. I farmaci utilizzati in monoterapia o in associazione per il trattamento della leishmaniosi sono diversi anche in funzione della sintomatologia. Comunque, va ricordato che l’Amfotericina B è il farmaco di prima scelta nella terapia della leishmaniosi umana, pertanto l’OMS sconsiglia di utilizzarla nella cura veterinaria, per evitare l’insorgenza di ceppi amfotericina-resistenti.

Prevenzione veterinaria: la prevenzione della leishmaniosi canina si basa essenzialmente sulla protezione dei cani dall’attività dei flebotomi, sia quelli di proprietà, sia quelli custoditi nei canili sanitari e nei rifugi; nonché sulla lotta al randagismo. La protezione può essere: meccanica, mediante l’impiego di zanzariere ed evitando il pernottamento all’aperto durante i mesi estivi; chimica, ricorrendo a prodotti a base di piretroidi naturali o sintetici per uso topico, con formulazioni diverse a seconda delle necessità e che hanno dimostrato un potere antifeeding sul flebotomo. Questi prodotti sono caratterizzati da bassa tossicità per i vertebrati, bassa volatilità, elevata attività insetticida, azione rapida. L’effetto è di tipo disorientante, che rende i flebotomi incapaci di pungere o può causarne la morte o gravi danni funzionali.

Ridurre significativamente la densità dei vettori, mediante l'utilizzo di insetticidi e/o operazioni di bonifica ambientale, è di difficile realizzazione poiché è molto complesso individuare i focolai di sviluppo larvale. Neanche la lotta biologica è attuabile date le limitate conoscenze su predatori o parassiti o patogeni dei flebotomi.

Nel cane un passo avanti è stato fatto con la commercializzazione di un vaccino, disponibile in Italia da aprile 2012. La prima vaccinazione va praticata sui cani sieronegativi alla malattia, di almeno 6 mesi di età, seguita da altre 2 inoculazioni distanziate 3 settimane l'una dall'altra. Il richiamo è annuale. Comunque, tale misura è complementare agli altri mezzi che sono a disposizione.

Attività di sorveglianza veterinaria a livello nazionale:   l’attività di sorveglianza per la leishmaniosi canina in Italia è incentrata sul principale serbatoio della malattia: il cane. Di seguito sono riportati i piani effettuati: in rosso sono evidenziate le Regioni dove è stato emanato un piano di Sorveglianza, in blu le Regioni dove si attua un piano di monitoraggio.

La sorveglianza veterinaria si articola su tre distinte direttive: 1. sorveglianza passiva sui cani di proprietà al fine di mantenere aggiornata la situazione epidemiologica; 2. sorveglianza nelle strutture di ricovero per i cani catturati con lo scopo di tenere sotto controllo il loro stato di salute e limitare la diffusione della malattia; 3. controllo a seguito di un caso umano autoctono per individuare eventuali “cluster” di infezione e adottare opportuni provvedimenti di sorveglianza attiva.

 Il Servizio Veterinario comunica la presenza di casi di infezione in animali accertati direttamente o segnalati dai veterinari libero professionisti, al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) ai sensi dell’art. 5, comma 3 del Regolamento di Polizia Veterinaria D.P.R. n. 320/54, e provvede a registrare i casi di positività ai fini della rendicontazione annuale nel sistema SINZOO. Il SISP comunica, a sua volta, la presenza di un caso accertato di leishmaniosi umana al Servizio Veterinario competente, sulla base della correlazione emersa dalle indagini epidemiologiche. Infatti, il SISP effettua un’accurata indagine epidemiologica congiuntamente con i Servizi Veterinari, per verificare, oltre ad eventuali ulteriori casi umani in ambito familiare, anche la presenza di casi in animali da compagnia nell’abitazione del paziente e nel quartiere. Qualora ci fossero nuove aree di endemia umana e canina o in particolari focolai epidemici con aumento improvviso dei casi di malattia, spetta agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali effettuare la sorveglianza entomologica.

Attività di sorveglianza veterinaria nella Regione Marche: il piano di sorveglianza e controllo della leishmaniosi canina nella Regione Marche è regolamentato dalla DGR n. 1652/2012. Gli obiettivi nelle strutture di ricovero sono quelli di individuare i cani infetti/malati e trattarli al fine di ridurre la circolazione del parassita e proteggere i cani sani. Pertanto, il Servizio Veterinario di Sanità Animale (SSA) sottopone tutti i cani di nuova introduzione di età superiore a sei mesi al controllo clinico e sierologico per leishmaniosi. L’esito dell’esame sierologico può essere:

1) Negativo se il titolo è minore di 1:40 e in tal caso il cane è sano;

2) Dubbio se il titolo è compreso tra 1:40 e 1:80. Il test è ripetuto dopo 8-16 settimane;

3) Positivo se il titolo è superiore o uguale a 1:160. In questa eventualità, dopo la cattura si effettua il primo ciclo terapeutico completo e si prescrive ai comuni il prosieguo della terapia presso le strutture di ricovero.

Un’altra attività del SSA è quella di provvedere all’applicazione dei collari ad azione repellente su tutti i cani che hanno avuto esito dubbio e positivo nel periodo di attività vettoriale. I soggetti con tali titoli sierologici possono essere dati in affido previo consenso informato all’affidatario e con le necessarie prescrizioni sanitarie per la corretta gestione del cane nel tempo. Tutti i casi accertati direttamente dal SSA o segnalati dai veterinari libero professionisti devono essere comunicati al SISP e al CERV (Centro Epidemiologico Regionale Veterinario) e viceversa, tutti i casi di leishmaniosi umana devono essere comunicati dal SISP al SSA, che li trasmette al CERV e adotta i provvedimenti necessari.

Ancora il SSA vigila sullo spostamento degli animali tra le strutture di ricovero presenti sul territorio regionale verificando che le attestazioni sanitarie riportino l’esito e la data del test sierologico eseguito nei 30 giorni precedenti la movimentazione. Tale concetto viene ripreso anche dalla DGR n. 767/2014 che regolamenta gli spostamenti permanenti da una regione all’altra. Tra i requisiti sanitari per la movimentazione degli animali randagi di età superiore a 6 mesi, c’è l’essere saggiati per leishmaniosi ed ehrlichiosi nei 30 giorni precedenti ed essere accompagnati dal relativo documento sanitario.

La leishmaniosi canina nella Regione Marche è anche trattata dalla LR 18/2015, che modifica la LR 10/1997. Qui viene introdotta la lettera c bis al comma 1 dell’art. 5 che prevede tra i compiti del servizio veterinario anche l’esecuzione dei test per il controllo della leishmaniosi.

 

Attività di sorveglianza veterinaria nelle strutture di ricovero della Provincia di Ascoli Piceno: in ottemperanza alla normativa regionale, il SSA dell’Area Vasta 5 ha proceduto al prelievo ematico di tutti i soggetti di età superiore a 6 mesi catturati, privi di proprietario e introdotti nei canili sanitari. Nella Provincia di Ascoli Piceno sono presenti due canili sanitari, a San Benedetto del Tronto e ad Offida e sono stati testati complessivamente 100 cani nel periodo che va dal 1° gennaio al 11 dicembre 2020. Dai risultati è emersa una singola positività a basso titolo 1:160 su un cane maschio, di media taglia, di circa 4 anni di età, accalappiato in data 16 ottobre nel Comune di San Benedetto del Tronto. Un unico caso, al termine della stagione vettoriale, asintomatico e su un comune situato nella zona costiera. Sullo stesso soggetto è stato iniziato il trattamento farmacologico e al termine della terapia sarà trasferito al relativo rifugio. Contestualmente è stata fatta la segnalazione al SISP e al CERV.

La percentuale dei risultati dubbi è stata del 9% con una maggior prevalenza nei cani catturati nell’entroterra. Questi saranno sottoposti a test sierologici ogni 8-16 settimane finché non sarà chiaro lo stato sanitario. Mentre la percentuale dei cani sieronegativi su tutta la Provincia di Ascoli Piceno è stata del 90%. Tale valore si riferisce ai cani vaganti che sono stati catturati dal SSA e sono stati introdotti nei due canili sanitari; mancano i dati riferiti ai cani di proprietà le cui positività devono essere segnalate dai veterinari libero professionisti al servizio veterinario. Alcuni colleghi nell’anno corrente hanno adempiuto a tale obbligo ma sicuramente le comunicazioni sono carenti. Invece, proprio la segnalazione obbligatoria della leishmaniosi è un significativo strumento per la sorveglianza attiva della malattia non solo come dato statistico, pur rilevante, ma soprattutto, quale cardine di programmazione sanitaria e controllo dell’efficacia degli interventi sanitari. Contrariamente, non ci sono state segnalazioni di casi umani di leishmaniosi da parte del SISP.

Durante la stagione vettoriale, per prevenire la puntura del flebotomo e quindi la diffusione della malattia, a tutti i cani sia negativi sia dubbi che positivi sono stati applicati i collari contenenti insetto-repellenti.

Inoltre, nel corso di quest’anno tra i cani dati in affido, due erano sospetti per leishmaniosi. In quest’ultimo caso l’affido è avvenuto previo consenso informato dell’affidatario, impegno ad utilizzare prodotti insetto repellenti durante l’attività dei flebotomi, a ripetere il test sierologico dal proprio veterinario di fiducia entro la data fissata dal SSA e a comunicarne l’esito. In uno dei due soggetti è stato già ripetuto il test dal nuovo proprietario e l’esito è stato negativo.

Il SSA ha vigilato anche sugli spostamenti degli animali verso strutture di ricovero di altre province della Regione Marche ed in totale sono stati movimentati 36 cani. In particolare: 2 presso “Amici di Gioia e Romeo onlus” nella provincia di Fermo; 4 presso “Lilly e i vagabondi 2” nella provincia di Ancona; 3 presso “Monti Azzurri” e 27 presso “Ospital dog”, entrambi nella provincia di Macerata. In quest’ultima struttura è stato inviato anche un cane con titolo sierologico dubbio per leishmaniosi, trattato con antiparassitari locali e accompagnato dal relativo attestato sanitario.

Nell’anno corrente non ci sono state movimentazioni verso altre regioni e neanche ingressi da altre province.

 

Approfondimento: Linee Guida per il controllo del serbatoio canino della leishmaniosi viscerale zoonotica in Italia (Rapporti ISTISAN 04/12)

Autore: Dr.ssa Maria Gabriella Pistilli

La presente nota è stata redatta in attuazione alla Determina DG/ASUR n.734/2016 nell’ambito della comunicazione del rischio AV5-2020

 

 

 

Stampa
Tag:
Valutazioni:
4.4

Redazione VeSARedazione VeSA

Altri articoli di Redazione VeSA

Contatta l'autore

Contatta l'autore

x