X
GO

Biotossine marine: nuove indicazioni di tossicità

  • 2 aprile 2009
  • Autore: Redazione VeSA
  • Visualizzazioni: 3733
  • 0 Commenti

 

Lo scorso 20 Marzo si è tenuto a Pesaro, organizzato dall’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche con la collaborazione della Zona Territoriale - ASUR Marche di Pesaro, un incontro formativo dal titolo “Biotossine marine: nuove indicazioni di tossicità”.

 

Il prof. Roberto Poletti, direttore del Centro Ricerche Marine di Cesenatico, massima Autorità italiana in materia di biotossine algali, ha relazionato sul come, a livello di Comunità Europea, si stia valutando la possibilità di introdurre, per stabilire nuovi limiti di accettabilità per le biotossine nei molluschi bivalvi, il criterio della valutazione dell’ ARfD .

L’ ARfD va inteso come la “valutazione di una sostanza, contenuta in un alimento, espressa in milligrammi per kg. di peso corporeo del consumatore medio, che può essere ingerita nelle 24 ore o meno (1 pasto),  senza rischio apprezzabile per la salute del consumatore, in base ai dati conosciuti al momento della valutazione.”

Viene ritenuto che il consumo dei molluschi bivalvi sia da considerarsi saltuario e che il 97,5% dei consumatori non ne ingerisca, in un pasto, più di 250 grammi di polpa.

Per ammettere al consumo anche molluschi contenenti tracce di tossina, ma ad un livello tale che se non si eccede un quantitativo prestabilito di molluschi ingeriti, la percentuale di tossina non  provochi disturbi di tossicità, è necessario definire un rapporto percentuale tra la presenza di eventuali biotossine ed il quantitativo di molluschi consumabili senza rischio di sindrome tossica.
 
L’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare (EFSA) ha formulato in tal senso  una proposta:  valutare il valore limite  di biotossina in rapporto ad un ipotetico consumo di 400 grammi di polpa di mollusco per ogni consumatore, in modo da avere un largo margine di sicurezza.

Il quantitativo proposto corrisponde, infatti, alla polpa di circa 50 grossi mitili, che difficilmente vengono consumati nel corso di un solo pasto normale.

L’elaborazione dei nuovi limiti incontra grandi difficoltà poiché bisogna tenere conto anche di alcuni fattori di correzione percentuale, quali:

  • 1-10 %  per la differenza che intercorre tra il dato ottenuto dall’animale di laboratorio e l’uomo,
     
  • 1-10% per le differenti classi di età del consumatore,
     
  • 1-10% rapportati alla variabilità dei dati sperimentali ottenuti,
     
  • 1-10% in rapporto alla natura e alla severità degli effetti tossici osservati.

Comparsa di nuove alghe potenzialmente tossiche

Nel biennio 2006-2008 sono state evidenziate ed identificate nuove alghe tossiche lungo i litorali italiani, la cui comparsa sembra sia da correlare al commercio e all’importazione di specie animali non autoctone, per uso acquariofilo od espositivo (es.coralli e pesci tropicali che devono viaggiare, ovviamente, immersi in acqua, che poi viene gettata tranquillamente in fognatura senza sottoporla a nessun trattamento di filtrazione o di sterilizzazione).

Si tratta di:

  1. Osteopsis ovata  che ha dato effetti patogeni per inalazione dell’aerosol (Sintomi simil influenzali, broncopolmonite) La sua presenza implica positivizzazione dei mitili per tossina DSP.
     
  2. Coolia monotis
     
  3. Prorocentrum lima
     
  4. Alexandrium ostenfeldi


Nel resto del mondo sono state identificate altre tossine nei molluschi bivalvi, delle quali è stata identificata la struttura e la natura chimica, denominate IMINE CICLICHE , quali: 

  • Gimnodimine
  • Spirolidi
  • Piumatossina
  • Prorocentrolidi
  • Spiro-procentrimine

Queste tossine hanno dato casi di intossicazione in Canada e Giappone.
 

5. Palitossina : si tratta di una tossina  correlata alla presenza di Celenterati del genere Palythoa alle Isole Hawaii ed è, al momento la tossina più potente e letale finora conosciuta.
E’ stata ritrovata in microalghe, in molluschi bivalvi, in crostacei e pesci anche in altri paesi tropicali.
E’ eccezionalmente tossica per il topo di laboratorio inoculato per via intraperitoneale, leggermente meno tossica per via alimentare.
Agisce selettivamente sulle fibre muscolari,anche cardiache,con conseguenti danni al cuore  che portano a morte.

6. Ciguatera : tossina sempre più presente  nei paesi tropicali, da valutare con la massima attenzione poichè la globalizzazione del commercio potrebbe far arrivare specie tropicali, congelate e non riconoscibili, anche sui nostri mercati.

Generalmente presente in pesci erbivori bentonici (che pascolano sul fondo marino) i quali facilmente divengono cibo per altri pesci,grandi predatori. In queste specie la tossina si accumula  sempre di più e i pesci di maggior taglia sono conseguentemente i più tossici .

Le popolazioni caraibiche e dei paesi tropicali evitano, empiricamente, di consumare i pesci di grande taglia e  forti carnivori tipo il barracuda.
Nonostante questa precauzione si verificano spesso casi di intossicazione che esordiscono con distrurbi gastrointestinali che possono essere transitori, ma spesso sono complicati da disturbi cardiaci, in relazione alla quantità di tossina ingerita.

I disturbi cardiaci, associati ai successivi sintomi neurologici, possono portare a morte o a danni permanenti con sintomatologia che perdura per mesi od anni.

Autore

Ultimo aggiornamento: 2 aprile 2008
 

Stampa
Tag:
Valutazioni:
5.0

Redazione VeSARedazione VeSA

Altri articoli di Redazione VeSA

Contatta l'autore

Contatta l'autore

x