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MORTALITA’ ELEVATA NEGLI EQUINI: UN MANUALE DA SEGUIRE

  • 16 dicembre 2019
  • Autore: Redazione VeSA
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Nell’ultimo periodo si sono verificati una serie di episodi di mortalità acute di un elevato numero di equini presso alcune aziende del territorio italiano. La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari ha quindi ritenuto opportuno trasmettere ai Servizi Veterinari regionali un manuale operativo per la corretta gestione dei casi di mortalità elevata negli equidi.

Il protocollo operativo ha lo scopo di uniformare le procedure operative sul territorio da seguire in caso di morte acuta, improvvisa o inaspettata, di almeno due equini nell’arco di 24 ore e nella stessa azienda.

Per morte improvvisa si intende "collasso acuto e morte di un cavallo apparentemente sano che avviene dopo pochi minuti dall'insorgenza dei segni di malattia e sotto stretta osservazione e in presenza di testimoni" (Platt, 1982; Navas de solis et al., 2018). Per morte inaspettata si intende "morte senza testimoni in cui un animale apparentemente sano all'ultima osservazione e senza rilevazione di sintomi nel giorno precedente viene trovato morto dopo un tempo variabile durante il quale non viene osservato" (Platt, 1982).

Le cause di morte acuta, improvvisa o inaspettata nei cavalli, come riportato in bibliografia, possono essere svariate; la rottura di grandi vasi o la rottura di visceri quali il cieco o lo stomaco ne sono un esempio e possono non essere precedute da sintomatologia evidente nell'immediato o comunque possono essere fenomeni patologici che si esplicano nell'arco di poche ore (ad esempio durante la notte, in assenza di testimoni) portando a morte l'animale e lasciando il proprietario senza una manifesta causa dell'accaduto. Se il decesso interessa più di un cavallo nella stessa azienda e durante un periodo di tempo relativamente breve come le 24 ore, sarebbe utile compiere delle azioni atte a constatare la reale causa di morte e intraprendere eventuali misure preventive per salvaguardare l'incoluminità dei restanti animali presenti in azienda.

Il documento definisce una serie di azioni da mettere in atto da parte, in primis, del detentore/proprietario, conseguentemente dei Servizi Veterinari della ASL e degli Istituti Zooprofilattici territorialmente competenti. Nel caso in cui si sospetti una causa riferibile ad un reato, come ad esempio l’avvelenamento doloso, il protocollo prevede il coinvolgimento anche delle Autorità di Polizia giudiziaria.

La finalità del Protocollo è di consentire il corretto intervento delle autorità sanitarie competenti, la successiva messa in sicurezza degli animali sopravvissuti, nonché l’esecuzione di una necroscopia a scopo forense seguendo le procedure indicate nel documento.

Qualora vi sia il sospetto di un avvelenamento/evento doloso, il Manuale fornisce indicazioni sul possibile coinvolgimento in sede autoptica del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria o in caso di sospetto di malattia infettiva, del Centro di Referenza Nazionale delle Malattie degli Equini.

L’attivazione della “Task Force e del relativo protocollo di azione per “morìa elevata di equidi” avviene tramite richiesta del titolare detentore degli animali alla ASL competente, nel caso si verifichi la morte improvvisa o inaspettata di due o più equidi, siano essi cavalli o asini, nell’arco di 24 ore e nella stessa azienda. Il manuale prevede la richiesta di attivazione del protocollo da parte del titolare detentore degli animali anche in caso di più di tre morti improvvise o inaspettate (morti multiple) avvenute nell’arco di 7-10 giorni, sulla base delle valutazioni dei Servizi Veterinari pubblici e degli IIZZSS competenti.

Il coordinamento della Task Force è a carico della ASL competente per territorio, che una volta “attivata” dalla richiesta del proprietario/titolare, dovrà, secondo il protocollo, intervenire entro massimo le 24 ore dall’ultimo decesso, “attivare” a sua volta l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza per gli esami necroscopici di ogni singolo soggetto deceduto e se del caso, coinvolgere la Polizia Giudiziaria.

I compiti dei Servizi Veterinari pubblici previsti dal manuale sono di:

  • identificazione, tracciatura all’origine e analisi di ogni singola fonte alimentare a cui i cavalli hanno avuto accesso nelle 48-72 ore antecedenti il decesso;

  • identificazione ed analisi delle fonti idriche da parte di laboratori specializzati (se ritenuto necessario);

  • ispezione delle stalle e del pascolo;

  • visita e cura degli animali ancora in vita presenti nell’azienda;

  • anamnesi accurata di tipo ambientale, alimentare, clinica e farmacologica.

Il proprietario/detentore degli animali deve favorire e collaborare a tutte le attività di indagine previste da parte delle Autorità Competenti e l’attivazione della Task Force, non lo esime dalla sua responsabilità di individuare e chiamare una ditta specializzata per la rimozione, trasporto ed eventuale successivo smaltimento della carcassa.

 

Autore: Dott.ssa Moira Mattioni

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