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Peste Suina Africana: un esempio di applicazione cooperativa del Piano di sorveglianza in un allevamento suino nella Regione Marche

  • 9 luglio 2020
  • Autore: Redazione VeSA
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La PSA è una malattia infettiva contagiosa del suino e del cinghiale, causata da un virus a DNA della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, caratterizzata da elevata morbilità e mortalità, in grado di provocare ingenti danni economici al settore suinicolo. Nel nostro continente, il virus si trasmette principalmente per contatto diretto attraverso la via oro-nasale, per contatto indiretto e tramite ingestione di alimenti contaminati. In Africa, invece, dove la malattia è endemica, la trasmissione attraverso zecche (genere Ornithodoros) contribuisce in larga misura alla persistenza e alla propagazione del virus.

Tra le caratteristiche più importanti del virus è necessario ricordare la sua elevata resistenza (variazioni di pH, disidratazione, freddo, alcuni disinfettanti) e la sua incapacità di indurre la produzione di anticorpi neutralizzanti, motivo per cui gli animali infetti non si liberano mai del virus e soprattutto, rende difficoltosa la produzione di un vaccino efficace.

La malattia può presentarsi con mortalità elevata in allevamento e i sintomi comprendono ipertermia, vomito e diarrea accompagnati da perdite ematiche e lesioni emorragiche cutanee. Emorragie possono essere rilevate a carico di reni, milza e linfonodi in sede di esame anatomopatologico (Manuale Operativo Pesti Suine Rev. n. 2 gennaio 2020 - http://www.izsum.it/IZSUM//).

La presenza di tali sintomi e lesioni va notificata all’autorità competente, Servizi Veterinari di Sanità Animale della ASL competente per territorio, per l’applicazione di provvedimenti che possano permettere di bloccare la diffusione della malattia. La PSA è una malattia per cui vige l’obbligo di denuncia in base al DPR 320/1954, “Regolamento di Polizia Veterinaria”.

Sebbene la PSA sia presente in Sardegna dal 1978, a preoccupare il comparto suinicolo italiano è la continua evoluzione del quadro epidemiologico e la diffusione della malattia dal continente Asiatico, ai Balcani e in Europa.

L’ introduzione della PSA in Italia per contiguità, non appare preoccupante nel prossimo futuro visto che non sono ad oggi stati rilevati casi nei paesi confinanti. Più preoccupante è il rischio di diffusione legato al “fattore umano” a seguito di contatto diretto di alimenti/materiali contaminati veicolati da trasportatori, turisti, lavoratori stranieri, viaggiatori.

La Regione Marche, in applicazione del Piano Nazionale di sorveglianza e prevenzione in Italia e Piano di eradicazione in Regione Sardegna della Peste Suina Africana per il 2020 (trasmesso con Nota del Ministero della Salute n. 0001180-21/01/2020-DGSAF-MDS-P), ha emanato il DPGR n. 150 del 13/05/2020 (Piano trasmesso con Nota Esplicativa n. 0005804/19/05/2020/R_MARCHE/ARS/VSA/P), con il quale dà attuazione al DGR n. 186 del 24/02/2020.

Gli obiettivi del piano sono di proteggere il patrimonio suinicolo regionale dalla diffusione del virus e di migliorare il sistema di allerta precoce, attraverso l’implementazione della sorveglianza passiva sia nelle popolazioni di cinghiali che di suini e sul controllo della puntuale applicazione delle norme di biosicurezza.

In questo articolo si vuole riportare l’esperienza in campo dell’AV4 nella esecuzione di un campionamento di suini domestici, come da Piano.

La sorveglianza in campo, a seguito delle difficoltà riscontrate per l’emergenza Covid-19, sono iniziate nella 24a settimana del corrente anno.

Dopo aver informato, per quanto possibile, i piccoli allevatori (allevamenti con capacità inferiore a 50 capi ed allevamenti familiari) circa la necessità di contattare i Servizi Veterinari in caso di morte di suini in allevamento, e non avendo ricevuto comunicazioni relative a suini deceduti nella settimana in esame, in data 10/06/2020 è stato contattato un allevamento da ingrasso del territorio della provincia fermana, con capacità superiore a 1000 suini, in cui è facile, visto l’elevato numero di capi, reperire animali deceduti. Dopo essersi accordati per un sopralluogo da eseguirsi in data 11/06/2020, ed aver stampato dal SINVSA due schede di accompagnamento campioni con i soli dati dell’allevamento, si è contattato l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Marche competente per territorio, sezione di Fermo, per concordare l’attività di campionamento e consegna al laboratorio.

Si è quindi costituito un piccolo team di lavoro che ha visto partecipare un Veterinario della Sanità Animale della AV4 ed un Veterinario dell’IZSUM-Fermo.

Arrivati in allevamento, dopo aver indossato tutti i d.p.i. necessari anche al rispetto delle norme di biosicurezza, aver registrato il proprio ingresso in Azienda e aver ottemperato alle dovute prescrizioni in materia di salvaguardia personale ai fini della prevenzione della diffusione del Covid-19 (rilievo della temperatura corporea e compilazione delle check list sanitarie) si è proceduto alla visione di due carcasse di suino messe a disposizione dall’allevatore, caricate sulla pala di una ruspa adibita alle operazioni di rimozione delle carcasse in azienda.

Si trattava di un magrone, sesso femmina, venuto a morte in data 08/06/2020 e tenuto fino al nostro intervento nella cella frigorifero dei SOA dell’allevamento, e di un magrone maschio deceduto nelle prime ore della mattina dello stesso giorno del sopralluogo.

Dopo l’allestimento dell’area di prelievo, è stato effettuato l’esame anatomo-patologico delle carcasse.

Le carcasse si presentavano in buono stato di conservazione, all’esame esterno non si evidenziavano lesioni, gli organi della cavità addominale si presentavano nella norma. Per la ricerca del virus della PSA sono stati prelevati campioni di milza, rene e linfonodo gastro-epatico. Gli stessi sono stati opportunamente confezionati ed identificati in modo da mantenere la tracciabilità con le schede di accompagnamento stampate dal SINVSA.

Si è quindi intervistato l’allevatore per raccogliere dati anamnestici col fine di indagare le cause della morte dei due suini. Avendo riferito lo stesso allevatore di sintomatologia respiratoria negli animali, si è proceduto, per completezza dell’attività sanitaria e giungere ad una diagnosi il più specifica possibile, all’apertura del torace dei due suini, con lo scopo di esaminare i polmoni. I lobi craniali, medi e le porzioni dorsali dei lobi diaframmatici di entrambi i polmoni si presentavano di consistenza fortemente aumentata e di colore grigio rossastro . I linfonodi tracheo-bronchiali apparivano emorragici ed aumentati di volume. Un campione di polmone è stato prelevato per procedere alla ricerca di eventuali patogeni compatibili con le lesioni riscontrate.

Le carcasse sono state quindi riposte nella cella frigo in attesa di smaltimento da parte della ditta preposta; i campioni di milza, rene e linfonodi, sono stati posti in un contenitore refrigerato e consegnati subito presso la sede dell’IZSUM di Fermo, per essere inviati al Centro di Referenza Nazionale per lo studio delle malattie da Pestivirus e da Asfarvirus (CEREP) ed essere processati mediante metodica molecolare.

Il campione di polmone è stato invece sottoposto a tutti gli esami di laboratorio necessari presso la stessa sede dell’IZSUM di Fermo.

Tornati presso la sede della Area Vasta 4 dell’A.S.U.R., si è proceduto all’aggiornamento delle schede nel SINVSA .

In data 16/06/2020 sono stati refertati i rapporti di prova dall’IZSUM-Perugia e resi disponibili sul View: i primi campioni effettuati nell’ambito dell’applicazione del piano regionale di sorveglianza per la PSA in AV4 sono risultati negativi per assenza del virus.

Intanto gli esami eseguiti sul polmone, hanno evidenziato in azienda, la circolazione di M. hyopneumoniae, frequente causa di broncopolmoniti nell’allevamento suino. Tale informazione è stata data sia all’allevatore che al veterinario aziendale, con soddisfazione di tutti gli stakeholders coinvolti che hanno visto l’applicazione del Piano della PSA e la risoluzione di una diagnosi clinica utile per la gestione delle forme respiratorie che affliggevano l’allevamento.

Una esperienza positiva di collaborazione interdisciplinare tra Enti diversi ed allevatore che ha dimostrato come l’applicazione di un Piano di sorveglianza necessario come quello della PSA, vissuto spesso come imposizione da parte delle istituzioni agli allevatori, possa essere un momento di scambio reciproco di informazioni sanitarie utili tanto alle Autorità di Controllo, quanto a chi fa dell’allevamento suino il proprio lavoro e fonte di sussistenza.

 

Autori: Dott.ssa Pina De Curtis*

           Dott.ssa Alessandra Morelli**

           Dott. Giuseppe Iacchia*

           Dott.ssa Marta Paniccià**

 

* ASUR Marche AV4 U.O.C. S.A.

** IZSUM, sezione di Fermo

 

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