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RIPOPOLAMENTO DELLE LEPRI SUL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI MACERATA

  • 28 dicembre 2021
  • Autore: Redazione VeSA
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Il processo di antropizzazione ha prodotto profonde modifiche degli ambienti naturali erodendo la diversità e modificando la struttura genetica di specie e popolazioni animali.

Il sempre maggior interesse per alcune specie cacciabili di mammiferi ha portato, fin dai primi anni del secolo scorso, all’immissione in natura di selvaggina allevata in cattività, con ricadute sulle popolazioni di animali selvatici quali la scomparsa di alcuni pool genici e la diffusione di alcune malattie che hanno condizionato i macrosistemi ambientali.

I ripopolamenti sono operazioni delicate e complesse e richiedono un’istruttoria adeguata e uno sforzo organizzativo ed economico importante.

I servizi veterinari dell’Asur Area Vasta 3 di Macerata, in collaborazione con l’Ambito Territoriale di caccia Macerata 2 (ATC MC2), hanno approntato una procedura per la gestione ed il controllo del ripopolamento della lepre Europea in alcuni Comuni della Provincia di Macerata.

Da diversi anni oramai, la scelta dell’ATC MC2 è quella di avvalersi, per l’approvvigionamento degli animali, di allevatori di comprovata esperienza nel settore, presenti nel territorio della regione Marche, nonché della collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria Marche (IZS-UM) per gli accertamenti diagnostici.

Nella fattispecie l’attività di ripopolamento prevede che, previo controllo sanitario favorevole alla partenza, vengano introdotti circa 230 leprotti, tra i 70/90 giorni di età, all’interno di un primo recinto di ambientamento di circa 2,5 ettari, mappato e registrato in Banca Dati Nazionale con codice aziendale.

 L’area è completamente recintata con reti anti-intrusione per evitare fenomeni di predazione, considerato il rilevante numero di predatori presenti sul territorio provinciale, peraltro in costante aumento. Nel recinto l’alimento principale a disposizione degli animali è l’erba medica insieme ai cereali quali pannocchie di mais, che vengono distribuiti uniformemente sul terreno e mangime completo pellettato per conigli, solo in caso di necessità viene somministrato mangime medicato. La somministrazione avviene in apposite mangiatoie con erogatore, posizionate al disotto di ripari. L’acqua, proveniente dall’acquedotto, viene distribuita per gravità in vaschette da una cisterna di accumulo situata a monte; in vari punti del recinto sono presenti dei ripari naturali e un bosco di macchia mediterranea per permettere agli animali di nascondersi. I leprotti, pertanto, si trovano sin da subito nell’habitat naturale avente tutte le caratteristiche che gli stessi troveranno nel corso della loro vita: boscaglia, prato, anfratti. Il periodo di ambientamento dura da 8/10 giorni a un mese circa, durante il quale un addetto provvede giornalmente a verificare le condizioni degli animali e segnalare eventuali problemi sanitari.

In caso di mortalità, anche di un esemplare, la carcassa viene trasferita presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche (IZS-UM) per gli esami anatomopatologici, sierologici, batteriologici e virologici finalizzati ad escludere le principali patologie della lepre bruna. Inoltre, viene eseguito l’esame di antibiogramma al fine di poter definire le possibili molecole utilizzabili nella eventuale terapia antibiotica da condurre con mangimi medicati. I trattamenti vengono registrati come previsto dalla normativa vigente.

Al termine del periodo di ambientamento viene effettuata la cattura degli animali, questa avviene con delle reti a tramaglio alte circa 90 cm, per una lunghezza che può variare a seconda del perimetro del recinto. La cattura avviene chiudendo gli animali da un lato del recinto in modo tale da non stressarli e non costringerli alla corsa. Le operazioni vengono effettuate in condizioni di assoluto silenzio da personale di comprovata esperienza, che provvede alla smagliatura degli animali dalle reti, alla marcatura con anelli in cui viene riportato un numero progressivo di riferimento dell’ATC MC2, al controllo del sesso e al trasferimento degli esemplari, in numero di 2 (un maschio ed una femmina), nelle cassette di trasporto. Le operazioni di cattura vengono effettuate in presenza dei Veterinari di Sanità Animale dell’AV3, i quali effettuano la visita clinica degli animali, il controllo delle informazioni riportate sul certificato sanitario ed il controllo del registro di carico/scarico degli stessi. Gli animali vengono poi trasferiti in gruppi di 40/50, all’interno dei recinti presenti nei Comuni di Potenza Picena, Montecosaro, San Ginesio e Sarnano dove permangono per ulteriori 2 mesi circa, prima della successiva cattura e controllo veterinario finalizzato alla immissione all’interno del Territorio a Gestione Programmata della Caccia (TGPC) dell’ATC Macerata 2. Ogni progetto d’immissione è stato curato nei minimi particolari da parte dei tecnici dell’A.T.C., prestando particolare attenzione ai seguenti aspetti:

- periodo di immissione;

- individuazione e miglioramento delle aree più idonee;

- provenienza e qualità degli animali;

- lotta contro i predatori;

- lotta contro il bracconaggio;

- tecniche di immissione.

Una volta che gli animali sono stati liberati sul territorio, i recinti vengono sottoposti ad una procedura di disinfezione che prevede l’utilizzo di calciocianamide; questa viene sparsa in modo uniforme sul terreno a dosi prestabilite e poi interrata a 6-8 cm di profondità attraverso apposita strumentazione agricola. Dopo il trattamento, il terreno viene lasciato a riposo per un periodo superiore a 8 mesi. La calciocianamide ha una capacità geo-sterilizzante, nematocida, disinfestante contro i funghi e diserbante contro le giovani erbe infestanti.

 

Autori: Dr.ssa Marta Pacioni, Dr. Claudio Mattozzi

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