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Strutture veterinarie universitarie: protocollo di gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 (Rapporto ISS)

  • 26 giugno 2020
  • Autore: Redazione VeSA
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L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato il 52° Rapporto COVID-19, realizzato dal Gruppo di lavoro SISVet-ISS, intitolato “Protocollo di gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 nelle strutture veterinarie universitarie”.

Destinatario di questo documento è quindi il personale dei Dipartimenti/Facoltà Universitari di Medicina Veterinaria italiani che lavora negli ospedali, laboratori e sale settorie coinvolto, a vario titolo e ruolo, nelle attività didattica, assistenziale e di ricerca. In particolare si fa riferimento a medici veterinari, docenti e lavoratori, compresi quelli equiparati, intendendo per quest’ultimi gli allievi universitari: studenti, dottorandi, specializzandi, tirocinanti, borsisti, assegnisti ed i soggetti ad essi equiparati.

Il rapporto però, più in generale, fornisce utili informazioni e raccomandazioni anche a tutti gli operatori che si occupano della cura e gestione degli animali da compagnia e da reddito.

Nel documento vengono quindi descritte le misure e i comportamenti da adottare nelle diverse strutture universitarie, nell’ambito delle attività didattiche, assistenziali e di ricerca, con lo scopo di ridurre al minimo il rischio di contagio da SARS-CoV-2 sia per le persone che per gli animali. In considerazione delle origini zoonotiche di SARS-CoV-2, dei casi di malattia descritti in animali domestici, dei focolai segnalati in specie allevate e dei casi di verosimile trasmissione “di ritorno” da animale a uomo, il rapporto integra gli aspetti di sanità pubblica con quelli di sanità animale in un’ottica “One Health” ovvero attraverso un modello di analisi e gestione delle problematiche sanitarie basato sull’integrazione delle discipline e sul riconoscimento che la salute dell’uomo, degli animali e degli ecosistemi è espressione di un unicum indissolubile.

In base alle conoscenze attuali, è stato dimostrato che la trasmissione del virus SARS-CoV-2 avviene esclusivamente da persona a persona (trasmissione interumana) attraverso goccioline salivari (droplet) contenenti il virus, emesse da soggetti infetti (malati o portatori sani). Le droplet sono normalmente espulse dal naso e dalla bocca quando si tossisce, starnutisce e parla. Queste goccioline possono anche contaminare oggetti e superfici e quindi la seconda modalità di trasmissione è quella che si realizza toccando con le mani contaminate occhi, naso o bocca.

Ad oggi non è stata dimostrata la possibilità di una trasmissione della malattia dagli animali all’uomo ma è stato osservato che, occasionalmente, il virus può trasmettersi dall’uomo agli animali.

In particolare casi di infezione naturale in cani e gatti, per lo più provenienti da contesti abitativi nei quali erano presenti pazienti con COVID-19, sono stati descritti ad Hong Kong, in Belgio, Francia, USA, Spagna, Germania e Russia. Si sono inoltre registrati focolai di malattia nei visoni di quattro allevamenti in Olanda e COVID-19 ha colpito 5 tigri e 3 leoni nello zoo del Bronx a New York. Sono stati inoltre condotti studi che hanno dimostrato la suscettibilità all’infezione sperimentale con SARS-CoV-2 del cane, gatto, furetto, criceto siriano, alcune specie di chirotteri frugivori e primati non umani.

Nella seguente tabella vengono riassunti i diversi casi di infezione da SARS-CoV-2 negli animali.

Ad ulteriore aggiornamento di quanto sopra indicato, è importante ricordare che molto recentemente le autorità sanitarie olandesi hanno comunicato 2 PROBABILI (ma per ora non accertati) casi di infezione da animale a uomo, verificatisi in dipendenti di un allevamento di visoni colpito da SARS-CoV-2.

Considerando la notevole capacità evolutiva dei coronavirus e le conoscenze attuali, ancora inadeguate, sullo spettro d’ospite di SARS-CoV-2, è opportuno applicare un principio generale di precauzione, adottando idonei piani di biosicurezza, con il fine di tutelare la salute degli animali e di coloro che se ne prendono cura.

Nel Rapporto quindi, dopo una serie di considerazioni di carattere generale, con particolare riferimento alla scelta e utilizzo dei DPI, vengono analizzate e descritte nel dettaglio:

1) Procedura operativa per le attività lavorative presso gli Ospedali Veterinari Universitari,

2) Procedura operativa per l’attività lavorativa presso le sale settorie,

3) Procedura operativa per i laboratori.

 

Fonti:

Gruppo di lavoro SISVet-ISS. Protocollo di gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 nelle strutture veterinarie universitarie. Versione dell’11 giugno 2020. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2020. (Rapporto ISS COVID-19 n. 52/2020)

 

Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola

 

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