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FITOSANITARI NEGLI ALIMENTI: BUONI I RISULTATI ITALIANI

  • 26 marzo 2018
  • Autore: Redazione VeSA
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Il 14/03/2018 il Ministero della Salute, Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione (DGISAN), ha pubblicato il report, relativo all’anno 2016, sul controllo dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti.

Si tratta di un’attività che ricade nei controlli previsti dal Regolamento 882/2004 e nell’ambito del Regolamento 396/2005, rappresenta una delle priorità sanitarie più rilevanti nell’ambito della sicurezza alimentare ed ha la finalità di garantire un livello elevato di protezione del consumatore.

In particolare obiettivi di questo rapporto sono:

• Valutare, in relazione all’esito delle analisi effettuate, il rischio per la salute pubblica derivante dal grado di contaminazione dei prodotti alimentari;

• Conoscere puntualmente l’andamento dei controlli sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti.

Il rapporto quindi fornisce un quadro sia generale che di dettaglio sui risultati conseguiti e fornisce indicazioni sulle azioni future da intraprendere ad ogni livello istituzionale per migliorare e rafforzare ulteriormente il sistema di controllo ufficiale nazionale sui residui dei prodotti fitosanitari, per assicurare adeguati livelli di sicurezza alimentare.

In Italia il Ministero della Salute coordina e definisce i programmi di controllo ufficiale sui prodotti alimentari, comprendenti anche i piani annuali in materia di residui di prodotti fitosanitari negli alimenti.

Per quanto riguarda l’organizzazione del sistema dei controlli per la sicurezza alimentare, il Ministero opera a livello centrale con la D.G.I.S.A.N. e, a livello territoriale, con i propri Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (U.S.M.A.F.), per i controlli all’importazione sui prodotti alimentari di origine vegetale e con i Posti d’ispezione frontaliera (P.I.F) per i controlli all’importazione degli alimenti di origine animale. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, attraverso i Nuclei Antisofisticazione e Sanità (N.A.S.), coordinati dal Ministro della Salute, esercita azioni di controllo a fini repressivi su tutto il territorio nazionale e con strutture articolate anche a livello periferico. A livello territoriale per l’attività di controllo ufficiale dei prodotti alimentari operano le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, con gli Assessorati alla Sanità e le A.S.L., con i rispettivi servizi dei Dipartimenti di Prevenzione.

I risultati delle analisi vengono inviati via web al Ministero da parte dei Laboratori (A.R.P.A., Laboratori delle AASSLL, ed I.Z.S.) che le hanno effettuate. Annualmente vengono emanate specifiche note di indirizzo che recepiscono gli aggiornamenti delle linee guida EFSA sulla trasmissione dei controlli per consentire una trasmissione più efficace possibile. La trasmissione dei risultati analitici deve essere completata entro il 31 Marzo di ogni anno successivo a quello in cui sono stati effettuati i controlli, al fine di consentire la trasmissione alla EFSA da parte del Ministero entro il termine previsto del 31 Agosto.

Con l’entrata in vigore del Regolamento (CE) N. 396/2005, l’European Food Safety Authority (EFSA) è diventata l’Autorità responsabile della raccolta dei risultati dei controlli dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti.

Nel rapporto della DGISAN vengono riportate, come negli anni precedenti, le elaborazioni sull’ortofrutta, quelle relative ai cereali, quelle di alcuni prodotti trasformati, quali olio e vino (costituenti importanti della dieta italiana e mediterranea) ma anche le elaborazioni riguardanti i baby food e quelle relative ad altri prodotti (trasformati di frutta, trasformati di ortaggi, trasformati di cereali diversi dalle farine e dal riso brillato, frutti e semi oleaginosi, frutti e semi oleaginosi trasformati, legumi secchi, piante da zucchero trasformate, spezie, te, caffe, erbe infusionali, cacao e carrube e loro prodotti di trasformazione, luppolo, carni e trasformati della carne, latte e trasformati del latte, miele, pesci e loro trasformati, uova e trasformati delle uova, altri prodotti).

I controlli riguardano anche i campioni prelevati dagli Uffici periferici del Ministero della Salute (USMAF e PIF) e dal Comando Carabinieri per la tutela della salute.

Il numero totale di campioni pervenuti da parte di Regioni/Province ed elaborati è pari a 8439. E’ stato pertanto superato il minimale previsto dal Decreto Ministeriale del 23 dicembre 1992 che è pari a 6725. Sono pervenuti 3183 campioni di frutta e 2977 di ortaggi, 1047 di cereali (comprese le farine e il riso brillato), 367 di olio, e 865 di vino. Le diverse matrici alimentari esaminate sono state 137 di cui 46 per la frutta, 66 per gli ortaggi, 9 per i cereali, 12 per l’olio e 4 per il vino.

Tutte le Regioni hanno effettuato campioni per tutte le tipologie di alimenti previste dal decreto. La situazione è nettamente migliorata rispetto allo scorso anno ed inoltre quasi tutte le regioni ad eccezione di Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana hanno effettuato in totale più del 100% dei campioni previsti.

Per quanto riguarda il campionamento effettuato da parte delle altre Autorità coinvolte nei controlli (Uffici periferici del Ministero della Salute e Comando Carabinieri per la tutela della salute) in totale sono stati trasmessi 1494 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino e altro.

In totale, nel 2016, sono stati analizzati 11.263 campioni di prodotti alimentari e di seguito vengono indicati i risultati riscontrati distinti per classi di prodotto:

1. ortofrutta

Nel complesso sono stati analizzati 6785 campioni di ortofrutticoli, di cui 61 sono risultati non regolamentari, con residui superiori al limite di legge, in diminuzione rispetto allo scorso anno (93). La percentuale di irregolarità è pari allo 0.9%, anche questa in diminuzione rispetto allo scorso anno (1,4%). I campioni di frutta irregolari sono stati 33 su 3609 (0.9%) e quelli di ortaggi 28 su 3176 (0.9%) I campioni di ortofrutticoli regolamentari, intesi come somma di campioni privi di residui (3645) e di campioni con residui inferiore al limite di legge (3079), sono stati 6724, pari al 99.1% del totale, percentuale in aumento rispetto allo scorso anno (98,6%). Nell’ambito dei campioni regolamentari il 53,7% è risultato privo di residui, mentre il 45,4% con residui entro i limiti previsti dalla legge. In particolare, la percentuale di frutta risultata priva di residui è pari al 40,4% e quella di ortaggi uguale al 68,8% mentre i campioni con residui inferiori al LMR costituiscono il 58,7% della frutta e il 30,3% degli ortaggi.

2. cereali, olio e vino

Nel complesso sono stati analizzati 2456 campioni di cereali, olio e vino. Solo 5 campioni di cereali sono risultati non regolamentari. I campioni di cereali risultano 1174, i campioni di olio 393 e i campioni di vino 889. I campioni di cereali comprendono anche le farine e il riso brillato. Nell’ambito dei campioni regolamentari il 74,7% pari a 1835 campioni è risultato privo di residui, mentre il 25,1% pari a 616 campioni è risultato con residui entro i limiti previsti dalla legge. La percentuale di cereali privi di residui è pari al 81,9%, 95,9 % quella dell’olio e 55,9 % quella del vino. I campioni con residui inferiori al LMR costituiscono il 17,7% dei cereali, il 4,1 % dell’olio e il 44,1 % del vino.

3. baby food

Nel complesso risulta che sono stati analizzati 70 campioni di baby food, tutti regolamentari. Un solo campione di alimenti destinati ai lattanti e ai bambini è risultato presentare residui ma in conformità alla legge.

4. altri prodotti

Nel complesso sono stati analizzati 1952 campioni di altri prodotti, di cui 26 sono risultati non regolamentari registrando una percentuale di irregolarità pari allo 1.3%. La classe di altri prodotti contiene i campioni di: frutta trasformata (108), ortaggi trasformati (181) , cereali trasformati (344), legumi secchi (208), piante da zucchero trasformate (22), semi e frutti oleaginosi (15), semi e frutti oleaginosi trasformati (21), spezie (51) te-caffè-erbe-infusionali-cacao (206), te-caffè-erbe-infusionali-cacao trasformati (10), luppolo (1), carni (300) e carni trasformate (67), latte (24), latte trasformato (208), miele (19), pesci (72) e pesci trasformati (8), uova (83), uova trasformate (2) e altro (2). In numero di campioni irregolari sono risultati essere 5 di ortaggi trasformati, 14 legumi secchi, 2 spezie, 2 te-caffè-erbe-infusionali-cacao-e carrube, 2 latte trasformato, 1 miele. I campioni di altri prodotti regolamentari, intesi come somma di campioni privi di residui (1677) e di campioni con residui inferiore al limite di legge (249), sono stati 1926, pari al 98,7% del totale; nell’ambito dei campioni regolamentari l’85,9% è risultato privo di residui, mentre il 12,8% con residui entro i limiti previsti dalla legge.

Nel report vengono quindi indicati nel dettaglio anche le determinazioni effettuate, la provenienza (Nazionale, Europea, Paesi Terzi) dei prodotti non regolamentari, le sostanze attive rilevate e i prodotti nei quali sono state riscontrate.

In sintesi quindi sono stati analizzati 11.263 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food, e altri prodotti. Di questi 92 sono risultati non regolamentari, con residui superiore al limite di legge, con una percentuale di irregolarità contenuta pari allo 0.8% (valore nettamente al di sotto della media europea pari al 1,6%).

 

 

Complessivamente, come per gli scorsi anni, i risultati dei controlli ufficiali italiani continuano ad essere in linea con quelli rilevati negli altri Paesi dell’Unione Europea e, confrontando i dati relativi al 2016 con quelli degli anni precedenti, si evidenzia un progressivo miglioramento. I dati raccolti quindi indicano un elevato livello di sicurezza alimentare e un elevato livello di protezione dei consumatori.

 

 

Tale risultato positivo è attribuibile in parte alle attività delle strutture sia centrali sia territoriali ormai permanentemente impegnate nel controllo ufficiale in materia di prodotti fitosanitari in Italia, in parte alla costante revisione in senso restrittivo operata dal Ministero su alcuni impieghi ammessi, nonché ad una sempre maggiore consapevolezza degli operatori agricoli nell’impiego dei prodotti fitosanitari.

Relativamente al livello di esposizione della popolazione italiana con la dieta, le stime di assunzione elaborate con i dati relativi ad anni precedenti, ma simili nei risultati, indicano che i residui dei singoli pesticidi ingeriti ogni giorno dal consumatore rappresentano una percentuale molto modesta dei valori delle dosi giornaliere accettabili delle singole sostanze attive e molto al di sotto del livello di guardia preso come riferimento per assicurare la qualità igienico-sanitaria degli alimenti.

Per approfondire leggi il report completo: CONTROLLO UFFICIALE SUI RESIDUI DI PRODOTTI FITOSANITARI NEGLI ALIMENTI. RISULTATI IN ITALIA PER L’ANNO 2016

Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola

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