I sottoprodotti di origine animale sono di natura molto diversa ed utilizzati in una moltitudine di settori.
Ad esempio, i prodotti cosmetici e di bellezza contengono quasi tutti sottoprodotti di origine animale (moltissimi shampoo e balsami, infatti, contengono acidi grassi estratti dal midollo bovino al fine di conferire l’aspetto perlaceo e lucente).
La glicerina di origine animale invece, è spesso presente nei dentifrici e nelle creme per le mani e per il corpo.
Le candele sono più rigide ed hanno una temperatura di scioglimento più elevata se alla cera vengono aggiunti acidi grassi di origine suina.
I fertilizzanti organici ed ammendanti sono fatti con i sottoprodotti di origine animale (non solo letame, ma anche peli e setole o gusci d’uovo).
Le setole dei suini sono da sempre utilizzate per la realizzazione di spazzole e pennelli mentre le piume dei volatili permettono la realizzazione di piumini.
La bile ricavata dagli animali macellati è una preziosa materia prima per la fabbricazione di medicinali ad uso umano.
L’emoglobina suina è utilizzata per trattare malattie della retina, per colorare di rosso i mangimi per cani e per aumentare la capacità dei filtri delle sigarette.
Le vesciche suine vengono utilizzate per la fabbricazione di tamburi.
La gelatina animale serve per indurire i fogli di carta e per ridurne l’umidità.
Il muco intestinale degli animali è una importante fonte di eparina utilizzata per evitare la formazione di trombi nell’uomo.
L’insulina suina estratta dal pancreas è considerata la più simile a quella umana e viene utilizzata per la fabbricazione di farmaci.
Compostaggio e biogas sono importanti attività che utilizzano tutta una serie di prodotti di origine animale con lo scopo di produrre energie alternative.
Il settore della mangimistica per animali da compagnia è fortemente collegato ai sottoprodotti di origine animale quando, ancorché non idonei al consumo umano, vengono giudicati utilizzabili in questa specifica filiera.
Gli interni in pelle delle auto, le pellicce e le calzature sono prodotti a partire da pelli animali.
La cheratina estratta dagli zoccoli degli animali viene utilizzata per la produzione di specifiche schiume impiegate negli estintori.
Una così ampia gamma di utilizzo dei sottoprodotti di origine animale determina la necessita di valutare attentamente i rischi per la salute dell’uomo e degli animali, nonché per l’ambiente.
I regolamenti Europei che definiscono come produrre, utilizzare, trasformare e trasportare i sottoprodotti di origine animale sono il Regolamento CE 1069/2009 ed il Regolamento UE 142/2011.
In base al rischio sanitario per l’uomo, gli animali e l’ambiente, la normativa definisce tre categorie di sottoprodotti di origine animale con conseguenti possibilità di destinazioni diverse:
Tra i materiali di categoria 1, quelli più a rischio, vi sono, ad esempio, ruminanti morti in stalla o parti di bovini, regolarmente macellati, che presentano un rischio elevato, anche non accertato, di encefalopatia spongiforme bovina, la cosiddetta “mucca pazza” (encefalo, midollo spinale, tonsille, intestini, ecc..).
I materiali di categoria 1 devono, di regola, essere distrutti per incenerimento o co-incenerimento (per esempio vengono usati come combustibile nei cementifici).
Più ampia la gamma degli utilizzi dei materiali di categoria 2 (es. animali morti di specie aviarie, mammiferi diversi dai ruminanti morti o contenenti residui di farmaci, stallatico) che, oltre all’incenerimento e al co-incenerimento, possono essere destinati anche alla produzione di fertilizzanti e di biogas/compost.
Più ampia ancora è la gamma di utilizzi dei materiali di categoria 3 che sono i sottoprodotti per i quali il rischio sanitario è minore o addirittura nullo, come le parti animali idonee al consumo umano ma che non vi sono più destinate per motivi commerciali (grasso e ossa).
I sottoprodotti (scarti di lavorazione) ottenuti nelle macellerie e nelle pescherie, salvo casi del tutto eccezionali, rientrano in questa categoria.
Per i materiali di categoria 3 sono previste, come principali destinazioni, la distruzione per incenerimento o co-incenerimento, se eliminati tal quali (“freschi”), lo smaltimento in discarica autorizzata (solo se preventivamente trasformati in impianti di trattamento ad alte temperatura), la produzione di mangimi per animali da compagnia (previo trattamento appropriato), la produzione di fertilizzanti in impianti autorizzati (previo trattamento appropriato), la produzione di prodotti c.d. “tecnici”, quali, ad esempio, le pelli conciate, corde di strumenti musicali, vernici (previo trattamento appropriato), produzione di biogas e compost (previo trattamento appropriato) ecc.
Gli operatori attivi nel settore dei sottoprodotti di origine animale devono essere registrati presso i competenti Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali oppure, nel caso di specifiche attività individuate come a maggiore rischio, riconosciuti dalla Autorità competente Regionale in tema di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare.
Le tipologie delle 38 imprese operanti nel settore dei sottoprodotti di origine animale nella Provincia di Macerata sono elencate di seguito:
- Trasportatori n. 13 (per categorie 1, 2 e 3)
- Commercianti n. 12 (per categoria 2 e 3)
- Impianti tecnici n. 4 (ossa e corna, bava di lumaca, concerie)
- Centri di raccolta con manipolazione del prodotto n. 3 (per categoria 1 e 3)
- Centri di raccolta senza manipolazione del prodotto n. 2 (per categoria 1 e 3)
- Impianto di produzione di alimenti per animali da compagnia n. 1
- Impianti di biogas n. 1
- Impianti di magazzinaggio di prodotti derivati n. 1 (fertilizzanti)
- Autorizzazione per uso in deroga n. 1 (alimentazione rettili e rapaci)
I controlli ufficiali nel settore del materiale a rischio specifico e dei sottoprodotti di origine animale sono eseguiti dai Servizi Veterinari dell’ASUR Marche in base alle indicazioni operative fornite, in data 27/07/2015, con una nota della PF Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Agenzia Regionale Sanitaria delle Marche
Al fine di poter pianificare efficacemente i controlli è prevista una classificazione in base al rischio degli impianti riconosciuti ai sensi del Reg. CE 1069/2009, in funzione alle diverse tipologie di attività svolte, con l'obiettivo di:
• determinare la frequenza dei controlli sulla base di elementi predefiniti ed oggettivi;
• controllare gli stabilimenti con valutazione del rischio sovrapponibile, utilizzando parametri di valutazione omogenei.
La classificazione di ogni stabilimento è basata su elementi oggettivi e viene condotta attraverso:
• l’effettuazione di un sopralluogo nell’impianto;
• l’esame della documentazione relativa ai sopralluoghi precedentemente effettuati e più in generale all’attività di controllo ufficiale espletata presso l’impianto.
In base alla classificazione del rischio, gli operatori vengono controllati con attività di ispezione ed audit con frequenza minima che varia da quindicinale a biennale.
Il Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche dell’Area Vasta 3 ha effettuato nel corso del 2017 un audit presso un centro di raccolta con manipolazione del prodotto di categoria 1 e 3. L’esito del controllo è stato favorevole ed ha permesso di stabilire che le procedure gestionali ed operative sono adottate in modo da garantire il rispetto della normativa e la salvaguardia della sicurezza umana, animale ed ambientale.
Autore: Dr. Alessandro Baiguini