Più di una dozzina di organizzazioni del settore zootecnico hanno deciso di intraprendere azioni comuni per raccontare la loro versione dei fatti sul reale impatto ambientale dell'allevamento europeo e più in generale per combattere la disinformazione sulle produzioni animali in Europa e far conoscere il reale contributo del settore zootecnico a livello comunitario.
Con un comunicato stampa del 25 Settembre, il gruppo European Livestock Voice, che riunisce diverse associazione del settore zootecnico, dichiara che oggi il settore dell’allevamento è l’epicentro di dibattiti pubblici, in Europa e non solo, “spesso dominati da gruppi di interesse che vogliono diffondere solo miti e opinioni radicali sull’allevamento del bestiame. Sempre più diffusi sui social media e sulla stampa, questi miti e opinioni finiscono per rappresentare un quadro in netto contrasto con la realtà. Questi dibattiti hanno un forte impatto sulle opinioni dei consumatori europei e sulle loro scelte di vita riguardo il ruolo dei prodotti animali. Tutto ciò influisce negativamente sui modelli di allevamento, aumentando le sfide che le comunità agricole devono affrontare per garantire la loro redditività economica, il rinnovamento generazionale e la loro capacità di adattarsi alle esigenze sociali e ambientali”.
Con l’obiettivo di informare correttamente i cittadini, European Livestock Voice ha quindi sviluppato un proprio hub d’informazione, un portale online in cui si esamina e verifica l’accuratezza delle dichiarazioni più frequenti sulla produzione zootecnica, il consumo delle produzioni animali e i relativi benefici.
Nel portale vengono quindi date informazioni e chiarimenti a molti dubbi e domande, le più comuni che ogni consumatore può porsi. Suddivise in cinque settori (L’importanza del bestiame, Il benessere degli animali, Salute degli animali, Ambiente, Agricoltura e vita rurale) si trovano quindi spiegazioni a molti quesiti come ad esempio:
NO: non possiamo immaginare un mondo senza bestiame;
SI: la dimensione media delle aziende zootecniche in Europa è inferiore a 50 ettari e l'Europa rimane un modello di agricoltura familiare;
NO: per produrre 1 kg di carne bovina non sono necessari 15.000 litri di acqua potabile;
SI: gli allevatori europei si prendono cura dei propri animali in quanto è nel loro interesse farlo;
NO: l'utilizzo della terra per la produzione di mangimi non compete necessariamente con la produzione destinata all’alimentazione umana;
NO: la carne rossa e trasformata non causa il cancro poiché la maggior parte delle prove si basa su consumi di carne trasformata che supera le medie della maggior parte dei paesi europei.
I membri della European Livestock Voice si dicono convinti che il modello di allevamento dell’UE, basato su strutture agricole diversificate, locali e familiari, rappresenta la spina dorsale delle aree rurali. Supporta un gran numero di posti di lavoro e industrie, contribuisce all’approccio circolare all’interno della bioeconomia dell’UE, garantendo al contempo una fornitura stabile e conveniente di alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti, nonché di molti altri prodotti e sottoprodotti, necessari per uno stile di vita sano o per le industrie d’Europa. La rimozione degli animali da reddito dall’Europa, una “Livestock Exit”, avrebbe, secondo l’associazione, gravi conseguenze. Senza bestiame l’Europa perderebbe pascoli essenziali, affronterebbe un aumento degli incendi boschivi, la mancanza di fertilizzanti organici, di energia green e molte altre materie prime essenziali, contribuendo al contempo a un aumento dell’abbandono delle campagne. Allo stesso tempo, comporterebbe la necessità di fare affidamento sulle importazioni di prodotti di origine animale, con un minor controllo sugli standard di produzione e un aumento della domanda di materiali a base di combustibili fossili. Per sostenere il lancio di questa iniziativa, due nuovi eurodeputati, che sono anche allevatori, Alexander Bernhuber e Jérémy Decerle, hanno presentato il 25 settembre al Parlamento Europeo la nuova piattaforma e la campagna “MeatTheFacts".
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola