Si è svolta il 04/10/2017 a Roma la Conferenza internazionale “Avian influenza: a global threat” organizzata dal Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che ha richiamato esperti e autorità sanitarie internazionali, attive a vari livelli e responsabili nella gestione della malattia.
Alla conferenza hanno inoltre partecipato OIE (Organizzazione mondiale per la sanità animale), FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) e OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) a sottolineare la volontà di affrontare in modo congiunto il problema dell’influenza aviaria seguendo l’approccio One Health.
Durante la mattinata si è svolto il convegno tecnico-scientifico e nel pomeriggio la Tavola rotonda tra i Capi dei servizi veterinari (CVO) dei Paesi del G7 e la Commissione Europea.
Le relazioni hanno fatto il punto sulla diffusione dell’influenza aviaria nel mondo, sottolineando come l’incidenza della malattia sia aumentata notevolmente nell’ultimo decennio, principalmente come conseguenza della diffusione dei virus ad alta patogenicità (HPAI). Ci si è soffermati, in particolare, sul ruolo svolto dagli uccelli selvatici nella trasmissione della malattia, ribadendo la necessità di ampliare, in una prospettiva globale e di lungo periodo, gli studi sulle specie coinvolte e sulle strategie di prevenzione e controllo del virus.
Per quanto riguarda la natura del virus dell’influenza aviaria, gli studi finora condotti hanno confermato la sua capacità di mutare e produrre nuove varianti. L’impegno futuro della comunità scientifica sarà quello di riuscire a monitorare in tempo reale il virus per comprenderne la diversità e i meccanismi di diffusione. Un miglioramento sostenibile della ricerca nell’ambito della genomica e lo sviluppo di protocolli standardizzati per la raccolta di dati provenienti da epidemie saranno, dunque necessari, a livello globale, per comprendere meglio l’origine e le dinamiche di trasmissione precoce della malattia.
La conferenza ha toccato anche aspetti diversi da quelli di sanità animale. Affrontare un’epidemia di influenza aviaria, infatti, significa anche gestire consapevolmente le ricadute economiche e strutturali sui mercati domestici e globali, con implicazioni anche sociali. Le epidemie di HPAI rappresentano, infatti, la più grande minaccia per l’industria avicola e hanno messo a rischio direttamente la food security e il sostentamento delle aree rurali nei Paesi in via di sviluppo, depauperandone il patrimonio zootecnico e riducendone le possibilità di scambi commerciali.
I rappresentanti OIE, OMS ed EFSA hanno approfondito il ruolo degli Organismi internazionali nella prevenzione e gestione della malattia, illustrando come le misure di gestione del rischio cerchino di rispondere in maniera concreta alle necessità di tutte le parti coinvolte: salute animale, sicurezza alimentare, salute pubblica, impatti economici e commerciali.
Infine, è stata richiamata l’attenzione sulla necessità di un approccio globale all’influenza aviaria anche come zoonosi. Di recente, infatti, è stata ancora una volta confermata l’importanza delle interazioni virali nell’interfaccia animale/uomo, insieme all’aumento dei casi, in tutto il mondo, di trasmissione dell’infezione all’uomo dei sottotipi H5, H7 e H9.
Nel pomeriggio, i partecipanti hanno potuto assistere alla Tavola rotonda dei CVO dei Paesi del G7. I Capi dei Servizi Veterinari hanno messo in comune le proprie esperienze e le proprie opinioni su quali siano i fattori prioritari che determinano l’impatto economico della malattia negli Stati membri. La discussione, aperta e arricchita dalle domande del pubblico, ha aperto la strada a un lavoro congiunto per la condivisione e l’armonizzazione delle pratiche di studio e di gestione della malattia.
Per approfondire: Conferenza «Avian influenza. A global threat»
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola