I medicinali veterinari antiparassitari sono ampiamente usati per trattare e prevenire le malattie parassitarie negli animali destinati alla produzione di alimenti per l’uomo e negli animali da compagnia.
Un numero significativo dei parassiti che minacciano la salute degli animali potrebbe anche avere un potenziale zoonotico (ad es. echinococcosi) o può fungere da vettore per altre malattie (ad es. leishmaniosi, malattia di Lyme). A seguito dei cambiamenti climatici e dell'aumento dei movimenti di animali, nuove specie di parassiti e malattie veicolate da parassiti si stanno diffondendo in tutta l'Unione Europea in regioni fino ad allora non endemiche. Ciò si accompagna a cambiamenti nei sistemi di allevamento zootecnico, che hanno portato ad un aumento dell'uso di sostanze antiparassitarie negli animali.
Associato ad un uso maggiore (di routine) di sostanze antiparassitarie, aumenta il rischio di sviluppo di resistenza nei parassiti con una possibile conseguente mancanza di appropriate alternative terapeutiche. Un esempio di come vengano utilizzati di routine gli antiparassitari si ha con gli animali al pascolo: la maggior parte dei detentori degli animali praticano un trattamento antielmintico preventivo in un determinato momento della stagione per prevenire perdite economiche che si avrebbero aspettando che gli animali vengano effettivamente parassitati.
Gli animali da reddito infestati vanno incontro a perdita di peso, ridotta produzione di latte, ridotta fertilità, aumentata suscettibilità ad altre malattie e, a volte, morte. Per questo motivo è importante trattare gli animali contro le parassitosi, sempre ricordando che un uso reponsabile dei medicinali è alla base delle attività di prvenzione nei confronti dell'incrememnto dei fenomeni di antimicrobicoresistenza.
Fino ad ora l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) riporta segnalazioni di resistenza per alcune classi di antiparassitari (ad esempio gli antielmintici) e specie bersaglio (ad esempio pecore, cavalli), ma non è possibile escludere un futuro aumento ad altre classi / specie.
Sono stati suggeriti vari approcci per ritardare lo sviluppo di resistenza agli antiparassitari e per garantire la disponibilità di efficaci medicinali antiparassitari veterinari, compreso lo sviluppo di nuovi medicinali veterinari, modifiche delle modalità con cui i medicinali antiparassitari vengono utilizzati negli animali (ad esempio l’uso profilattico), ma anche nuove strategie nell’allevamento animale. Tuttavia, a differenza della situazione che si ha nel caso degli antimicrobici, permangono significative lacune nella comprensione dello sviluppo della resistenza tra classi antiparassitarie e specie bersaglio.
Non esiste un sistema armonizzato di monitoraggio dei dati relativi alla resistenza agli antiparassitari in tutta l'Unione Europea, e nemmeno vi sono conoscenze dettagliate su pratiche che possono ritardare o prevenire lo sviluppo della resistenza (ad esempio gestione della mandria / pascolo).
È pertanto necessaria una cooperazione internazionale per colmare queste lacune e EMA propone di: cooperare con altre agenzie/organi dell'UE su iniziative riguardanti la resistenza antiparassitaria, ad es. con la direzione generale CE - Ricerca e innovazione (DG RTD) sulla ricerca di test affidabili per rilevare o misurare la resistenza o il monitoraggio dell'uso o della resistenza antiparassitaria negli animali da produzione alimentare e da compagnia; partecipare attivamente alle iniziative internazionali che mirano a sviluppare strategie per combattere la resistenza antiparassitaria e stabilire le migliori pratiche sull'uso dei medicinali veterinari antiparassitari; promuovere l'uso responsabile degli antiparassitari nell'UE.