Con una nota del 1 Luglio 2020, la P.F. Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare ha diffuso, a livello regionale, le Linee guida per il controllo dell’infestazione da Varroa per il 2020. Tali indicazioni sono state predisposte e redatte dal Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che ha aggiornato, come ogni anno, le modalità di trattamento e l’elenco dei farmaci disponibili.
Nel documento viene innanzitutto chiarito che le caratteristiche del parassita, dei farmaci veterinari autorizzati e della tecnica apistica adottata nel contenimento di Varroa destructor impongono di intervenire, in linea generale e nelle condizioni climatiche italiane, almeno 2 volte l’anno, individuando i periodi più adatti in funzione delle situazioni locali. In base poi alle condizioni geografiche e climatiche, al grado di infestazione e ai flussi nettariferi potrebbero essere necessari ulteriori interventi aggiuntivi. Proprio per queste ragioni, le indicazioni di seguito riportate sono delle regole generali ma è molto importante, come ribadito anche dal Ministro della Salute, che ogni regione definisca un proprio programma di intervento calato sulla specifica realtà territoriale.
I 2 trattamenti di base vanno quindi effettuati nel periodo estivo e nel periodo autunno-invernale.
INTERVENTO NEL PERIODO ESTIVO
Quando nell’alveare è presente la covata, il grado di infestazione delle colonie da varroa può addirittura raddoppiare ogni mese. Questa crescita esponenziale è legata alla riproduzione di V. destructor e determina un notevole aumento di acari che, nell’arco di pochi mesi, possono raggiungere livelli critici anche partendo da valori contenuti.
Un trattamento antivarroa va quindi effettuato nel periodo estivo. In particolare, nei territori dove il mese di Luglio coincide con il termine della stagione produttiva, gli interventi acaricidi vanno eseguiti in questo periodo. Nelle zone dove la bottinatura proseguono anche nel mese di Agosto, il trattamento dovrà essere eseguito indicativamente non oltre la metà di Agosto, meglio prima.
INTERVENTO NEL PERIODO AUTUNNO-INVERNALE
In questa fase, nella maggior parte del territorio nazionale, si verifica un’interruzione di deposizione. Gli acari si localizzano quindi sulle api adulte e non sono protetti all’interno delle celle opercolate. Di conseguenza sono più esposti all’azione degli acaricidi. L’intervento deve avvenire, preferibilmente, all’inizio del periodo autunno-invernale in modo tale da ridurre in modo drastico il grado di infestazione delle colonie, dopo l’incremento dovuto alla riproduzione ed all’eventuale reinfestazione di acari al termine dell’estate e all’inizio dell’autunno.
L’efficacia di tale trattamento è fondamentale per lo svernamento e la successiva ripresa dell’attività delle colonie. È molto importante che questo intervento non venga ritardato in quanto i danni provocati dal persistere dell’infestazione non sono rimediabili e potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza delle colonie, il superamento del periodo invernale e la ripresa dell’attività nella primavera successiva.
MODALITÀ DI INTERVENTO
Obiettivi dei trattamenti antivarroa sono quelli di:
1. proteggere il patrimonio apistico dall’infestazione da V. destructor;
2. tutelare e salvaguardare le produzioni apistiche dall’inquinamento da sostanze acaricide.
Per ottenere questi risultati e nel rispetto della normativa vigente, dovranno essere impiegati esclusivamente FARMACI VETERINARI AUTORIZZATI.
Come nell’utilizzo di qualsiasi altro medicinale, anche nell’impiego dei farmaci antivarroa è assolutamente indispensabile leggere attentamente il foglietto illustrativo e rispettare scrupolosamente:
1. tempi, modalità e dosaggi di somministrazione come indicati dal produttore,
2. indicazioni relative alla sicurezza dell’operatore.
Si ricorda, inoltre, che il principio attivo da solo, anche se apparentemente simile a quello del farmaco autorizzato, non equivale al farmaco stesso e non lo può sostituire.
Nel documento, a cui si rimanda, sono quindi elencati i farmaci veterinari antivarroa autorizzati specificando per ognuno: periodo di somministrazione, dosaggio, eventuali precauzioni e note.
Si ricorda che per tali medicinali il tempo di sospensione è di zero giorni (ma per alcuni prodotti il trattamento non va fatto in presenza di melari o durante il flusso di miele) e non è necessaria la ricetta medico-veterinaria.
INTERVENTI DI TECNICA APISTICA
Nelle linee guida vengono indicate alcune tecniche apistiche che possono essere attuate per ridurre il livello di infestazione da varroa, ricordando comunque che tali interventi da soli non sono purtroppo in grado di garantire il controllo dell’infestazione.
1. Rimozione della covata da fuco
Allevamento di covata da fuco in appositi favi da rimuovere e distruggere dopo l’opercolatura nel periodo compreso fra aprile e luglio. Tale intervento può essere realizzato anche semplicemente asportando covata da fuco opercolata.
2. Blocco di covata/confinamento della regina
Il blocco della covata crea le condizioni ottimali per ridurre la presenza di varroa e, se realizzato dopo il raccolto principale, può essere seguito da un trattamento con un farmaco a base di acido ossalico che ne aumenta ulteriormente l’efficacia. Infatti, applicando il blocco di covata si realizzano le stesse condizioni di assenza di covata del periodo invernale. Nelle ultime stagioni il ricorso a questo tipo di intervento in stagione attiva ha fornito risultati decisamente interessanti per il controllo dell’infestazione da varroa, divenendo uno degli interventi estivi di particolare rilevanza.
3. Produzione di sciami artificiali/nuclei
Si procede all’asportazione di favi con covata ed api per creare nuove colonie nel periodo compreso fra aprile ed agosto, tenendo conto delle condizioni locali. Si producono sciami/nuclei orfani in cui verrà inserita una nuova regina oppure si lascia alla famiglia la possibilità di produrre una nuova regina che potrà essere lasciata od eventualmente sostituita. Dopo che tutta la covata sarà sfarfallata e prima che la nuova regina inizi a deporre si procederà al trattamento antivarroa con un farmaco a base di acido ossalico. Si creeranno quindi, secondo le diverse tecniche note agli apicoltori, le condizioni ottimali per abbattere il maggior numero di varroe, ma anche per aumentare il numero di colonie.
4. Coordinamento territoriale
La strategia di controllo dell’infestazione da varroa prevede l’attuazione di interventi che, se correttamente applicati, permettono di regola una notevole diminuzione del numero di acari presenti negli alveari. Il risultato di detti interventi può essere compromesso dal fenomeno della reinfestazione, il cui impatto è in genere particolarmente rilevante nel periodo che precede l’invernamento. Per contenere questo fenomeno è necessario evitare, per quanto possibile, la presenza contemporanea di colonie trattate e di colonie non ancora trattate nello stesso territorio. Si raccomanda inoltre di trattare sempre contemporaneamente tutte le colonie presenti nell’apiario. Se non è semplice ridurre la fonte di reinfestazione costituita dalle colonie naturali, che generalmente derivano da sciami sfuggiti al controllo dell’apicoltore, risulta invece più fattibile la limitazione dello scambio di acari fra alveari allevati. Ciò può avvenire impostando la lotta a livello territoriale, attraverso un coordinamento degli interventi che deve derivare dalla collaborazione fra apicoltori, associazioni di categoria e autorità sanitarie e prevedere trattamenti contemporanei, almeno per zone omogenee.
Attraverso tale coordinamento si deve realizzare anche un’attenta scelta dei farmaci autorizzati disponibili, al fine di ottimizzarne l’impiego, limitare il rischio del verificarsi di episodi di tossicità e della comparsa di fenomeni di farmacoresistenza.
Le linee guida concludono con due importanti suggerimenti:
1) mantenere sempre alta l’attenzione nei confronti di questo parassita e non affidarsi per il suo controllo ad interventi improvvisati o tardivi.
2) considerare la possibilità di anticipare i trattamenti, in funzione anche dell’attività di bottinatura delle api, così da ridurre i rischi derivanti da livelli di infestazione molto elevati e spesso difficilmente controllabili e con effetti non prevedibili. Non va dimenticato, infatti, che un’infestazione molto elevata concorre a creare le condizioni perché altri agenti patogeni, come ad esempio i virus, possano ulteriormente danneggiare l’alveare, compromettendone la sopravvivenza.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola