La DGSAF con una nota del 20 gennaio 2020, ha informato le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, gli IIZZSS e le ASL, che il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria (CeMedForVet) in collaborazione con il Ministero della Salute, avvierà un processo di armonizzazione delle metodiche e dei protocolli di laboratorio, con conseguente lettura univoca dei risultati, per identificare, mediante l'analisi del DNA estratto dalla saliva lasciata sulle lesioni da morso intra-vitam sul bestiame attaccato, il predatore causa dell'aggressione e, nel caso di ritrovamento di esemplari di canidi vivi o morti, fenotipicamente simili al lupo, se l'esemplare in questione è un lupo, un cane o un ibrido lupo x cane.
Negli ultimi anni vi è stato un costante aumento della popolazione di Lupo (Canis lupus) sul territorio nazionale e la sua distribuzione più recente ha interessato aree nelle quali era precedentemente scomparso e dove, di conseguenza, negli ultimi decenni si è selezionato una tipologia di allevamento brado, ovino e bovino particolarmente vulnerabile e predisposto a continui attacchi predatori. A questo problema si è aggiunto anche quello dell'accoppiamento di esemplari di lupo con esemplari di cane domestico (Canis lupus familiaris) liberi di vagare, che sta mettendo in pericolo l'identità genetica del Lupo, specie selvatica protetta da leggi nazionali ed internazionali. La prole derivante da questi accoppiamenti genera meticci lupo x cane fertili, in grado di trasferire stabilmente geni domestici nella popolazione selvatica di lupo, con conseguente perdita della sua identità genetica.
Sempre più persone, anche nel nostro territorio marchigiano, affermano di aver avvistato dei Lupi in zone a bassa quota o in vicinanza di centri abitati; ma sono davvero dei Lupi selvatici o solo degli ibridi fenotipicamente simili al lupo? Anche i fenomeni di predazione del bestiame, per cui sono previsti degli indennizzi se causati dal Lupo selvatico, sono aumentati. Queste criticità, episodi di predazione e fenomeni di ibridazione lupo x cane, stanno causando un notevole allarme, afferma il Ministro della Salute, sia tra gli amministratori del territorio e gli allevatori, sia nel mondo scientifico e nell’opinione pubblica.
Il monitoraggio oggettivo ed univoco su tutto il territorio nazionale di questi fenomeni critici, tramite la standardizzazione delle metodiche dell’analisi del DNA messe a disposizione dal CeMedForVet a tutti gli altri IIZZSS, consentirà di individuare le scelte gestionali più opportune per la mitigazione dei conflitti tra attività umane e presenza del predatore.
Gli Istituti Zooprofilattici, i Servizi Veterinari delle ASL e le Regioni possono quindi fare riferimento al Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria; l’omogeneità degli accertamenti diagnostici su tutto il territorio nazionale permetteranno di analizzare la reale situazione del problema ed attuare eventuali conseguenti azioni necessarie per risolverlo.
Secondo i dati del progetto Wolfnet 2.0, progetto per la conservazione del Lupo attraverso attività di monitoraggio sia naturalistico sia satellitare, attualmente in corso nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, oltre che in altri Parchi Appenninici, si stima siano presenti una settantina di lupi in area Parco e zone limitrofe. Il progetto Wolfnet 2.0 prevede anche attività di formazione e di sensibilizzazione, al fine di contrastare il fenomeno del bracconaggio e favorire la convivenza con questo splendido predatore, specie prioritaria di interesse comunitario.
Autore: Dott.ssa Moira Mattioni