Le nuove linee guida pubblicate dalla Regione Marche pubblicate con nota 6164|10/07/2017|R_Marche|ARS|VSA|P, presentano modifiche sostanziali rispetto alle precedenti, in quanto richiedono controlli più stringenti e concentrati sui mangimifici, pretendendo analisi in autocontrollo per le partite di mais in entrata prive di certificazione e controlli sugli indicatori di crescita dei funghi ( misurazione dell’acqua libera e temperatura ), sulla ventilazione e refrigerazione dei locali di stoccaggio . Vengono inoltre inclusi nelle verifiche anche gli impianti di stoccaggio temporanei per conto terzi , che devono dimostrare la tracciabilità dei prodotti e la conformità degli stessi
Riguardo alle aziende lattifere devono essere ispezionati tutti gli allevamenti di bovine da latte alimentate con mais e tutti gli allevamenti con un’alimentazione a rischio, considerando a rischio l’insieme dei mangimi che costituiscono la razione giornaliera, i cui componenti, pur singolarmente conformi per il tenore di aflatossine, possono determinare uno sforamento dei limiti per effetto sommatorio.
Nella valutazione del rischio devono anche essere tenute in conto il management aziendale, le non conformità pregresse, i tempi di risoluzione e le eventuali reiterazioni delle suddette non rispondenze ai parametri di legge, come previsto dalla Nota Agenzia Regionale Sanitaria P.F. Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare Prot. n. 5580|19/06/2018 ARS/VSA/P- Oggetto: Linee Guida per la classificazione del rischio negli allevamenti da latte.
Analogo comportamento di controllo deve essere tenuto per i distributori automatici di latte, i centri di raccolta, gli impianti di trattamento termico e trasformazione.
Le ispezioni effettuate hanno compreso sia verifiche documentali ( tracciabilità, certificazioni,analisi in autocontrollo), che materiali con campionamenti.
Per quanto sopra, le attività programmate dall’Area Vasta 3 si sono conformate ai principi delle nuove linee guida regionali, basandosi sulla valutazione del rischio e pertanto, partendo dall’anagrafica, hanno preso in considerazione il numero di imprese, le aziende agricole e la disponibilità delle risorse, valutando così la priorità e la fattibilità degli interventi .
Le aziende da latte attive nella zona dell’Area Vasta 3 sono 93, di cui 39 allevamenti bovini, 50 ovini, 2 caprini, 1 bufalino ed uno di asine .
Gli impianti di trattamento termico e trasformazione del latte attivi sono 14 , di cui 13 sono di trasformazione e 1 di trattamento termico , i centri di raccolta sono 2.
I controlli in stalla sono stati documentali ( tipo di alimentazione,modalità di stoccaggio dei mangimi, tempi di fornitura ,tracciabilità, certificazioni, analisi in autocontrollo, valutazione del rischio ) e materiali con campionamento ufficiale del latte di massa nei casi a rischio più elevato.
Nella determinazione del numero degli interventi , per ottimizzare le prestazioni, si è tenuto conto delle Aziende piuttosto che degli allevamenti , in quanto, ad esempio, nel territorio della zona di Macerata sono presenti tre Aziende in cui insistono diversi allevamenti ( due in una, tre e quattro nelle altre), che costituiscono stessa unità epidemiologica e pertanto a ciascuna azienda, è stato assegnato un unico controllo, visto che gli animali ricevono la stessa razione. Analogo criterio è stato seguito per i caseifici con allevamenti annessi, che trasformano esclusivamente il latte dei propri animali, in quanto, laddove la verifica viene attuata dai Servizi Igiene degli Allevamenti Produzioni Zootecniche in stalla, non si è reputato necessario procedere con ulteriori prelievi al caseificio In tal caso, infatti, in accordo tra i due Servizi sono stati assegnati controlli o solo sull’allevamento o solo sul latte al caseificio.
Le attività ispettive nei caseifici si sono basate su verifiche documentali ( lista fornitori, procedure nei Manuali ed applicazione delle stesse con stima delle verifiche analitiche previste ed effettuate) e campionamenti sul latte di massa nel tank di stoccaggio.
I distributori automatici di latte attualmente attivi sono 8, di cui 6 sono alimentati con il latte di un solo allevamento presente in questa Area Vasta e per gli altri due il latte è conferito da un allevamento sito nell’Area Vasta 2 e 4 .
Il numero dei campioni di latte eseguito in allevamento è pari a 17 prelievi, di cui 11 effettuati presso aziende bovine , 1 bufalina, 5 ovicaprine.
Nei caseifici sono stati effettuati 13 controlli, di cui 11 presso gli stabilimenti di trasformazione , 2 presso i centri di raccolta latte. Un solo caseificio non è stato sottoposto a verifica , perché l’unico conferitore di latte bovino è stato controllato in allevamento dal Servizio IAPZ.
Tutti i distributori di latte sono stati sottoposti a controllo per le aflatossine con esito conforme.
RISULTATI/CRITICITA’.
Le non conformità hanno riguardato in allevamento un campione di latte bovino con valori molto alti di aflatossine M1 (0,129 microgrammi/Kg in ELISA, confermato da 0,127 in HPLC) ed un campione di latte ovino segnalato dalla Centrale di raccolta del latte insistente nell’Area Vasta 4, cui ha fatto seguito il pronto intervento dei Servizi Veterinari, che al contrario hanno rilevato la conformità del prodotto segnalato.
Conformi i valori nei Centri di raccolta di questa zona , mentre in un caseificio è stato rilevato un valore di aflatossine M1 nel latte di massa superiore ai limiti di legge . Si tratta di uno stabilimento che trasforma il latte di un unico allevamento bovino.
In questo caso il Servizio Igiene degli Alimenti di Origine Animale ha immediatamente comunicato al Servizio Produzioni Zootecniche la non conformità nel latte, comportando lo svolgimento di un’indagine epidemiologica con rintraccio di tutti i mangimi componenti la razione giornaliera delle bovine e conseguente sopralluogo al deposito di cereali per una verifica dei prodotti venduti ( conformità per valori aflatossine B1 , analisi in autocontrollo, tracciabilità dei prodotti e campionamento).
Al caseificio sono stati esaminati i documenti di acquisto latte per la tracciabilità, esaminate le analisi in autocontrollo ed imposto sia il blocco della merce prodotta con quella partita di latte ancora in giacenza presso il caseificio , che il ritiro dei prodotti già commercializzati, anche se, trattandosi di mozzarelle, tutta la merce era già stata venduta, vista la deperibilità dei prodotti e la grande affluenza di turisti che si riversa nelle zone montane nella stagione estiva .
In un caso il Servizio Produzioni Zootecniche dell’Area Vasta 2 ha segnalato a questa Area Vasta la non conformità del latte in azienda per superamento del tenore di aflatossina M1 nel latte destinato ai distributori.
E’ stata svolta un’indagine presso il mangimificio che forniva mais alle bovine ed eseguita una verifica nel latte al distributore con esito conforme per rientro dei parametri in allevamento.
I campioni sul latte ovino sono stati effettuati nel periodo a maggior rischio, quando gli animali non sono ancora al pascolo ( periodo invernale/primaverile) ed hanno dato esiti conformi, registrando un solo valore più alto della non rilevabilità pari a 0,034 micr/Kg.
Dagli esiti analitici sul latte bovino in stalla risulta che i parametri riscontrati, pur al di sotto dei limiti di legge, hanno registrato in discreta percentuale , valori più alti della non rilevabilità ( 0,041-0,034-0,037-0,022-0,016 microgrammi/Kg), mentre per i non conformi i valori sono risultati molto al di sopra degli stessi limiti ( 0,127 e 0,220 micr/Kg in HPLC).
Per quanto riguarda i depositi di ingrosso e le rivendite di cereali sono stati sottoposto ad ispezione diverse strutture , sia a seguito di segnalazione di non conformità sul latte in allevamento o al caseificio , sia per attività di ordinaria vigilanza .
Le attività ispettive effettuate presso i depositi di cereali hanno seguito quanto predisposto dal PNAA 2018.
In totale sono stati effettuati 22 sopralluoghi presso consorzi e mangimifici aziendali con 12 campioni, di cui 2 extra piano.
La problematica maggiore di tale settore riguarda la corretta identificazione e tracciabilità delle partite di cereali, le analisi in autocontrollo ( alcune non accreditate, altre facenti riferimento all’anno precedente e quindi non al Lotto oggetto di ispezione ), la non osservanza dei dettami delle nuove Linee Guida, che prevedono esami in autocontrollo per partite non certificate per tenori aflatossina B1conformi alla normativa.
Persistono ancora criticità nella formazione degli allevatori , che per questioni di economiche acquistano prodotti privi di attestazione aflatossina free , confidando solo nelle rassicurazioni verbali del titolare del mangimificio.
Rimane qualche perplessità sulla attendibilità delle analisi in autocontrollo di alcune centrali di raccolta latte, che eseguono campioni di screening sul latte di cisterna ricorrendo a Kit di dubbia attendibilità.
Quanto sopra trova conferma in alcuni casi, in cui personale di questo Servizio ha eseguito campioni su stesse partite di latte sottoposte a verifica in autocontrollo con risultati molto differenti.
Ottima la collaborazione con gli Istituti Zooprofilattici che hanno sempre comunicato a breve gli esiti analitici eseguiti con metodica di screening in ELISA.
Sono stati sottoposti a verifica tutti i caseifici di questa Area Vasta, ad eccezione di uno per i motivi suesposti .
CONCLUSIONI.
L’attività di controllo aflatossine ha impegnato i Servizi Veterinari dei due settori , che si sono coordinati nelle verifiche permettendo un controllo di filiera complementare e soddisfacente.
Sono state individuate criticità nei depositi di cereali e pertanto sarebbe auspicabile che per gli anni successivi anche i Piani di campionamento regionali e ministeriali focalizzassero maggiormente l’attenzione sul problema aflatossine nei cereali per l’alimentazione animale.
E’ preciso intento dei Servizi Veterinari dare piena attuazione a questo Piano, implementando gli accertamenti per garantire in completezza il commercio esclusivo di latte con limiti di aflatossine rispettosi della normativa, sì che tutti i prodotti derivanti dalla trasformazione o dal trattamento possano sempre dare garanzia della loro conformità al consumo.
Autore: Dr.ssa Caterina Pennesi