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PESTE SUINA AFRICANA: AD UN ANNO DALLA PRIMA POSITIVITA’ NELL’ITALIA CONTINENTALE

  • 3 gennaio 2023
  • Autore: Redazione VeSA
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Diffusione della malattia in Italia

Era il 7 gennaio 2022 quando il Centro di Referenza Nazionale per le pesti suine (CEREP presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, IZSUM) ha confermato la presenza del virus di Peste Suina Africana (PSA) in una carcassa di cinghiale rinvenuta nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria. Successivamente sono stati confermati altri casi in diversi comuni delle Regioni Piemonte e Liguria.
Il 5 maggio 2022 anche la Regione Lazio è stata interessata dal primo caso di PSA in un cinghiale trovato nella riserva naturale dell’Insugherata nel comune di Roma mentre un altro focolaio è stato registrato a Borgo Velino, in provincia di Rieti. Il 9 giugno 2022 la malattia è stata confermata per la prima volta anche in un allevamento semibrado di suini nel territorio già infetto di Roma Capitale, a pochi chilometri di distanza dalla zona del primo caso nel selvatico. La Regione Abruzzo, pur non avendo avuto alcun caso positivo ma per il fatto di essere a confine con la Regione Lazio è stata anche oggetto di misure restrittive, revocate poi dall’Unione Europea che ha escluso l’area delle province di Rieti e L’Aquila da tali restrizioni riqualificando l’Abruzzo come zona indenne da PSA.

Va ricordato che la PSA è presente in Sardegna dal 1978 ma con genotipo virale diverso da quello circolante in Europa e attualmente nell’Italia continentale. La situazione epidemiologica sull’isola però è nettamente migliorata grazie all’efficace Piano di Eradicazione Straordinario avviato nel 2015. A partire dal 16 dicembre 2022, il commercio di suini e prodotti suinicoli è stato autorizzato in alcune aree della Sardegna senza restrizioni sanitarie ma sotto il controllo delle autorità competenti mentre altre aree sono state assoggettate a restrizioni minori rispetto alle precedenti, solo una zona localizzata rimane ancora vincolata a condizioni più severe.

Attività intraprese a livello Unionale

La PSA ai sensi del Regolamento UE 2016/429, integrato dal Regolamento di esecuzione UE 2018/1882, è categorizzata come malattia di categoria A, pertanto non si manifesta normalmente nell’Unione e appena individuata richiede l’adozione immediata di misure di eradicazione. Ciò in virtù del fatto che può avere gravi ripercussioni sulla salute della popolazione animale interessata e sulla redditività del settore suinicolo.

A seguito della conferma diagnostica della PSA, il Ministero della Salute ha notificato il focolaio di PSA alla Commissione Europea la quale in data 10/01/22 e poi il 14/01/22 ha emanato due decisioni di esecuzione relative ad alcune misure di emergenza. In particolare è stata istituita la zona infetta con le relative misure restrittive e vietata la movimentazione di suini e loro prodotti verso altri Stati Membri e i Paesi Terzi.

Dal 7 all’11 febbraio 2022 si è svolta in Italia la missione del team Eu Veterinary Experts (EuVET). Il team della Commissione Europea comprende esperti di veterinaria, di virologia, della fauna selvatica ed interviene a supporto delle Autorità Competenti degli Stati Membri a seguito della richiesta di assistenza durante un'emergenza sanitaria. Nella riunione conclusiva della missione, il team ha presentato alcune indicazioni finalizzate a definire una strategia di intervento elencando le azioni da intraprendere e gli interventi da attuare secondo un ordine di priorità. Tutto ciò è stato poi condiviso dall’Unità Centrale di Crisi e confermato dal Gruppo di esperti italiani.

Attività intraprese a livello Nazionale

Dopo la prima conferma della positività, si è riunita l’Unità Centrale di Crisi e sono state immediatamente informate le competenti autorità comunitarie e internazionali. Inoltre, trattandosi di un focolaio nel selvatico è stata convocata una riunione di emergenza del Gruppo operativo degli esperti allo scopo di delimitare l’area infetta e definire le misure straordinarie da attuare per limitare la diffusione della malattia.  Il Ministero della Salute ha comunicato ai servizi veterinari di rafforzare la sorveglianza nel selvatico e di innalzare al livello massimo di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.

Le prime ripercussioni si sono registrate sulla commercializzazione di carni suine e loro derivati, infatti adottando il principio di massima precauzione, il Ministero della Salute già in data 07/01/22 ha chiesto ai servizi veterinari di sospendere temporaneamente le certificazioni sanitarie per l’export verso tutti i paesi che richiedevano l’indennità nazionale per PSA. Poi è stato possibile esportare solo nei paesi che hanno riconosciuto la regionalizzazione (Regione/provincia/zona/area/territorio indenne in cui non sono state adottate misure di restrizione) come negli Stati Uniti d’America e nel Canada. Invece non hanno riconosciuto tale condizione la Repubblica Popolare Cinese, il Giappone, Taiwan, Cuba; mentre Serbia e Brasile hanno accettato carni suine e derivati solo previo trattamento termico.

Con Decreto Legge n. 9 del 17 febbraio 2022, convertito con Legge n. 29 del 7 aprile 2022, recante "misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana" il governo ha ritenuto necessario e urgente adottare su tutto il territorio nazionale delle disposizioni finalizzate all’eradicazione della PSA nei cinghiali e alla prevenzione della sua diffusione nei suini da allevamento anche mediante l’adozione di un piano di gestione dei cinghiali da parte delle regioni. Tale piano include la ricognizione della consistenza numerica dei cinghiali all'interno del territorio di competenza suddivisa per provincia, le modalità di attuazione dei metodi ecologici, l'indicazione delle aree di intervento, le modalità, i tempi e gli obiettivi annuali del prelievo esclusivamente connesso al contenimento della PSA. Inoltre lo stesso decreto prevedeva la nomina di un commissario straordinario con compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure poste in essere per prevenire, contenere ed eradicare la PSA. Pertanto, relativamente alla organizzazione gestionale dell’emergenza, con DPCM del 25 febbraio 2022, è stato nominato quale commissario straordinario il dott. Angelo Ferrari che tra le varie attività ha emanato 4 Ordinanze di cui l’ultima ha abrogato e sostituito le tre precedenti (Ordinanza n. 4/2022 Commissario straordinario alla Peste Suina Africana).

Con il problema PSA, tutti i suini sono stati soggetti a misure di controllo, compreso quelli detenuti per scopi diversi dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti, per cui si è reso necessario adeguare la normativa nazionale sul tema degli animali da compagnia poiché il suino non era considerato tale non essendo compreso nell’elenco dell’allegato I del Regolamento UE 2016/429. Pertanto con dispositivo dirigenziale del Ministero della Salute n.12438 del 18/05/2022 i suini non destinati alla produzione di alimenti (non DPA) devono essere identificati con trasponder e registrati in banca dati; non possono essere detenuti più di due capi; se entrambi di sesso diverso deve essere impedita la riproduzione anche mediante sterilizzazione; non devono avere contatti con altri suidi; non possono essere movimentati né destinati al consumo umano.

Per quanto riguarda la valutazione dei requisiti minimi di biosicurezza sugli stabilimenti che detengono suini, inizialmente sono stati controllati quelli elencati nell’allegato 3 del Piano di Sorveglianza Nazionale della PSA relativo all’anno 2021 e successivamente appositamente normati con Decreto Ministero della Salute 28 giugno 2022. Sono state aggiornate anche le check list in base alla capacità strutturale dello stabilimento (se maggiore o minore di 300 capi) e alla tipologia di allevamento (se semibrado o stabulato).

 

Dal 23 settembre 2022 è attivo il Bollettino Epidemiologico Nazionale, pubblicato all’interno della sezione pubblica del portale VETINFO dove è possibile consultare tutte le informazioni aggiornate sulla situazione epidemiologica nazionale, l’estensione delle zone di restrizione e i comuni qui ricadenti nonché le varie attività di sorveglianza.

In relazione alla situazione epidemiologica dell’Italia continentale, alla data del 28 dicembre 2022 nelle regioni Piemonte, Liguria e Lazio si contano 265 casi di malattia nel selvatico e 1 focolaio nel domestico con interessamento di 2 capi. Nello specifico: in Piemonte 139 casi nel selvatico, in Liguria 78 casi nel selvatico, nel Lazio 48 casi nel selvatico e 2 nel domestico. Per quanto riguarda la regione Lazio le positività si sono registrate tra maggio e settembre e l’ultimo caso nel cinghiale risale al 17 settembre. Invece, in Piemonte e Liguria continuano a manifestarsi altri casi come rappresentato nei grafici (fonte IZSUM).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attività intraprese in Regione Marche

La Regione Marche, non essendo stata interessata dalla malattia, ha applicato le seguenti misure:

  • Adozione del piano di gestione della popolazione di suini selvatici con il PRIU;
  • Censimento degli stabilimenti che detengono suidi ed aggiornamento della banca dati;
  • Divieto di movimentazione dei cinghiali catturati eccetto che per la macellazione o l’abbattimento immediato;
  • Verifica dei livelli di biosicurezza degli allevamenti dando priorità a quelli semibradi. Quest’ultimi hanno l’obbligo di recinzione tramite strutture che garantiscono l’effettiva separazione con la fauna selvatica ed identificazione individuale di tutti i riproduttori. L’obbligo di recinzione è immediato per gli allevamenti di nuova autorizzazione mentre per quelli esistenti sono previsti dei tempi di adeguamento;
  • Controllo virologico di tutte le carcasse di suini selvatici rinvenuti sul territorio e di tutti i suini morti in allevamenti familiari e semibradi.

Relativamente all’adozione del piano di gestione del cinghiale, la Regione Marche ha organizzato un gruppo di lavoro e deliberato con DGR 949 del 25/07/2022 il Piano Regionale di Interventi Urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della PSA nei suini da allevamento e nella specie cinghiale (Sus scrofa) (PRIU 2022-2026). Il PRIU è lo strumento per determinare le modalità di intervento e per individuare gli obiettivi che devono essere conseguiti sia per le produzioni suinicole sia per la gestione del cinghiale.

Per quanto riguarda la gestione del cinghiale, il depopolamento è l’obiettivo primario di contrasto alla diffusione della PSA ed è stato incrementato annualmente del 50% il numero di abbattimenti sia attraverso l’esercizio venatorio sia con azioni di controllo numerico; in aggiunta potrà essere esercitato il controllo del cinghiale nelle foreste demaniali regionali considerando che spesso gli animali trovano qui un ambiente favorevole per rifugiarsi.

Un altro obiettivo del PRIU è la formazione, informazione e comunicazione. La formazione riguarda il personale addetto alla ricerca, al recupero e alla manipolazione delle carcasse come Veterinari, CRAS, Forze di Polizia, Associazioni Venatorie e AATTCC, selettori, guardie venatorie volontarie, pertanto sono stati organizzati diversi corsi nelle varie Aree Vaste.

Inoltre, l’Amministrazione regionale ha stabilito con l'ENCI l’organizzazione di un corso di formazione per operatori-conduttori di unità cinofile per la ricerca delle carcasse e una prova abilitativa degli ausiliari per il conseguimento del brevetto di detection nell'ambito della sorveglianza passiva e attiva della PSA.

Invece, la campagna di informazione e comunicazione rivolta agli stakeholders e ai cittadini è stata attuata attraverso il sito istituzionale della Regione Marche (www.regione.marche.it/peste-suina-africana) e il portale VeSA (www.veterinarialimenti.sanita.marche.it). Proprio su quest’ultimo, a partire dal secondo semestre è stata pubblicata un’informativa dal titolo “La Peste Suina Africana a portata del cittadino” al fine di far conoscere la malattia e per la messa in atto da parte di ciascuno azioni utili al suo contenimento. A questa, sono seguiti con cadenza quindicinale aggiornamenti sulla normativa e sulla sorveglianza passiva sia nei cinghiali che nei suini domestici e sono stati prodotti 14 report.

Ulteriore obiettivo del PRIU è stato quello di effettuare un censimento dei punti di raccolta della caccia (case di caccia) presenti nel territorio e verificare la disponibilità di celle frigorifere o di altre attrezzature utili a mantenere a bassa temperatura le carcasse recuperate dei cinghiali. Tali siti sono stati impiegati anche per le operazioni di prelievo della milza o di altri organi da parte del Servizio Veterinario di Sanità Animale.  Il recupero delle carcasse è stato effettuato dalla rete dei CRAS Marche di cui alla DGR n. 1750/2018, che ne ha curato anche lo smaltimento attraverso ditte autorizzate convenzionate.

Inoltre, la Regione Marche ha provveduto a modificare il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 inserendo una nuova azione nella sottomisura 5.1 Operazione B, per favorire investimenti di prevenzione a livello territoriale contro la diffusione della PSA intervenendo sulla biosicurezza. In particolare sono stati finanziati circa 4,5 milioni di euro per realizzare doppie recinzioni, zone filtro, acquistare idropulitrici, celle frigorifero e rampe per caricare gli animali. Il relativo bando scade il 31 gennaio 2023.

Per quanto riguarda il controllo virologico dal 01/01/2022 al 28/12/2022, sono state conferiti alle sezioni marchigiane dell’IZSUM 436 campioni provenienti dai cinghiali così distribuiti per provincia: 109 Pesaro e Urbino, 90 Ancona, 125 Macerata, 46 Fermo e 66 Ascoli Piceno (Tabella 1) mentre per quanto riguarda i suini domestici sono stati prelevati in totale 83 capi e distribuiti come in tabella 2.

Attività intraprese in Provincia di Ascoli Piceno

 

Sono stati pianificati due corsi di formazione. In particolare il Servizio Veterinario di Sanità Animale dell’AV5 in collaborazione con la Polizia Provinciale di Ascoli Piceno ha realizzato il 30 maggio 2022 un corso destinato agli operatori della Polizia Provinciale, ATC/cacciatori e Carabinieri forestali sulla sorveglianza e gestione delle carcasse di cinghiale. Invece nella giornata del 9 luglio è stata organizzata un’esercitazione teorico pratica presso la località Pretare (Arquata del Tronto), essendo tale sito una potenziale porta d’ingresso rispetto al focolaio di Rieti. Ha riguardato l’individuazione e la formazione della catena di comando, tecniche e modalità di ricerca attiva delle carcasse di cinghiali nonché la loro gestione fino allo smaltimento in sicurezza. Nel pomeriggio è stata condotta un’attività di simulazione in campo con due squadre ed anche con la presenza di due cani. Infatti, l’impiego di cani appositamente addestrati ma anche di quelli ad uso antiveleno, migliori rispetto a quelli da traccia, è di grande ausilio nel ritrovamento delle carcasse.

 

 

Per quanto riguarda la gestione del selvatico, il Comune di Grottammare si è attivato per l’abbattimento dei cinghiali in collaborazione con la Polizia Provinciale di Ascoli Piceno dopo aver accertato la presenza di diversi nuclei di animali nelle zone centrali e periferiche del medesimo comune. I soggetti abbattuti oltre ad essere sottoposti a visita ispettiva sono stati controllati per PSA.

Il Servizio Veterinario di Sanità Animale ha censito gli stabilimenti che detengono suidi, ha aggiornato la banca dati e ha iniziato la verifica della biosicurezza sugli allevamenti, quest’ultima ancora in corso.

Inoltre, in collaborazione con la Regione Marche, si è attivato per la ricerca di un sito dove posizionare una cella frigorifero quale punto di raccolta per le carcasse di cinghiale e dove poter eseguire agevolmente e in piena sicurezza il prelievo degli organi. Allo stato attuale, a seguito della segnalazione del rinvenimento delle carcasse al CRAS, i dirigenti veterinari eseguono i prelievi sul posto rispettando le opportune misure di sicurezza oppure recandosi al punto di raccolta sito a Fermo.

  Presso l’Area Vasta 5 è stato gestito anche un sospetto di PSA in un allevamento di suini. Infatti, nella tarda mattinata del 30/09/2022, l’allevatore notificava al servizio veterinario una sintomatologia caratterizzata da lieve rialzo termico ed emorragie diffuse sui suini detenuti. Dopo una prima indagine telefonica e la verifica della banca dati, è emerso che si trattava di un allevamento familiare che deteneva due capi acquistati nel mese di aprile da uno stabilimento della provincia di Macerata. E’ stato subito eseguito il sopralluogo in azienda mettendo in atto tutte le misure di sicurezza e utilizzando il kit 1 (Manuale operativo PSA/PSC). In base a quanto rilevato nella visita clinica e dall’intervista all’operatore, è stato emesso un sospetto clinico di PSA e si è proceduto con l’identificazione degli animali mediante marchi ASUR, prelievo di siero e sangue intero da entrambi i capi, fermo ufficiale dello stabilimento con blocco totale delle movimentazioni, prescrizioni all’allevatore. I campioni sono stati inviati con urgenza all’IZSUM di Fermo per essere consegnati al CEREP, accompagnati dalla scheda allegata al manuale operativo e non generata da SINVSA essendo i capi in vita. Inoltre è stato aperto il sospetto su SIMAN ma gli esiti negativi per la ricerca della peste suina africana e classica sono stati comunicati, prima per le vie brevi e poi tramite l’inoltro dei rapporti di prova, il giorno successivo al sospetto. Sono seguite la comunicazione all’allevatore, la chiusura del sospetto su SIMAN e la revoca del blocco ufficiale dell’allevamento.

In provincia di Ascoli Piceno dall’inizio dell’anno al 28/12/2022 per quanto attiene la sorveglianza passiva mediante il controllo virologico, sono stati conferiti all’IZSUM 5 campioni di milza appartenenti a suini domestici. Invece sono stati 66 i campioni provenienti dai suini selvatici, costituiti per il 70% da organi  soprattutto milza ma anche reni e linfonodi, per il 22,5% da carcasse intere e per il 7,5% da ossa lunghe. In dettaglio, poco più della metà dei cinghiali sono stati rinvenuti a seguito di incidenti stradali e lo stato di conservazione della carcassa è risultata fresca nell’87% dei casi, in decomposizione nei casi restanti. Riguardo all’età, il 7,5 % erano giovani, di età inferiore a 6 mesi mentre il 55% era oltre i 30 mesi. Non sono stati interessati tutti i comuni della provincia ma solo 22 su 33 e quelli maggiormente coinvolti sono stati Grottammare con il 21% degli animali prelevati (ma di questi il 71% proveniva da azioni di abbattimento da parte dell’ATC) e Ascoli Piceno con il 15% ma le percentuali tra la zona costiera e l’entroterra sono equiparabili. Invece, il 60% dei campionamenti sono stati eseguiti nel primo semestre dell’anno.

 

Allo stato attuale tutti i campioni saggiati hanno dato esito negativo a livello regionale consentendo al territorio marchigiano di rimanere indenne dalla malattia.

 

AutoreDott.ssa Maria Gabriella Pistilli

La presente nota è stata redatta in attuazione alla Determina DG/ASUR n.734/2016 nell’ambito della comunicazione del rischio AV5-2022

 

 

 

 

 

 

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