Come noto, dopo l’emanazione del Piano di sorveglianza Nazionale (Piano) trasmesso con DGSAF prot. n. 0001180 del 21 gennaio 2020, la Regione Marche ha predisposto un atto, redatto con DPGR n. 150 del 13/05/2020 (attuazione del DGR n. 186 del 24/02/2020), ove vengono espressi più obiettivi: quello generale, di proteggere il patrimonio suinicolo regionale da possibili ingressi del virus sul territorio regionale e quello più specifico, di migliorare il sistema regionale di allerta precoce per la Peste Suina Africana tramite l’innalzamento del livello di sorveglianza passiva nella popolazione di cinghiali, auspicando un tempestivo riscontro dell’infezione (early detection) qualora il virus riuscisse ad introdursi nel territorio.
L’introduzione della PSA in Italia, per contiguità, attraverso popolazioni di cinghiali infetti provenienti da territori confinanti, non appare ad oggi preoccupante quanto l’introduzione del virus con il “fattore umano”, ma se si tiene conto dell’evoluzione dell’epidemia di PSA nell’Est Europa comunitaria, dell’esperienza legata al controllo dell’infezione nella Regione Sardegna e della consistenza in aumento delle popolazioni di cinghiali selvatici, è chiaro che il ruolo che questi animali svolgono nella diffusione e nella persistenza della malattia non può essere sottovalutato.
Negli ultimi anni il virus è diventato endemico nei suidi selvatici in aree molto estese, diventando la principale minaccia per il settore commerciale suinicolo europeo, la sorveglianza nei selvatici rappresenta quindi uno strumento fondamentale per prevenire la diffusione della malattia nella nostra Nazione.
La sorveglianza passiva prevista dal Piano si attua attraverso la segnalazione e il controllo diagnostico di tutti i cinghiali rinvenuti morti (inclusi i morti per incidente stradale) e di tutti i casi sospetti (es. mortalità aumentata, sintomatologia riferibile a pesti suine). Le segnalazioni possono essere effettuate da figure differenti, quali Carabinieri Forestali, Agenti delle Polizie Provinciali, allevatori, cacciatori, trekkers, birdwatchers, comuni cittadini etc. La segnalazione va effettuata alla rete del CRAS Regionale delle Marche, Centro Recupero Animali Selvatici, istituito con DGR n. 1750/2018, che provvede, con proprio personale e mezzi, alla raccolta della carcassa dal territorio. Tale Ente eroga su tutto il territorio regionale, per il tramite di Centri territoriali attivi 24 ore su 24 e gestiti da associazioni di volontariato, attività di pronto soccorso per le specie animali selvatiche (mammiferi e uccelli) in stato sanitario deficitario e/o in difficoltà, e di recupero delle carcasse di animali selvatici.
Ai fini del Piano, il CRAS provvede alla gestione delle carcasse in accordo con il Servizio di Sanità Animale competente per territorio, che procede alla raccolta di campioni, con prelievi in campo o inoltro dell’intera carcassa del cinghiale, all’IZS competente per territorio, in funzione delle condizioni e dimensioni della carcassa e della situazione epidemiologica rilevate sul luogo di rinvenimento.
In base al Piano, sul territorio regionale sono individuati due livelli di allerta:
- minimo, attualmente attivo, assunto al momento di inizio del piano che prevede che tutte le carcasse di cinghiali, anche se non presentano lesioni riferibili alla PSA, devono essere sottoposte a campionamento e prove diagnostiche per la suddetta malattia. Questo livello si associa ad uno status di “silenzio epidemiologico” in cui non si ravvisa un rischio rilevante o immediato di introduzione del virus.
- massimo in caso di collegamenti epidemiologici o di rinvenimento di carcasse di cinghiali che presentino lesioni riferibili a Peste Suina Africana o anche solo in presenza di mortalità anomala. In questi casi, su indicazioni del Ministero della Salute e delle Autorità Regionali, sentito il CEREP, il Servizio di Sanità Animale competente deve adeguarsi ad un innalzamento del rischio (art. 15 e17 e allegato III del D.Lvo. 20 febbraio 2004, n. 54) e adottare le misure previste dal Manuale Operativo Pesti Suine , nonché alimentare i dati nel sistema informativo vetinfo SIMAN per la segnalazione del sospetto.
In ogni caso il sopralluogo e il prelievo dei campioni devono essere sempre effettuati nel rispetto delle misure di igiene e biosicurezza adeguate al livello di rischio e alle condizioni ambientali (ove possibile, è sempre auspicabile provvedere alla rimozione e alla distruzione dei resti delle carcasse, come anche alla disinfezione accurata di ambienti e attrezzi usati). Inoltre è sempre necessario alimentare i dati nel sistema informativo SINVSA messo a disposizione dal Ministero della Salute all’interno della piattaforma VETINFO, che contiene una specifica sezione per la gestione del Piano di Sorveglianza Peste Suina Africana nei selvatici (cinghiali).
Il Piano Regionale prevede un numero minimo di carcasse di cinghiali da controllare, fissato, per l’intero territorio della Regione Marche, in 7 carcasse all’anno.
Gli organi target da prelevare sono, in ordine di priorità: a. milza; b. rene; c. linfonodi (particolarmente quelli che presentano lesioni emorragiche o edematose); d. tonsille; e. sangue; f. midollo (ossa lunghe). I campioni dovranno essere preferibilmente posti in condizione di refrigerazione e portati il più rapidamente possibile al più vicino Istituto Zooprofilattico Sperimentale che provvederà ad inviarli presso il CEREP (Centro di Referenza Nazionale per lo studio delle malattie da Pestivirus e da Asfarvirus) sito presso l’IZSUM sezione di Perugia.
Nell’Area Vasta 4 il primo campionamento è stato eseguito nel mese di luglio 2020, quando il Responsabile del CRAS per la provincia di Fermo ed Ascoli, ha contattato i servizi veterinari per segnalare il rinvenimento di una carcassa di cinghiale (esito di un incidente stradale) nel territorio del Comune di Lapedona, recuperato e portato presso la sede del CRAS di Fermo.
Si è quindi proceduto ad accordarsi, coinvolgendo anche gli operatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Umbria e Marche – Fermo, per eseguire la necroscopia ed il prelievo dei campioni, avvenuto il giorno seguente presso la sede del CRAS a Capodarco di Fermo.
Attraverso l’applicativo SINVSA, si è proceduto, in via preliminare, a stampare la scheda di accompagnamento campioni, riportando i dati forniti dall’operatore del CRAS che ha recuperato la carcassa (coordinate geografiche).
Dopo l’allestimento e delimitazione dell’area di prelievo con l’ausilio di teli di plastica, è stato effettuato l’esame anatomo-patologico della carcassa, che si trovava in buono stato di conservazione. Si trattavava di un esemplare giovane, di circa tre mesi di età, maschio, identificato con fascetta numerata apposta dagli operatori del CRAS per garantirne la tracciabilità.
All’esame esterno è stata rilevata la presenza di fratture multiple agli arti posteriori e alle ultime paia di costole, estese raccolte ematiche sottocutanee nella regione addominale e una ferita lacero contusa nella regione del fianco. Per accedere agli organi bersaglio si è disposto l’animale sul fianco destro effettuando un taglio immediatamente dopo l’ultima costola del lato sinistro. All’apertura delle cavità addominale e toracica si notavano abbondanti versamenti ematici. Le lesioni e le emorragie erano riconducibili a traumi da incidente stradale.
Sono stati campionati rene e milza, immessi in contenitori plastici monouso e portati presso l’IZSUM sezione di Fermo per essere successivamente inviati al (CEREP) ed essere sottoposti a PCR per la ricerca del virus della PSA.
Al termine delle operazioni si è provveduto alla rimozione dei resti dell’animale, del cui smaltimento si è fatto carico il CRAS (congelamento e successivo invio all’incenerimento tramite Ditta autorizzata), ed alla disinfezione accurata di ambienti e attrezzi utilizzati.
Tornati presso la sede dell’Area Vasta 4 dell’A.S.U.R. si è proceduto all’aggiornamento delle schede nel SINVSA, implementandole con i dati rilevati direttamente sull’animale all’atto della necroscopia.
Nell’arco di pochi giorni l’IZS-Perugia ha refertato il risultato della PCR eseguita sugli organi campionati, riportando l’esito negativo dell’esame per assenza di riscontro del virus della Peste Suina Africana. A questo punto si è ritenuto concluso il campionamento previsto dal piano regionale di sorveglianza della PSA nei selvatici, considerando l’esito favorevole delle analisi e l’apprezzamento della proficua collaborazione tra tutti gli Enti coinvolti.
Si riporta, per completezza della trattazione, anche il riferimento al Manuale sul rilevamento e diagnosi della Peste Suina Africana redatto dalla Food and Agricolture Organization of the United Nations (FAO), corredato all’interno da immagini di lesioni cliniche riferibili a PSA e dai corretti procedimenti per il trasporto dei campioni. Si rimanda allo stesso sito per ulteriori informazioni e dove è possibile, tra l’altro, trovare un video esplicativo sulle modalità di prelievo da effettuare sulle carcasse di cinghiale.
Autori:
Dott. Giuseppe Iacchia*
Dott.ssa Pina De Curtis*
Dott.ssa Alessandra Morelli**
Dott.Nazzareno Polini***
* ASUR Marche AV4 U.O.C. Sanità Animale
** IZSUM, sezione di Fermo
*** CRAS Marche Sezione di Fermo