A Dicembre 2020, il Ministero della Salute ha pubblicato il Rapporto sui controlli ufficiali nel settore dell’alimentazione animale 2019.
Con questo rapporto vengono quindi resi pubblici gli esiti dei controlli ufficiali effettuati in Italia dai Servizi Veterinari nel 2019, secondo anno di applicazione del Piano Nazionale di controllo ufficiale sull’alimentazione animale (PNAA) in vigore negli anni 2018, 2019 e 2020.
Il PNAA ha come obiettivo principale quello di assicurare un sistema ufficiale di controllo dei mangimi (sia di tipo analitico che ispettivo) lungo l’intera filiera alimentare, al fine di garantire un elevato livello di protezione della salute umana, animale e dell’ambiente.
Il PNAA è programmato e coordinato dal Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.), il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (ICQRF), le Regioni e le Province Autonome, gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (II.ZZ.SS.), i Centri di Referenza Nazionali (CRN) e i Laboratori Nazionali di Riferimento (LNR).
La programmazione consiste principalmente nell’individuazione delle matrici (mangimi e acqua di abbeverata) da prelevare, delle sostanze da ricercare, nonché nell’attribuzione alle Regioni del numero di campionamenti da effettuare. Strumento fondamentale per orientare l’attività di controllo ufficiale in modo da aumentarne l’efficacia ed evitare uno spreco di risorse, è l’effettuazione dell'analisi dei rischi.
Il Ministero della Salute coordina l'attività di vigilanza e controllo a livello nazionale e trasmette il PNAA alle Regioni e Province Autonome che, tramite gli Assessorati alla Sanità (o altri organi competenti), sviluppano una programmazione regionale (PRAA) con la quale vengono fornite nel dettaglio tutte le indicazioni e le istruzioni alle AA.SS.LL., che eseguiranno i controlli ufficiali, al fine di garantire la corretta applicazione del Piano stesso.
Le Regioni e le Province Autonome sono tenute a trasmettere i propri Piani Regionali per una successiva valutazione da parte del Ministero ai fini di assicurare una piena rispondenza ai criteri indicati nel PNAA e un’uniformità di programmazione dei controlli a livello nazionale.
L'attività di controllo sui mangimi provenienti dai Paesi Terzi o di provenienza comunitaria è svolta, rispettivamente, dai PIF (Posti di ispezione frontaliera) e dagli UVAC (Uffici veterinari adempimenti CE).
I campioni raccolti sono analizzati dagli II.ZZ.SS., la cui attività, per quanto riguarda gli aspetti tecnico-scientifici, è coordinata dall'I.S.S. che effettua anche le analisi di revisione.
In caso di esigenze particolari, l’attività di controllo viene effettuata da altre autorità come ad esempio: Carabinieri per la Tutela dalla Salute, ICQRF, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, ecc.
Inoltre, al fine di assicurare la piena coerenza con gli obiettivi del PNAA, il Ministero della Salute predispone annualmente un programma di AUDIT sulle Autorità competenti Regionali e richiama le Regioni e le Province Autonome, che ancora non hanno provveduto alla predisposizione di un programma di Audit presso le AA.SS.LL.
Il PNAA è suddiviso in 3 parti:
1. in una parte generale descrittiva sono fornite le indicazioni e le procedure per effettuare sia gli interventi ispettivi, finalizzati a verificare presso gli operatori del settore mangimi (OSM) i requisiti strutturali, gestionali e documentali previsti dalla normativa vigente, sia le attività di prelievo e analisi dei campioni ufficiali di mangime.
2. nella parte tecnica sono descritti in dettaglio i programmi di campionamento specifici riferiti al controllo di particolari sostanze presenti nei mangimi.
3. la terza parte, disponibile on line sul sito del Ministero della Salute, raccoglie la modulistica, le informazioni e gli approfondimenti di carattere pratico.
Il PNAA, quindi, stabilisce il numero minimo di ispezioni che devono essere effettuate presso gli OSM, i criteri di ripartizione dei campioni da prelevare e la numerosità campionaria che ogni singola Regione deve soddisfare e fornisce, inoltre, i modelli dei verbali di prelievo dei campioni, dei verbali di ispezione, dei verbali per le segnalazioni delle positività/non conformità e la modulistica per l’invio dei dati relativi all’attività svolta.
ATTIVITÀ ISPETTIVA e CAMPIONAMENTI presso gli OPERATORI DEL SETTORE MANGIMI (OSM)
Per effettuare un’omogenea e coordinata attività di controllo sui mangimi, i Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. effettuano sia sopralluoghi ispettivi presso gli OSM che campionamenti e analisi di mangimi applicando il principio di controllo di filiera e di rintracciabilità del mangime lungo tutte le fasi della sua produzione, commercializzazione, trasporto ed utilizzo (produttori primari, mangimifici, distributori, industrie alimentari che forniscono sottoprodotti all’alimentazione animale, trasportatori di mangimi, allevamenti).
La vigilanza ispettiva viene quindi svolta su tutte le imprese del settore dei mangimi con il fine di verificare il possesso ed il mantenimento dei requisiti strutturali e funzionali dell’impresa del settore dei mangimi oggetto di vigilanza.
Sui campioni previsti dal PNAA, viene effettuata la ricerca di:
- costituenti di origine animale non ammessi nei mangimi,
- Salmonella spp.,
- sostanze farmacologicamente attive e additivi destinati all’alimentazione animale,
- sostanze indesiderabili che includono anche i contaminanti ambientali (micotossine, diossine, melamina, pesticidi e altri),
- organismi geneticamente modificati (OGM).
In particolare nell’anno 2019, su tutto il territorio nazionale, nell’ambito esclusivo del PNAA, sono stati eseguiti 29.367 ingressi (circa 4.000 ingressi in più rispetto al 2018) e sono state ispezionate 20.788 attività (circa 750 attività ispezionate in più rispetto all’anno precedente) sull’intera filiera, dalla produzione primaria fino alla somministrazione dei mangimi agli animali in allevamento. Inoltre sono stati prelevati 11.030 campioni ufficiali di mangimi, superando l’obiettivo prefissato (143 campioni prelevati in più rispetto all’atteso e 134 campioni in più rispetto all’anno scorso).
1. ATTIVITÀ ISPETTIVA sugli OSM
Per quanto riguarda l’attività ispettiva, da un confronto con i dati del triennio precedente (2016-2018), si evidenzia un aumento percentuale delle sanzioni amministrative comminate, contrariamente ad una diminuzione delle non conformità rilevate e delle denunce all’Autorità Giudiziaria effettuate. Tutto ciò a conferma di una incisiva attività di verifica svolta dai Servizi Veterinari.
In particolare, l’importante attività di ispezione ha consentito di rilevare 996 non conformità organizzative o strutturali (4,8% del totale delle attività ispezionate, 101 in meno rispetto al 2018) e nel 11,9% dei casi sono state comminate delle sanzioni per un totale quindi di 119 sanzioni amministrative (401 in più rispetto all’anno precedente). Per i casi più ragguardevoli invece, che rappresentano solo lo 0,2% del totale delle non conformità, sono state effettuate le opportune denunce per un totale di 2 denunce all’Autorità Giudiziaria (5 in meno rispetto al 2018).
Le principali carenze riscontrate nel corso delle verifiche ispettive, presso gli OSM, hanno riguardato:
− mancata idoneità dei requisiti strutturali;
− carenze dei piani di autocontrollo;
− inadeguate procedure per la gestione del Carry-Over;
− mancata/errata compilazione dei registri di carico e scarico;
− mancanza/insufficiente formazione degli operatori;
− modalità non idonee di stoccaggio dei mangimi;
− insufficienti programmi di protezione da parassiti;
− mancanza di autorizzazioni.
2. ATTIVITÀ DI CAMPIONAMENTO
Per quanto riguarda l’attività di campionamento, dalle analisi effettuate presso i Laboratori Ufficiali degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, sono risultati 81 campioni non rispondenti a quanto richiesto dalla normativa (non conformità), che rappresentano lo 0,73% del totale dei campioni di mangimi prelevati (11.030). Il basso valore delle non conformità indica che, in generale, i mangimi (mangimi composti, materie prime, additivi, premiscele e acqua di abbeverata) soddisfino i requisiti normativi di sicurezza. In particolare, la percentuale delle non conformità è lievemente diminuita (0,16 punti percentuali) con il riscontro di 16 non conformità in meno rispetto all’anno precedente, confermando il trend decrescente di non conformità.
Il dato ottenuto ne 2019 esprime quindi una sostanziale rispondenza alla normativa, con il 99,27% dei mangimi risultati conformi alle analisi di laboratorio. Nello specifico si evidenzia un aumento delle non conformità a carico dei mangimi composti (+8,27%) e dell’acqua di abbeverata (+0,40%) e una diminuzione delle non conformità a carico delle materie prime (-8,68%). Relativamente ai luoghi di prelievo si segnala un marcato aumento delle non conformità rilevate presso l’allevamento (+16,59%) e conseguentemente una diminuzione in tutti gli altri siti interessati.
Le 81 non conformità riscontrate nel 2019 hanno riguardato i seguenti aspetti:
− n. 7 per presenza di principi farmacologicamente attivi ed additivi vietati o in concentrazione non consentita;
− n. 21 per il rilievo di fenomeni di Carry-Over;
− n. 6 per presenza di Micotossine in quantità superiori ai limiti previsti;
− n. 8 per presenza di Organismi Geneticamente Modificati;
− n. 10 per presenza di costituenti di origine animale vietati;
− n. 8 per contaminazione da Salmonella spp.;
− n. 18 nel programma di Monitoraggio riservato agli Additivi nutrizionali e oligo elementi;
− n. 3 per presenza di contaminanti vari.
Per quanto riguarda il numero dei campioni prelevati in base alla specie di destinazione dei mangimi, in ordine decrescente figurano al primo posto i campioni di mangimi destinati ai ruminanti quindi a seguire quelli destinati a Specie varie (si tratta in genere di campioni di materie prime per cui l’indicazione della specie/categoria di destinazione non è un obbligo di etichettatura), Avicoli, Suini, Acquacultura, Conigli, Pet ed Equini.
Relativamente al riscontro di non conformità per specie animale di destinazione del mangime, al primo posto troviamo i mangimi destinati ai Suini e a seguire quelli per Avicoli, Specie varie, Ruminanti, Acquacultura, Pet, Conigli ed Equini.
ATTIVITÀ EXTRA-PIANO EFFETTUATA DALLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME
Nel 2019, 6 Regioni (2 in più rispetto al 2018) hanno effettuato e rendicontato un’attività Extra-Piano che ha portato al prelievo totale di 118 campioni, riferibili a ricerche già in essere nel PNAA, con il riscontro di 1 non conformità (uso improprio di farmaci per presenza di Sulfamidici in un mangime per suini prelevato presso un allevamento).
ATTIVITÀ DI CAMPIONAMENTO EFFETTATA SU SOSPETTO
L’attività di campionamento su sospetto è stata svolto in 12 Regioni (come nel 2018) e ha portato alla raccolta di 109 campioni (+ 18 campioni rispetto all’anno precedente).
In particolare sono stati riscontrati 6 casi di non conformità (la metà rispetto al 2018) che corrispondono al 11% dei campioni prelevati, percentuale diminuita rispetto all’anno precedente.
Per la verifica dell’eventuale presenza di Salmonella spp. sono stati effettuati 34 campioni (il 31,19% del totale). Questi sono stati prelevati principalmente in allevamento di avicoli (9) ma sono stati anche prelevati campioni per animali da compagnia (8), bovini (7), suini (3) e per specie varie ossia materie prime (7), sia in stabilimento di produzione che presso la distribuzione e in allevamento. I campioni sono stati prelevati in alcuni casi in seguito a problemi di salute manifestati dagli animali e in altri in seguito a positività in campioni ufficiali del piano Salmonellosi o segnalazioni dei consumatori. In particolare, sono stati riscontrati 2 campioni non conformi di grano per presenza di Salmonella.
25 campioni (pari al 22,93 del totale) hanno riguardato la ricerca di contaminanti vari quali: metalli pesanti (14), pesticidi (1) e radionuclidi (10). 1 mangime completo di provenienza comunitaria per animali da compagnia è risultato non conforme per la presenza di cadmio ed è stato successivamente distrutto.
Altri 20 campioni (il 18,34% del totale) sono stati prelevati per la ricerca di OGM, valore nettamente superiore agli anni precedenti. Questi prelievi hanno riguardato materie prime di origine animale (farina di pollo) e vegetale e mangimi completi per animali da compagnia, tutti prelevati presso un impianto di produzione e tutti hanno dato esito di conformità.
Per la verifica dell’eventuale presenza di micotossine, sono stati effettuati 18 campioni (il 16,51% del totale).
I campioni, prevalentemente di materie prime quali mais ma anche di mangimi composti, soprattutto per ruminanti da latte (16) ma anche per suini, sono stati prelevati essenzialmente per la ricerca di Aflatossina B1. Le motivazioni di prelievo sono state: positività su campioni di latte prelevati in autocontrollo per presenza di Aflatossine M1, indagini condotte dai NAS, rilievi clinico anamnestici e risultati di analisi di urine derivanti dal PNR. 3 campioni di mangimi a base cereali destinati a bovini e caprini sono risultati non conformi.
Inoltre, 7 campioni (il 6,42% del totale) sono stati prelevati per la ricerca di principi farmacologicamente attivi e coccidiostatici in mangimi completi per varie specie animali (avicoli 5, bovini 2) sia in allevamento che alla distribuzione, compreso il trasporto, in seguito a precedenti non conformità sia in allevamento che al macello. Tutti i campioni sono risultati conformi.
Per la ricerca di Diossine sono stati prelevati in azienda 3 campioni (pari al 2,75% del totale) di mangimi per vacche da latte. Di questi 2 sono stati prelevati in seguito a positività per diossina riscontrata nelle carni di un animale macellato proveniente dalla stessa azienda. Tutti hanno dato esito conforme.
1 campione è stato prelevato presso un mangimificio per la ricerca di costituenti di origine animale vietati, nello specifico DNA di Ruminante in farina di pollo per pesci su informazione di positività proveniente da un’altra regione, che ha dato esito di conformità.
Infine, 1 campione è stato prelevato presso un deposito durante l’attività ispettiva, per la ricerca di residui di packaging in materie prime: cacao. Il risultato è stato conforme.
Il Ministero sottolinea come l’attività di campionamento su sospetto evidenzia la sensibilità dei Servizi Veterinari verso possibili fonti di pericolo e rischi emergenti presenti nel proprio territorio di competenza.
CONTROLLI ALL’IMPORTAZIONE
Nell’anno 2019 sono state presentate per l’importazione, complessivamente, 5.627 partite di mangimi (per una quantità totale pari a 5.286.057,28 tonnellate) tutte sottoposte a controllo documentale.
Il controllo d’identità è stato eseguito su tutte le partite di mangimi di origine animale e sul 51,82% delle partite di mangimi di origine non animale mentre il controllo materiale, con prelievo di campioni, è stato eseguito su 194 partite, pari ad una frequenza di campionamento del 3,44%, per un totale di 227 campioni prelevati.
La frequenza minima di campionamento, prevista per la prima volta dal PNAA 2008 (pari al 5% delle partite importate), non è stata quindi rispettata, essendo stato campionato il 3,44% delle partite presentate per l’importazione.
La percentuale minima del 5% è stata comunque assicurata e superata concentrando il controllo sul campionamento di quelle partite che per loro natura rappresentano un più alto rischio di introduzione di possibili non conformità, ossia le materie prime di origine animale (14%), vegetale (5,6%) e i mangimi minerali (5,2%).
Complessivamente sono state individuate 2 partite non conformi, pari allo 0,036% delle partite presentate per l’importazione in Italia e al 1,03% delle partite oggetto di prelievo.
Tali non conformità hanno riguardato:
- il riscontro di positività per presenza di costituenti di origine animale non autorizzati (DNA di ruminante), in 1 partita di farina di carne equina di 22,4 tonnellate di provenienza Argentina. La partita non è stata ammessa all’importazione ed è stata distrutta presso un impianto autorizzato;
- il riscontro di positività per presenza di pesticidi (DDT), in 1 partita di miglio ad uso zootecnico di 21,26 tonnellate di provenienza India. La partita non è stata ammessa all’importazione con rispedizione verso il Paese terzo di provenienza.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola