X
GO

Potenziamento delle attività di epidemio-sorveglianza della tubercolosi bovina nell'area a maggior rischio dell'alto maceratese

  • 16 gennaio 2018
  • Autore: Redazione VeSA
  • Visualizzazioni: 3541
  • 0 Commenti
  1. Situazione epidemiologica

    La tubercolosi è una malattia infettiva ad andamento cronico causata da microrganismi del genere Mycobacterium riuniti, per specie, in un gruppo tassonomico denominato tubercolosis complex. L’uomo è l’ospite naturale di M. tuberculosis, mentre M. bovis, sebbene sia l’agente eziologico d’elezione della tubercolosi nel bovino, ha uno spettro d’ospite molto largo in quanto è stato isolato da soggetti con forme tubercolari appartenenti a diverse specie di mammiferi, domestici e selvatici, compreso l’uomo.

    Considerato quindi il carattere zoonosico dell’infezione, la malattia negli animali, e in particolare nei bovini, rappresenta un serio rischio per l’uomo. La trasmissione dell’infezione dai bovini all’uomo avviene principalmente per via alimentare (consumo di latte crudo proveniente da allevamenti infetti) o per via aerogena e meno frequentemente attraverso le mucose o la cute lesa.

     La recente Decisione di esecuzione UE 2016/168 della Commissione del 05/02/2016 ha aggiornato le qualifiche sanitarie delle province marchigiane che, da diversi anni, hanno registra prevalenza zero per tubercolosi bovina. Alle province delle regione Marche  è riconosciuta la qualifica di “territorio ufficialmente indenne” per tubercolosi bovina con esclusione della provincia di Macerata che, di recente è stata colpita da alcuni focolai di tubercolosi in allevamenti bovini dell’alto maceratese.

    Le province sono riconosciute  ufficialmente indenni da tubercolosi bovina qualora tutti gli allevamenti presenti nel loro territorio siano sotto controllo ufficiale ed il 99,8% degli allevamenti risultino ufficialmente indenne durante l' anno; il territorio di una Regione è dichiarata ufficialmente indenne qualora tutte le sue province siano in possesso della qualifica.

    La recrudescenza dei recenti focolai  di tubercolosi bovina nel territorio dell'alto maceratese è  un fenomeno legato ad un ceppo batterico indigeno caratterizzato “VNTR 33533- spoligotype SB120" del Mycobacterium bovis che è stato isolato sia dagli animali selvatici che dagli animali allevati (bovini infetti) facendo sospettare una forte correlazione epidemiologica tra le due specie animali che insistono nello stesso areale.

Tab.1 Dettaglio delle positività “Micobacterium Bovis” su cinghiali abbattuti nella stagione venatoria (anni 2013-2016) e prevalenza di positività per Distretto di Gestione.

Ambito di Caccia

Stagione venatoria

Distretto Gestione

Unità Gestione

Capi Positivi

Totale cinghiali abbattuti per Distretto di Gestione

Prevalenza (I.C. 95%)

MC1

2013 -2014

7

45

3

915

0.328% (0.000% - 0.698%)

MC1

2014 - 2015

7

45

9

1177

0.765% (0.267% - 1.262%)

MC1

2015 - 2016

6

10

1

313

0.319% (0.000% - 0.945%)

MC1

2015 - 2016

7

15

1

856

0.117% (0.000% - 0.346%)

AN

2015 - 2016

1

A01

1

172

0.581% (0.000% - 1.718%)

AN

2015 - 2016

2

A07

3

350

0.857% (0.000% - 1.823%)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La bibliografia scientifica descrive il cinghiale come specie suscettibile a Mycobacterium bovis. Nel contempo viene attribuita a questa specie selvatica un ruolo di “spillover hosts” ed in particolari circostanze legate alle dinamiche di popolazione, la stessa specie selvatica può assumere il ruolo di “reservoir”.

L’analisi epidemiologica effettuata sui dati sanitari dei recenti focolai di tubercolosi bovina e degli isolamenti di Mycobacterium bovis nei cinghiali cacciati nell’alto maceratese, fa  ipotizzare un adattamento genetico  del ceppo batterico “VNTR 33533- spoligotype SB120"  alla popolazione di cinghiali della zona che assumono un ruolo epidemiologico di “self mantaining”.

  1. Misure sanitarie di contrasto e di controllo della tubercolosi bovina

Per contrastare il fenomeno della recrudescenza dei focolai di tubercolosi bovina e perseguire  l’obiettivo dell’eradicazione della malattia, la regione Marche ha adottato stringenti misure sanitarie attraverso il D.P.G.R. n. 156 del 15.06.2013 le cui strategie d’azione sono state determinate anche dalla successiva Ordinanza del Ministero della Salute del 28/05/2015.

Con il D.P.G.R. 156/2013 sono state intensificate le attività di sorveglianza sanitaria e sono state individuate due zone territoriali a maggior rischio tubercolosi: 

  • l’area di “controllo  bovini” (delimitata in rosso in figura 1) in cui sono state potenziate le attività di sorveglianza da espletare negli allevamenti di bovini sia in azienda che al pascolo;
  • l’area di “controllo selvatici” (delimitata in blu in figura 1) in cui  sono state potenziate le attività di sorveglianza da espletare nelle specie di animali selvatici suscettibili al Mycobacterium bovis.

       

Figura 1. Aree a rischio definite dal D.P.G.R. n 156 del 15/06/2013

Le attuali strategie di controllo adottate dalla regione Marche sono finalizzate a svelare infezioni residue di tubercolosi bovina ed a gestire in modo mirato ogni sospetto di infezione puntando ad una definitiva eradicazione dell'infezione. Con queste finalità è stata costituita una equipe regionale di esperti specializzata nella gestione e nella risoluzione rapida dei nuovi focolai.

Il programma di eradicazione della malattia si gioca sulla corretta e rapida gestione di ogni singolo caso, sia sospetto sia confermato, sulla identificazione dell’origine dell’infezione, sulla capacità dei Servizi veterinari di individuare e prevenire le situazioni di rischio di contagio nei riguardi degli allevamenti indenni.  Ad ogni episodio di infezione segue una valutazione di dettaglio, supportata da un’approfondita indagine epidemiologica, al fine di adattare i principi della strategia generale delineata dai provvedimenti regionali alle esigenze di eradicazione specifiche.  Inoltre, per la diagnosi della tubercolosi, si utilizzano evoluti strumenti diagnostici di laboratorio come il test in vitro del gamma-interferon (g-IFN) e della PCR.

Tra le misure  supplementari a quelle ordinarie, l’Ordinanza del Ministero della Salute del 28/05/2015 ha introdotto il provvedimento di abbattimento totale dei bovini oggetto di focolaio che può essere utilizzato in alcuni casi particolari.

  1. Programma intensificato delle azioni di eradicazione tubercolosi bovina

La azioni essenziali e qualificanti del programma intensificato di eradicazione che viene rivisto e rimodulato periodicamente dall’equipe regionale degli esperti sono:

  • il monitoraggio costante dei risultati per la verifica di coerenza con gli obiettivi e l’eventuale adozione tempestiva di azioni correttive;
  • l’utilizzo di sistemi informatici centralizzati e condivisi: nodo regionale DATAFARM e applicativi del sistema nazionale VETINFO (SANAN e SIMAN);
  • l’adozione  di approfondite indagini epidemiologiche e di evoluti strumenti di analisi dei dati  per individuare le criticità residue in tempi rapidi;
  • la modulazione dell’attività diagnostica negli allevamenti problematici con l’applicazione del test del gamma interferon;
  • l’effettuazione di approfondimenti congiunti tra i Servizi veterinari dell’ASUR, l’Osservatorio Epidemiologico dell’IZS-UM ed il Centro di Epidemiologia Regionale Veterinaria (CERV) al fine di migliorare l’efficacia dell’indagine epidemiologica, il cui esito è determinante per la scelta dei provvedimenti da adottare e per diagnosticare precocemente le possibili reinfezioni di allevamenti venuti in contatto con quelli infetti;
  • l’abbattimento di tutta la mandria nei casi di infezione grave e persistente in cui, sulla base degli esiti dell’indagine epidemiologica, non si prevede tempi rapidi per l’estinzione del focolaio;
  • l’approfondimento diagnostico e l’adozione di protocolli condivisi con i servizi medici nei casi in cui si sospetti un passaggio dell’infezione dal bovino all'uomo e viceversa.
  1. Aspetti socio economici conseguenti la qualifica sanitaria di “Regione ufficialmente indenne da tubercolosi bovina”  

In Italia, l’incidenza di TB negli ultimi anni è stata inferiore a 10 casi di malattia/100.000 abitanti, soglia entro la quale un Paese è definito dall’OMS come a bassa incidenza. La popolazione anziana è a maggior rischio di riattivazione di infezioni latenti rispetto alla popolazione generale per aumentata suscettibilità legata al progressivo peggioramento delle condizioni generali e del sistema immunitario determinate dal processo di invecchiamento. La particolare condizione di “immigrato” predispone a un rischio aumentato di sviluppare la tubercolosi sia per i maggiori tassi di incidenza nei Paesi di origine, sia per le particolari condizioni di fragilità sociale e di complessità legate al processo migratorio e alla multiculturalità che influiscono decisamente sui percorsi di prevenzione, diagnosi e cura (http://www.epicentro.iss.it/problemi/Tubercolosi/epid.asp).

L’eradicazione della tubercolosi bovina su tutto il territorio marchigiano è un obiettivo da raggiungere prima possibile in quanto è una zoonosi che ha un impatto rilevante sulla tutela della salute pubblica, della sicurezza alimentare, del patrimonio zootecnico e dell’ambiente.

Il raggiungimento della qualifica di “Regione ufficialmente indenne da tubercolosi bovina” è discriminante per l’accreditamento alla libera commercializzazione in ambito nazionale, europeo ed extraUE di animali e dei loro prodotti derivati.

Quindi, l’eradicazione della tubercolosi negli animali allevati e selvatici insistenti nel territorio dell'alto maceratese è fondamentale per tutto il contesto geografico interessato  con rilevanti ricadute socio-economiche del settore agro-zootecnico fortemente  legato al territorio e ai suoi prodotti tipici locali.

 

Autore: Dr. Bernardino Vitali

Stampa
Tag:
Valutazioni:
1.0

Redazione VeSARedazione VeSA

Altri articoli di Redazione VeSA

Contatta l'autore

Contatta l'autore

x