La FNOVI ha pubblicato oggi un chiarimento alle indicazioni fornite ai Medici Veterinari per ridurre il rischio di diffusione del nuovo coronavirus (si rimanda all’articolo Misure di contrasto alla diffusione del COVID-19 nelle strutture veterinarie).
In particolare, con il documento del 18 Marzo, la Federazione invita tutti i colleghi a “limitare le prestazioni erogate a quelle improcrastinabili e urgenti” e con la nota odierna da chiarimenti su quali siano queste prestazioni per le quali è assolutamente motivato lo spostamento verso le strutture medico veterinarie o la visita a domicilio.
Nella comunicazione viene ribadito che i Medici Veterinari dovranno, come sempre, classificare in base a scienza, coscienza e professionalità le prestazioni che erogano, nel rispetto delle buone prassi e delle norme in vigore. La responsabilità professionale e l’onestà intellettuale sono fondamentali sempre ma, vista la situazione di emergenza pandemica, diventano, se possibile, ancora più stringenti nelle circostanze attuali.
Tutte le prestazioni che sono quindi ritenute dal Medico Veterinario necessarie a salvare la vita al paziente possono rappresentare motivo di spostamento.
Nel documento vengono dunque forniti solo pochi esempi in quanto risulterebbe sicuramente impossibile poter indicare e comprendere tutte le diverse possibilità.
Sono ad esempio considerate prestazioni non urgenti e quindi procrastinabili la vaccinazione di richiamo di un soggetto adulto e, negli animali DPA, le fecondazioni artificiali, la diagnosi di gravidanza, le sincronizzazioni dei calori, gli impianti embrionali, i pareggi podali. Allo stesso modo controlli o prosegui di terapia non richiedono la visita e il sistema REV consente di dare piena attuazione delle limitazioni degli spostamenti della popolazione
Sono invece da effettuare tutti gli interventi di emergenza (condizione che richiede tempi di intervento molto ridotti, immediati, per garantire la sopravvivenza del paziente) e urgenza (condizione che richiede tempi di intervento pronti ma non immediati, ore).
Anche la vaccinazione di richiamo nel cucciolo, che se non effettuata potrebbe invalidare il protocollo immunizzante mettendo in reale pericolo la vita del paziente animale, potrà essere effettuato.
In tutti questi casi naturalmente il Medico Veterinario è tenuto a rispetto le indicazioni già fornite dal Governo e dalla Federazione.
La FNOVI conclude sottolineando che la necessità di erogare una determinata prestazione, in coerenza con le buone prassi medico veterinarie e nel rigoroso quanto raziocinante rispetto del codice deontologico, resta in capo al Medico Veterinario.
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola