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Relazione sul controllo ufficiale degli additivi alimentari (AA) tal quali e nei prodotti alimentari, anno 2019

  • 20 gennaio 2021
  • Autore: Redazione VeSA
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La DGISAN (Direzione Generale per l'Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione) ha pubblicato la Relazione riguardante il controllo ufficiale degli additivi alimentari (AA) tal quali e nei prodotti alimentari, Anno 2019, ultimo anno di attuazione del Piano Nazionale additivi alimentari 2015-2019.

In particolare tale Piano prevede 2 attività fondamentali:

1. la verifica della conformità riguardante l’utilizzo degli AA nelle produzioni alimentari in base al Regolamento (CE) n. 1333/2008;

2. il controllo dei requisiti di purezza degli AA ai sensi del Regolamento (UE) n. 231/2012, divenuto obbligatorio dal 2016.

Nel 2019 l’attività di controllo ufficiale è stata estesa alla verifica dei metalli anche negli AA prodotti a partire dalle alghe, conformemente a quanto stabilito dalla Raccomandazione (UE) 2018/464 relativa al monitoraggio di metalli e dello iodio nelle alghe marine, nelle alofite e nei prodotti a base di alghe marine ovvero l’E160a(iv), l’E400-407 e l’E407a.

La relazione si basa quindi sui risultati delle attività di controllo, trasmessi dai laboratori al Ministero attraverso la piattaforma NSIS-VIG.

Nel 2019 tutte le Regioni e Province Autonome hanno rispettato il numero di campioni previsti per quanto riguarda il controllo degli AA nei prodotti alimentari anzi, nella maggior parte dei casi, sono stati effettuati molti più campionamenti (campioni richiesti dal Piano Nazionale 920, campioni effettuati 2295).

Come negli anni precedenti, non è stato invece soddisfatto da parte di alcune Regioni il campionamento relativo al controllo sui requisiti di purezza per AA tal quali. Confrontando i dati raccolti negli anni 2016-2019 si osserva comunque un graduale e costante aumento del numero di campioni su base nazionale anche se non è stata ancora raggiunta la soglia minima pari a 225 campioni, nonostante alcune Regioni abbiano effettuato un numero di prelievi superiore a quello richiesto.

Per quanto riguarda invece le attività di controllo svolte in ottemperanza alla Raccomandazione (UE) 2018/464, sono stati effettuati 8 campioni di AA: E401-E407.

RISULTATI

1. AA nei prodotti alimentari

Nel 2019 complessivamente sono stati analizzati 2295 campioni di prodotti alimentari per un totale di 8213 analisi effettuate per la verifica di conformità d’uso di AA.

In particolare le percentuali di determinazioni analitiche, nei prodotti alimentari, degli AA raggruppati per categorie funzionali sono le seguenti:

  • 49% conservanti (di cui 32% solfiti; 30% acido benzoico e benzoati; 17% acido sorbico; 11% nitrati e 10% nitriti);
  • 31% coloranti;
  • 10% edulcoranti;
  • 3% coloranti non autorizzati;
  • 7% altre categorie.

Per quanto riguarda le categorie alimentari, quelle previste dal Piano sono state tutte campionate e fra quelle maggiormente analizzate si confermano i prodotti carnei, seguiti da bevande, prodotti della pesca, integratori alimentari, prodotti di confetteria, prodotti lattieri ed analoghi ed infine ortofrutticoli. Anche quest’anno non risultano invece campionati prodotti alimentari appartenenti alle seguenti categorie: gelati, uova e ovoprodotti, dessert e alimenti trasformati non coperti dalle altre categorie.

Sui 2295 campioni di prodotti alimentari analizzati sono state riscontrate 43 non conformità (NC) (1.8%) con un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,7%, determinato soprattutto dall’impiego dei solfiti in diverse categorie alimentari.

In particolare le NC legate all’uso di tale AA costituiscono il 69,7% del totale, contro il 48% dello scorso anno. Nello specifico si osserva non solo un aumento delle NC totali legate all’impiego di detto additivo ma soprattutto un incremento di quelle legate all’impiego sulla categoria alimentare “carni”, che passano da 5 sulle 13 NC totali riscontrate nel 2018 alle 18 sulle 30 totali del 2019.

In maniera dettagliata si riportano di seguito le 43 NC evidenziate:

  • 30 anidride solforosa (12 campioni cat. 09; 18 campioni cat. 08) (69,77%);
  • 5 per acido ascorbico (5 campioni per cat. 08) (11,63%);
  • 4 per nitrati (3 campioni cat. 08, 1 campione cat. 09) (9,3%);
  • 2 per rosso ponceau (2 campione cat. 05) (4,65%);
  • 1 per polifosfati (1 campioni cat. 08) (2,33%);
  • 1 per acido isoascorbico (1 campione cat. 08) (2,33%).

In relazione alla categoria alimentare, le NC sono state così riscontrate:

  • 65% in carni - cat. 08;
  • 30% in Pesce e prodotti della pesca - cat. 09;
  • 5% in Prodotti di confetteria - cat. 05.

Il seguente grafico mostra le percentuali di non conformità dei diversi AA in relazione ai prodotti alimentari in cui sono state individuate:

Dall’analisi dei dati del 2019 si può riassumere che il 56% delle NC è riconducibile all’uso illegale di AA in carni fresche (solfiti, nitrati, acido ascorbico ed isoascorbico) e prodotti ittici (solfiti, nitrati), il 30% è dovuto al superamento del limite massimo consentito d’utilizzo dell’AA in prodotti ittici (solfiti), carni (nitrati) e prodotti di confetteria (rosso Ponceau 4R) ed infine il 14% è relativo alla mancata dichiarazione in etichetta nei prodotti della pesca dei solfiti e nei prodotti carnei dell’acido ascorbico e dei polifosfati.

2. Requisiti di purezza AA tal quali

Nel 2019 sono stati analizzati 209 campioni, per un totale di 575 analisi, per la verifica dei requisiti di purezza degli AA (ricerca dei metalli pesanti previsti nel Regolamento (UE) 231/2012) e non sono state riscontrate non conformità. Tutti gli AA indicati nel Piano Nazionale sono stati campionati e quelli maggiormente analizzati sono stati: l’acido citrico, l’acido ascorbico, la pectina, la farina di carruba, il glicerolo, il metabisolfito di potassio, la gomma arabica, la curcumina, il sorbitolo ed altri additivi non indicati nel Piano stesso. I metalli pesanti presi in considerazione sono stati: piombo, cadmio, mercurio, arsenico e nichel.

CONCLUSIONI

Nella relazione sui risultati del 2019, la DGISAN sottolinea come, analogamente a quanto osservato negli anni precedenti, la più elevata percentuale di NC risulta ancora collegata ai solfiti.

In particolare il riscontro di tali NC nella categoria “carne” (circa il 42% delle NC totali) è riconducibile ad utilizzi fraudolenti finalizzati ad alterare le caratteristiche organolettiche naturali dei prodotti per ottenere allungamenti impropri delle shelf-life degli stessi. Si tratta di una pratica certamente molto pericolosa da un punto di vista sanitario in quanto espone fasce di popolazione vulnerabili (soggetti allergici ai solfiti) a consumi inconsapevoli di tale AA.

L’analisi dei dati evidenzia che la pratica fraudolenta interessa prevalentemente alcune Regioni e in particolare il settore delle preparazioni di carni fresche. Tale evidenza è ulteriormente avvalorata dal riscontro di risultati simili tra i dati rendicontati nel contesto dei Piani regionali allergeni, che confermano la diffusione del fenomeno descritto.

Nel settore dei prodotti ittici (crostacei) le NC collegate all’uso dei solfiti (circa il 28% delle NC totali) sono riconducibili ad una non corretta modalità di additivazione con superamento del limite massimo consentito.

Il restante 30% di NC è riconducibile a diversificate tipologie di infrazioni (es. superamento di limite d’uso per coloranti, mancata dichiarazione in etichetta per acidi organici ed agenti umidificanti), che complessivamente non evidenziano criticità sanitarie e problemi di natura tecnologica.

Nella relazione ministeriale si conclude quindi che, alla luce dei risultati ottenuti dalle attività svolte nei 5 anni (2015-2019) in merito all’utilizzo degli AA nelle diverse filiere alimentari, il sistema produttivo è nel complesso adeguato e gli OSA sono consapevoli del corretto uso degli additivi. In particolare alcuni settori rilevanti per la loro rapida diffusione sul mercato (edulcoranti in bevande e prodotti di confetteria) e per le loro potenziali ricadute sanitarie su fasce di popolazione vulnerabili quali bambini ed adolescenti (coloranti in bevande, prodotti dolciari) risultano conformi alle richieste della norma. Altro elemento positivo è la totale conformità riscontrata nel controllo dei requisiti di purezza, dato di particolare importanza nell’ambito della gestione delle materie prime. L’analisi del quinquennio mette dunque in evidenza che generalmente l’uso degli AA nelle diverse filiere alimentari è coerente con le norme di Buona Prassi di Fabbricazione.

Come già detto, resta però rilevante la criticità collegata all’utilizzo illegale dei solfiti per intervenire sulla shelf-life di prodotti alimentari. Il Ministero sottolinea quindi come sia assolutamente necessario continuare ed intensificare le attività di controllo ispettive ed analitiche nel settore più esposto (preparazione e vendita di carne fresca e preparazioni di carne).

 

Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola

 

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