L’EFSA ha dato il via, a fine Agosto, ad una campagna informativa e di sensibilizzazione nei confronti della Peste Suina Africana con l’intento di contribuire, informando, ad arrestare la diffusione di questa malattia nell’Europa sudorientale.
La campagna è intitolata Stop alla Peste Suina Africana (#StopASF) e va naturalmente ad affiancarsi ai piani di sorveglianza, prevenzione ed eradicazione e alle misure in atto presso la Commissione europea e altre organizzazioni internazionali nella lotta alla malattia.
La campagna è rivolta in particolare ai seguenti Paesi individuati dall’EFSA nel 2019 come “area di preoccupazione" per la loro vicinanza a quelli in cui è presente la malattia: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Kosovo*, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Slovenia.
[*] Tale designazione non intende arrecare pregiudizio a posizioni di stato, ed è in linea con la risoluzione delle Nazioni Unite UNSCR 1244 e con il parere della Corte internazionale di giustizia (ICJ) sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
La Peste Suina Africana
Si ricorda che la Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale contagiosa, caratterizzata da elevata morbilità e mortalità, che colpisce i suini e i suidi selvatici. L’agente eziologico è un virus a DNA a doppia elica, appartenete alla famiglia Asfarviridae, genere Asfivirus. Il virus è molto stabile e in particolare resiste alle variazioni di pH, alla disidratazione, al freddo, ad alcuni disinfettanti (Sali quaternari di ammonio) e agli enzimi proteoliti. È inattivato in circa 30 minuti a temperature superiori ai 60°C ed è sensibile ai solventi organici, aldeidi, agenti ossidanti e idrossido di sodio.
In Europa la trasmissione della malattia avviene principalmente per contatto diretto attraverso la via orofecale (ma anche respiratoria, cutanea e più raramente genitale), per ingestione di rifiuti di cucina contaminati e, meno frequentemente, per contatto indiretto (materiali, attrezzature, altri animali, persone, ecc). In Africa, dove la malattia è endemica, la diffusione è notevolmente favorita da artropodi vettori (zecche del genere Ornithodoros), non presenti in Europa.
La PSA non interessa assolutamente l’uomo ma è causa di notevoli perdite economiche. Attualmente non esistono vaccini quindi, in caso di epidemia, è necessario abbattere un gran numero di maiali d’allevamento nelle zone colpite.
In Italia la malattia è presente esclusivamente nella Regione Sardegna fin dal 1978.
Obiettivi e pubblico della campagna
La campagna mira ad accrescere la conoscenza e la comprensione della PSA, in particolare nei nove Paesi sopra indicati, e si rivolge soprattutto a persone che sono spesso a contatto con maiali domestici e cinghiali selvatici, come ad esempio allevatori e cacciatori.
Con la campagna l'EFSA vuole però raggiungere anche le organizzazioni veterinarie, le associazioni venatorie, vari gruppi di allevatori, i funzionari doganali, la polizia di frontiera, i governi locali, gli operatori turistici e i viaggiatori.
Rilevare, prevenire, segnalare
Un'epidemia di PSA può avere effetti devastanti sull’allevamento suinicolo e quindi in ambito economico e commerciale. Per poter contenere questa malattia sono quindi essenziali l'individuazione, la prevenzione e la segnalazione, parole chiave della campagna EFSA.
L’EFSA sta quindi pubblicando schede informative, infografiche, post sui social media da poter riutilizzare e altro materiale scaricabile dal sito web della campagna: www.efsa.europa.eu/StopASF
Autore: Dott. Stefano Gabrio Manciola